Attualità
Lello Castagnozzi:”Regalo di natale”

Da Lello Castagnozzi riceviamo e pubblichiamo:
“Natale, si sa, è, tra le altre cose, la festa del consumismo. Quest’anno, come l’anno passato, a causa della crisi, si è festeggiato con molta più moderazione e parsimonia. Ma, nonostante il clima di austerità, qualcuno non ha resistito e ci ha fatto trovare sotto l’albero l’immancabile inutile regalo kitch. Questa volta immateriale, fatto cioè di “pensieri” o, se si vuole essere più attinenti al confezionamento del regalo in oggetto, bisogna parlare di idee, di progetti o come pomposamente l’autore di questa strenna lo definisce, di “programma” per l’agricoltura. In che consiste il regalo? Di norma è fatto da una confezione di carta lucida, colorata, con nastrini e coccarde che avvolgono un pacchetto, una scatola con all’interno l’oggetto del desiderio o presunto tale. Delusione cocente di Natale: all’interno del pacchetto non c’è niente. Restano i cordoncini, la carta natalizia e la scatola che immancabilmente finiranno nella differenziata subito dopo le elezioni amministrative. L’idea straordinaria di risolvere i problemi economici e occupazionali di migliaia di persone attraverso l’istituzione di alcuni mercatini la dice tutta sulla considerazione borghese o forse per restare in tema di crisi sociale, sarebbe meglio parlare di una visione alla Dickens, perché questa società somiglia sempre più a quella ottocentesca e i rimedi che si propongono sembrano figli di quel periodo. Centinaia di produttori che si organizzano nelle periferie o, come accadeva nella prima metà del secolo scorso, espongono le merci sul selciato di piazza Plebiscito o di piazza Ferrara (Garibaldi per i contemporanei) e, felici, dopo una mattinata di contrattazioni, ritornano a casa con quattro euro e i cesti e le cassette ancora piene. Evviva! Abbiamo risolto brillantemente il problema riguardante la vendita dei prodotti agricoli e quello del reddito del contadino a cui si aggiungerà uno sviluppo straordinario del turismo perché sopraggiungeranno ad Ariano genti da ogni dove a comprare cetrioli e zucchine di qualità. Già, perché i prodotti saranno biologici. Strano perché in genere i prodotti della terra sono per definizione biologici: terra, acqua, sole, piantine o semini. Forse l’autore si riferiva a ecologici. Vedi normativa europea del 2007, raffrontare con il numero di aziende che si sono adeguate a quella normativa, calcolare il prodotto lordo di quelle aziende, considerare che, per chi volesse intraprendere questa strada, occorrono tre anni di duri controlli e di adeguamento delle aziende a direttive piuttosto rigide, nazionali ed europee, per ottenere il marchio, la perdita secca in produttività fino al 40% e poi riparliamo di investimenti a costo zero dopo aver, eventualmente, sfrondato quel “lordo” dai conti. Senza considerare processi riguardanti l’innovazione sui prodotti. Traduco: il mercato richiede sempre nuovi prodotti, mercati aperti, per essere remunerativi, alla novità e alla qualità. Da anni non facciamo altro che parlare di km/0, di prodotti tipici e genuini. Nei fatti, non nelle favole, rileviamo che l’unico processo attivo riguarda la proliferazione incontrollata di agriturismi che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno nulla del progetto originario. Prodotti tipici e genuini? Quali sono? In tutto l’arianese credo che esistano solo l’aglio dell’Ufita e l’olio di Ravece: il primo in via d’estinzione soppiantato anche dall’aglio proveniente dalla Cina che si trova comodamente in parecchi supermercati, il secondo, è prodotto in quantità così irrisorie che considerarlo significativo nell’economia agricola è semplicemente demenziale. Non abbiamo vigneti pregiati e di conseguenza vino di qualità, stesso discorso per i frutteti che sono più rari che nel deserto del Gobi. Allora? Che ne facciamo di quei sedicimila ettari di terreno agricolo del territorio di Ariano Irpino? I mercatini della domenica e del mercoledì? Su quali prodotti applicare il Marchio di qualità e di conseguenza costituire i consorzi dei produttori? Dal 1990 al 2000 si è avuta nel settore agricolo arianese una flessione riguardante le giornate lavorative pari al 40%; nel decennio successivo i dati sono peggiorati. Per quanto riguarda l’incremento in termini di superficie delle aziende si è registrato un misero 1%. Questi due dati messi a confronto ci dicono semplicemente che è in atto ancora un abbandono sistematico della terra e dell’agricoltura. Quell’1% d’incremento della superficie delle aziende viene da molti interpretato come un fenomeno di accorpamento di lotti di terreno per abbandono o per fatti ereditari. È evidente che il problema è strutturale e riguarda essenzialmente una visione corta nel campo dell’agricoltura con una conseguente ricaduta sui prezzi e sul reddito del contadino. La concorrenza con i mercati limitrofi, napoletano e pugliese in primis, ci vedono sconfitti in partenza. Tutti i negozi ortofrutticoli arianesi si riforniscono presso questi due grandi distributori, ultimamente quasi del tutto dai mercati della Puglia per le note vicende delle “terre dei fuochi”. Quante volte avete sentito i nostri contadini o produttori che dir si voglia, affermare di non pensare nemmeno di raccogliere qualcosa dagli alberi o dalla terra perché ci si rimette? Quando sento parlare di mercatini penso: bene è un’ottima idea ma di folclore, per accendere qualche lucina, lo stesso quando sento parlare di marchi di qualità o di consorzi e immagino di leggere un libro dalla fine e non dall’inizio. Forse c’è buona volontà in tutto questo ma io sento molta puzza di demagogia e di elezioni. Forse un piano programmatico per l’agricoltura doveva partire dal come strutturare la produzione, come rinnovare l’azienda agricola, quale prodotto o quali prodotti coltivare, quali mercati affrontare e con quali mezzi, a chi guardare, da chi copiare, come sfruttare al meglio i fondi europei e, soprattutto, come formare un imprenditore agricolo che possa reggere la concorrenza spietata che arriva da tutte le parti”.
Lello Castagnozzi
Attualità
Tragedia ad Ariano, poliziotto si toglie la vita

