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Politiche 2018 – I sindaci del collegio Ariano\Alta Irpinia pongono il veto su De Mita e D’Amelio

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Amministratori e militanti del PD,  si sono dati appuntamento a Morra de Sanctis per contrastare le candidature imposte dalla direzione nazionale del Partito Democratico ed in particolare i presenti si sono scagliati contro le probabili investiture di Giuseppe De Mita e Rosetta D’Amelio. Nel documento che è stato firmato da tutti i sindaci presenti e che sarà completato dalla firma di altri sindaci del collegio, in pratica si chiede ai vertici di tenere conto delle esigenze del territorio e quindi di dare ascolto a chi vive la realtà senza nessun tipo di imposizione.

Questo il documento sottoscritto dai presenti:

Il 12 e 13 gennaio il Pd ha riunito al Lingotto d Torino mille amministratori di tutta Italia per discutere sul tema della “energia locale a servizio del paese”, con l’obiettivo di promuovere “proposte per riorganizzare le istituzioni locali, per rafforzare gli investimenti, per continuare a migliorare le città italiane e i piccoli comuni”.

Con quella che correttamente è stata ribattezzata “la carica dei territori” il PD sceglie di dar voce a chi sta in trincea: Sindaci, presidenti, consiglieri, assessori. Il partito cerca, finalmente, un contributo prezioso dalla prima linea, alimentando così quel circuito virtuoso di “crescita dal basso” troppo spesso rimasto solo sulla carta.

Ebbene utilizzando lo stesso metodo e perseguendo il medesimo obiettivo una nutrita rappresentanza di sindaci ed amministratori locali si è riunita oggi in assemblea a Morra De Sanctis, portando in dote l’esperienza maturata sul campo in vista di un importante appuntamento elettorale che determinerà gli assetti futuri del Partito.

All’esito della discussione sono venute diverse proposte unanimemente condivise dai partecipanti.

Innanzitutto, seguendo il solco già tracciato a livello nazionale, anche in Irpinia il partito democratico non può tener conto di quanto suggerito dai territori e dai loro protagonisti istituzionali che chiedono a gran voce un ricambio della rappresentanza ai diversi livelli in linea con quanto da tempo sostiene il segretario nazionale Matteo Renzi.

Un partito inclusivo ha la necessità di aprirsi all’esterno, mediante il coinvolgimento diretto delle associazioni, degli intellettuali, della cosiddetta società civile. Un partito plurale deve avere la capacità di parlare un linguaggio comprensibile a tutti, in particolare a quei giovani del ’99 ricordati dal presidente della Repubblica che per la prima volta saranno chiamati ad esprimere il voto.

Affinché questi obiettivi siano utilmente perseguiti, però, è necessario che il Partito Democratico selezioni con molta accortezza la sua classe dirigente e, in particolare, i candidati alle elezioni che si terranno il 4 marzo.

Proprio per questo Sindaci e amministratori irpini ribadiscono la loro contrarietà alla riproposizione di vecchi schemi, con candidature che – al di fuori degli uscenti – non favoriscono alcuna novità.

Non si comprende infatti quale apporto innovativo possa fornire chi ha addirittura contribuito ad alimentare spaccature e lacerazioni all’interno del Partito Democratico, con il triste e disgraziato epilogo del commissariamento del provinciale di Avellino.

E’ difficile parlare di rinnovamento se ci è stato già premiato dagli elettori grazie ad un formidabile sforzo dei territori e dei loro rappresentanti, piuttosto che esercitare il ruolo per il quale si è stati votati chiede di partecipare per l’ennesima volta ad una competizione politica addirittura invocando “deroghe”.

L’impresa poi diventa addirittura impossibile nel momento in cui si dovesse scegliere di premiare con la candidatura chi ha sposato improbabili alleanze – mai concordate con nessuno né a livello locale, né tantomeno a livello provinciale – con forze politiche che hanno metodicamente mortificato il Pd con il risultato di regalare amministrazioni in precedenza a guida Pd, enti sovracomunali e di gestione.

Inoltre è doveroso segnalare che anche nella scelta delle candidature di coalizione si stia andando nella direzione di prediligere rappresentanti che sono passati in maniera disinvolta da uno schieramento all’altro, che hanno addirittura osteggiato progetti di rinnovamento portati avanti dal PD e che, in ogni caso, hanno determinato rotture che non si saneranno di certo con una campagna elettorale e che metteranno a serio rischio il risultato del Partito Democratico.

È necessario, dunque, valutare presenze e candidature nuove da affiancare agli uscenti, facendo ricadere la scelta su amministratori che lavorano per il territorio, al fine di suscitare entusiasmo e interesse verso una campagna elettorale che comunque si presenta difficile per il PD.

Ancor più necessario in Irpinia è stabilire in modo corretto il rapporto con gli alleati di oggi ma non di ieri e chissà se di domani, ai quali sarebbe auspicabile non cedere collegi”.

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Questione Meridionale ed evasione fiscale sono i fantasmi che aleggiano sul voto in Campania

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Il voto del 23 e 24 novembre in Campania metterà a nudo le intenzioni dei partiti e dei singoli candidati alla presidenza. La Campania, insieme al Sud, vive la tremenda sorte di regione ridotta al rango di sorellastra, con le infrastrutture obsolete, la sanità pubblica che arretra rispetto a quella privata accreditata, la migrazione dei giovani in cerca di lavoro. Giovani sradicati dai loro affetti, dalla loro terra, lasciata nelle mani dei vecchi in un malinconico declino senza possibilità di resurrezione. La Campania Felix è un miraggio che abbaglia ma non ristora, il suo presente rimane impigliato nella Questione Meridionale, mai affrontata, mai risolta,sopraffatta dal pregiudizio del popolo del Nord Italia che considera i campani, in particolare i napoletani,fannulloni e nulla facenti aggrappati alle mammelle del Bel Paese mentre cantano e suonano il mandolino. La realtà racconta ben altro, le risorse finanziarie sono dirottate scientemente verso il Centro-Nord, dotato di migliori servizi pubblici applicando il criterio della spesa storica, modalità adattata alle risorse del PNRR. In un momento storico così complesso, nelle regionali del 23 e 24 novembre un ruolo chiave sarà assunto dai candidati meridionalisti-progressisti e unitari presenti nelle liste di Fico Presidente. Il loro contributo con interventi in dibattiti, articoli, saggi e libri ha disvelato il grande imbroglio del Sud “pappone” e dissipatore delle risorse elargite dallo Stato Centrale. I campani vogliono risposte semplici e concrete ailoro bisogni quotidiani, l’agire politico del prossimo governo della Campania dovrà privilegiare l’equità ed il bene comune iniziando a “captare” le risorse finanziarie da coloro che evadono e foraggiano il malaffare e la delinquenza organizzata. Un ruolo incisivo e determinante dovrà essere assunto dalla Campania nella Conferenza Stato-Regioni,organismo che determina le sorti finanziarie della nostra regione e dell’intero Sud nell’ottica di riunificare il Paese. In quella sede, ed in parlamento,dovranno essere sconfitti gli egoismi ed i localismi nati con l’autonomia regionale differenziata, figlia della Questione Meridionale. I problemi della Campania sono ben noti, vanno individuate le risorse finanziarie, scanditi i tempi e le modalità per risolverli, pena lo spopolamento ed il declino socio-culturale ed economico della nostra terra.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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