Attualità
Sto a casa col cancro o vado in ospedale rischiando di infettarmi? I pazienti oncologici del San Martino al tempo del Covid-19

Un lettore, che ci ha chiesto di restare anonimo, pronto a testimoniare in caso di necessità, ci racconta l’odissea dei pazienti affetti da cancro presso l’Ospedale San Martino Di Genova
I pazienti oncologici in cura all’Ospedale San Martino di Genova sono seguiti da vari reparti, dislocati in diversi padiglioni: i reparti di Oncologia Medica 1, di Ematologia e di Immunologia dell’ospedale San Martino, sono sorprendentemente collocati nel padiglione “Patologie Complesse”, insieme al reparto di Infettivologia, che oggi ospita i pazienti affetti da Covid-19. Ma le sorprese non finiscono qui… Da alcuni giorni, proprio per arginare il crescente numero di contagi registrato nei reparti di Oncologia Medica 1, di Ematologia, di Immunologia – conseguenza evidente della inopportuna contiguità con il reparto “malattie infettive” collocato nello stesso padiglione – anche i pazienti oncologici in cura presso il reparto di Oncologia medica 1, sono stati dirottati verso il center Center Day Hospital presso il padiglione IST. Buona parte dei pazienti oncologici effettuano terapie chemioterapiche domiciliari in compresse ed effettuano i controlli ematici a domicilio proprio perché, essendo immunodepressi, riducono così al minimo il rischio di infezione e vanno in ospedale solo per ritirare la razione di compresse. Com’ è facilmente intuibile, alla luce dell’epidemia in corso, dell’elevato numero di contagi verificatisi nei reparti in questione, e dei dati di mortalità che vedono la Liguria al secondo posto in Italia, molti pazienti oncologici hanno chiesto di poter delegare un loro familiare al ritiro della terapia. Ebbene, tale ragionevole e prudente richiesta, è stata esclusa perché i medici ritengono essenziale vedere il paziente di persona. Attenzione: vedere non visitare… infatti tali pazienti non vengono visitati, ma solo visti in faccia o meglio negli occhi, per quanto la presenza di mascherina e occhiali permettano. Alcuni pazienti hanno proposto di integrare i referti degli esami del sangue con una video chiamata, facilmente effettuabile tramite qualsiasi smartphone, per consentire un più completo esame obiettivo, ma anche tale soluzione è stata respinta. Quindi i pazienti oncologici si ritrovano nel drammatico dilemma: vado in ospedale personalmente a prendere le compresse e rischio di prendermi il coronavirus, oppure resto a casa e lascio che il cancro progredisca, magari in modo irreversibile? Alla fine, la gran parte decide di rischiare pensando di dotarsi dei, tanto rari quanto costosi, presidi di protezione individuale e si reca al Center Day Hospital presso il padiglione IST. In tale padiglione i pazienti vengono fatti attendere nell’atrio per circa un’ora il proprio turno di registrazione seduti tutti insieme, dopodiché vengono fatti mettere in fila per la misurazione della febbre per verificare la presenza di sintomi di Covid-19. Procedura di dubbia utilità perché, come dimostra l’elevato numero di asintomatici contagiosi in circolazione, il criterio della temperatura corporea non è affatto dirimente per diagnosticare o escludere la presenza di malati di Covid-19. Anzi, considerato che la popolazione è segregata in casa da settimane e l’elevata penetrazione di morti e ammalati tra gli operatori sanitari a cui ancora oggi non viene effettuato il tampone, è più probabile che il contagiato sia il sanitario che misura la temperatura, piuttosto che i pazienti a cui viene misurata… Visto che il Covid-19 è un “virus nosocomiale”, che in sostanza si contrae in ospedale, è del tutto comprensibile che dei pazienti immunodepressi si vogliano proteggere e infatti molti pazienti oncologici all’ingresso del padiglione IST indossano i propri strumenti di protezione individuale monouso: mascherine, guanti, poncho impermeabili, calzari e visiere. Ma quando si tratta di andare in ambulatorio a vedere il medico, i pazienti oncologici vengono aggrediti da un infermiere trasformato in “buttafuori” che, in barba alla distanza di sicurezza, al riguardo che si dovrebbe avere nei confronti dei pazienti/contribuenti e al rispetto della libertà personale, li apostrofa che per accedere agli ambulatori, tutte le protezioni individuali devono essere rimosse… I pazienti stupiti chiedono quale sarebbe la logica di tale richiesta e la sorprendente risposta è, che le protezioni individuali sarebbero fonte di contagio… Quando gli si chiede che differenza vi sia tra un poncho impermeabile monouso appena scartato e indossato e un cappotto che può aver raccolto virus in giorni di utilizzo, la risposta che si ottiene è che l’unico dispositivo di protezione individuale ammesso per i pazienti, sono le mascherine… sulla qualità delle quali però non viene effettuata alcuna verifica… Quando il già provato paziente oncologico, prova ad obiettare che si tratta di una richiesta priva di logica, arrivano in soccorso dell’infermiere-buttafuori dei nerboruti vigilantes, che affermano che se non si buttano i dispositivi di protezione personale, verranno chiamati i carabinieri. Un paziente oncologico accoglie allora con favore la prospettiva, fiducioso che i carabinieri avrebbero chiarito che non vi è alcun fondamento giuridico in tale richiesta, ma il nerboruto vigilante, intima che i carabinieri avrebbero invece comminato una salata sanzione… Alla fine la maggioranza dei provati pazienti soccombe, si denuda delle protezioni anti-covid e, munito della misera mascherina chirurgica, acquistata a carissimo prezzo in farmacia e priva di qualsiasi certificazione, viene accompagnato a lavarsi le mani in un Wc dalla dubbia igiene, dove non vi è più sapone e la carta è bloccata nel distributore, e si reca in ambulatorio… Il tempo di ritirare un foglio e i provati pazienti oncologici devono mettersi in cerca del Centro di Distribuzione Farmaci: dove sarà? Che domanda: al piano -3 del padiglione Patologie Complesse! Così gli eroici pazienti oncologici, seguendo le istruzioni ricevute all’IST, prima cercano di entrare dall’ingresso secondario, ma poi si ritrovano la strada sbarrata e quindi devono nuovamente uscire, arrivare all’ingresso principale e rimettersi in coda per entrare nella farmacia accanto all’ingresso delle ambulanze che trasportano i pazienti Covid-19… li divide solo un nastro bianco e rosso di plastica… quello che separa la salvezza dall’inferno del Covid-19… È mai possibile? Eppure, è quel che accade!
Attualità
Parcheggio gratuito al “Silos Calvario” (3° livello)