Ariano Irpino – Una tragedia ha scosso la comunità arianese e il Commissariato di Polizia del Tricolle. Un giovane agente, in servizio presso il reparto volante, è stato trovato senza vita all’interno di un casolare di campagna alla periferia della città.
A fare la drammatica scoperta è stata la moglie, che ha immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i sanitari del 118, i carabinieri, la polizia e i vigili del fuoco, ma per l’agente non c’era ormai più nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione, il poliziotto si sarebbe tolto la vita con la pistola d’ordinanza.
L’uomo era molto stimato all’interno del Commissariato di Ariano Irpino e considerato tra i più attivi del reparto volante. In più occasioni si era distinto per il coraggio e la professionalità dimostrati durante interventi delicati, ricevendo anche apprezzamenti ufficiali.
Sconosciute al momento le ragioni del tragico gesto che restano avvolte nel mistero. La Procura di Benevento ha aperto un’inchiesta e disposto gli accertamenti di rito per chiarire la dinamica dei fatti.
La notizia ha destato profondo dolore in città e tra i colleghi, che lo ricordano come persona garbata e professionale nel suo lavoro.
Attualità
Contributi sull’acquisto dei libri di testo, è possibile presentare domanda

L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino informa che è possibile presentare domanda per accedere ai contributi sull’acquisto dei libri di testo, per l’anno scolastico 2025/2026.
Possono accedere al contributo gli alunni che frequentano le scuole secondarie di I e II grado dell’anno scolastico in corso 2025/2026 e appartenenti a famiglie con reddito non superiore al seguente valore ISEE:
fascia I da e 0 a € 10.633,00 – fascia II da € 10.633,00 ad € 13.300,00.
Il valore ISEE viene determinato ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159. Nel caso di valore ISEE pari a zero, pena l’esclusione dal beneficio, è necessario attestare e quantificare le fonti e i mezzi dai quali il nucleo familiare ha tratto sostentamento. Le risorse disponibili saranno destinate prioritariamente alla copertura del fabbisogno dei richiedenti con ISEE rientrante nella fascia 1. Qualora residuano risorse dopo la copertura totale del fabbisogno della fascia 1, le stesse saranno destinate alla copertura del fabbisogno dei richiedenti con ISEE rientrante nella fascia 2.
Gli interessati possono presentare domanda entro il 10 ottobre 2025, presso le Segreterie delle Scuole di appartenenza, utilizzando l’apposito modulo prestampato e allegando la dichiarazione ISEE in corso di validità.
Scarica qui il modulo per fare richiesta:
Attualità
Il Colonnello Angelo Zito nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri

Il Colonnello Angelo Zito ha assunto l’incarico di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Avellino, subentrando al Colonnello Domenico Albanese, destinato a Roma quale Capo Ufficio presso lo Stato Maggiore del Comando Generale dell’Arma.
46enne, originario di San Marzano di San Giuseppe (TA), il Colonnello Zito ha intrapreso la carriera militare nel 1998, frequentando i corsi regolari dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, conseguendo la laurea in Giurisprudenza. È sposato e padre di due figlie.
Nel biennio 2003-2005 ha prestato servizio presso il Battaglione Carabinieri Allievi Marescialli e Brigadieri con sede a Velletri, ricoprendo i ruoli di Comandante di Plotone e di Compagnia. Successivamente ha assunto incarichi di crescente responsabilità in reparti territoriali ad alta complessità operativa: prima come Comandante del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Palermo-San Lorenzo, impegnato in delicate attività di contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti; poi, dal 2008, come Comandante della Compagnia Carabinieri di Patti (ME), in un territorio caratterizzato da fenomeni criminali di particolare rilevanza.
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