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Cultura Eventi e Spettacolo

Successo per il Tennis Open 3^ cat. del Circolo Silvio Renzulli.

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Si è concluso il 12 agosto, con un giorno di ritardo a causa della pioggia, il torneo open 2013, singolare maschile di tennis, di 3° categoria “ Città di Ariano”, organizzato dal Circolo Tennis Renzulli con la collaborazione del club “ La Tartaruga”. La manifestazione ha visto la partecipazione di 32 atleti provenienti da numerosi circoli della Campania nonché di Ariano. La finale di terza categoria è iniziata con un leggero ritardo a causa di un temporale che ha interrotto la precedente finale di quarta categoria tra Luigi Pratola e Antonio Lo Conte. I finalisti Nicola Campitiello di Pagani e Danilo Annecchiarico di Pietradefusi si sono affrontati per circa tre ore in un match equilibrato e avvincente, arbitrato da Piero De Vito, che si è concluso con la vittoria al tie break al terzo set con un distacco di soli due punti a favore di Annecchiarico: giovane tennista di sedici anni contro i trenta di Campitiello. La manifestazione ha avuto un ottimo riscontro di pubblico nonostante le numerose attrazioni estive e il corteo storico della consegna delle Sacre Spine che si svolgevano contemporaneamente alla finale. Come tutti gli anni in cui si sono svolti tornei di una certa importanza, tutti gli spazi disponibili all’interno del circolo e le panchine della pineta della Villa Comunale erano stracolmi di appassionati che hanno seguito l’incontro in religioso silenzio così come vuole da oltre centotrent’anni la leggenda del tennis in ogni parte del mondo. Il mondo del tennis è nato in questo modo e le sue note caratteristiche oltre all’agonismo, tipico di ogni sport, sono fatte soprattutto di lealtà, di correttezza e, oserei dire, di una elegante postura che ha contraddistinto e connotato questa disciplina come una sfida fra gentiluomini che non esitano a contraddire a proprio sfavore la decisione dell’arbitro se la ritengono sbagliata. Continuare a nutrire di questi ideali sportivi le giovani generazioni e arricchendo questo sport giorno dopo giorno di esempi e aneddoti ispirati alla tradizione del fair play non è cosa da poco nel mondo che viviamo. Assistiamo quotidianamente, e questo senza voler demonizzare le altre discipline, a veri e propri incitamenti alla scorrettezza in campo e a guerre fra bande organizzate sugli spalti cancellando completamente il significato di competizione sportiva. Nel tennis la slealtà è un qualcosa che emargina anche a livello di piccoli circoli, di piccole realtà come la nostra: si esita a competere con chi ruba i punti all’avversario o non riesce a tenere un comportamento più che dignitoso. La formazione di questa mentalità, tutta tesa a mitigare positivamente la naturale voglia di vincere che è insita in ogni uomo e a incanalarla verso un sano agonismo, in cui l’obiettivo prioritario è si vincere ma con rispetto per l’avversario, avviene già in tenera età, durante i corsi di avviamento al tennis dove, prima di impugnare la racchetta, per i maestri è fondamentale misurare nell’allievo l’irreprensibilità e, laddove è necessario, intervenire con fermezza prima di insegnare i fondamentali tecnici di questa disciplina. Non esiste nel tennis un tifo privo di una logica sportiva. Si può avere la preferenza per l’uno o l’altro tennista, per lo stile, per la tecnica, per le capacità atletiche ma, alla fine, ogni appassionato di questo sport, che un tempo era chiamato pallacorda, finirà per tifare per il più bravo, per colui che, in campo, ha meritato di vincere. Non esiste uno sport particolarmente intelligente: inseguire un pallone in ventidue o infilarlo in un cesto, colpire una pallina con una racchetta o correre per chilometri senza un’apparente meta non rappresentano il massimo dell’intelletto umano, ma se queste attività vengono connaturate, arricchite di elementi culturali e comportamentali, se a questi elementi in cui è insito un movimento perpetuo, un consumo di energia infinito, uno scopo privo di qualsiasi logica, innestiamo una serie di processi mentali e sociali, aiuteremo le generazioni che verranno, a capire che anche se ci si trova soli in campo ad affrontare qualcuno, quel qualcuno può essere un amico e non solo un avversario da battere e, quando le luci dei proiettori si spegneranno e tutto ciò che rimarrà di una partita, oltre a un labile ricordo, sarà l’indelebile terra rossa appiccicata ai calzettoni, le voci e gli sfottò dei compagni di vita e l’orgoglio di appartenere a un mondo che sembra estinguersi.

Lello Castagnozzi

Presidente CT S. Renzulli

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Attualità

Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

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Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.

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Attualità

Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

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La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.

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FIERA DI VENTICANO – D’Agostino (FI): Qui l’Irpinia che resiste e innova

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Avellino, 24 apr – “Oggi ho partecipato con interesse all’inaugurazione della 46^ Fiera Campionaria di Venticano, un evento che non è solo una vetrina, ma una parte pulsante dell’Irpinia e del Mezzogiorno. Con oltre 140 espositori e un padiglione dedicato al Made in Italy, la Fiera celebra l’agricoltura, l’enogastronomia e l’artigianato di qualità del Centro-Sud, dimostrando che le aree interne possono essere motore di sviluppo.

Ho incontrato produttori determinati, storie di passione e sacrificio che incarnano lo spirito di un Sud che non si arrende e punta all’eccellenza. La loro energia è la prova che, anche in territori spesso marginalizzati, l’imprenditoria di qualità può crescere e competere.

Una delle proposte più interessanti emerse oggi è la trasformazione del quartiere fieristico in un hub di servizi per la Valle del Calore. Un’idea strategica, che condivido pienamente, per valorizzare le risorse locali e attrarre investimenti. Come sindaco e imprenditore, sono convinto che iniziative come questa siano importanti per creare lavoro, contrastare lo spopolamento e unire tradizione e innovazione.

Grazie alla Pro Loco Venticanese, ai volontari e a tutti coloro che rendono possibile questa manifestazione. La Fiera di Venticano non è solo un evento, è un simbolo di speranza e un modello per l’Irpinia.”

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