Misura straordinaria per sostenere il commercio e agevolare l’accesso al centro
Per sostenere le attività commerciali e agevolare l’accesso al centro cittadino durante i lavori di riqualificazione delle Piazze, l’Amministrazione comunale ha disposto la sospensione temporanea della sosta a pagamento al terzo livello del parcheggio “Silos Calvario”.
La decisione è stata formalizzata con la Delibera di Giunta comunale n. 91 del 29 aprile 2025 e rappresenta una misura concreta a favore della cittadinanza, dei visitatori e degli esercenti, in un momento in cui il centro storico è interessato da importanti interventi di miglioramento urbanistico.
La sospensione della tariffazione riguarda esclusivamente il terzo livello del parcheggio e rimarrà in vigore per tutta la durata dei lavori, con l’obiettivo di incentivare la fruizione del centro e limitare eventuali disagi.
Attualità
Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.
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Confesercenti Avellino: assegnati nuovi codici attività, imprese possono verificare rispondenza

La Confesercenti provinciale di Avellino informa che anche in provincia di Avellino, come nel resto d’Italia, la locale Camera di Commercio ha provveduto ad effettuare l’aggiornamento d’ufficio dei codici Ateco per la classificazione delle attività di impresa e professionali con partita Iva presenti sul territorio.
Un’operazione avviata il 1 aprile, sulla scorta delle nuove classificazioni introdotte, con l’obiettivo di mappare con maggiore precisione il sistema produttivo del Paese, tenendo conto degli standard internazionali e dell’evoluzione economica e sociale che si è determinata negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2007, data dell’ultimo aggiornamento.
Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.
Nelle visure e nei certificati sono state inoltre aggiunte eventuali ulteriori informazioni relative ad alcune tipologie di attività economica come i canali di vendita e di intermediazione.
Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato tramite l’app Impresa Italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it.
Se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia pienamente la realtà dell’attività svolta, l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente fino al 30 novembre 2025, tramite l’apposito servizio presente sul sito web rettificaateco.registroimprese.it
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