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La chiusura del Tribunale: un mistero!

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Da un nostro lettore riceviamo e pubblichiamo:

La cancellazione del Tribunale di Ariano Irpino come quella di Sant’Angelo dei Lombardi, come quella di tante altre realtà che con un colpo di spugna, all’insegna della “spending review”, sono state per sempre sottratte all’uso per diritto dei cittadini che pagano sempre più tasse e ricevono sempre meno servizi, rientra in un disegno complessivo e contorto che non ha una sola faccia o una sola articolazione. Il tribunale di Ariano costava allo Stato meno di 200.000,00 € l’anno: una cifra irrisoria rispetto all’economia e ai servizi che offriva a una parte della collettività irpina oltre a rappresentare e a rafforzare la presenza dello Stato in territori in cui di Stato e di Costituzione siamo già oltremodo carenti. Duecentomila euro salveranno l’Italia dallo sfascio? C’è qualcosa che non torna nel ragionamento. Sono 31 i Tribunali soppressi, se non sbaglio, orbene, se vogliamo essere più parchi nella considerazione delle spese e calcoliamo una media di un milione di euro a tribunale, il risparmio si aggirerà intorno ai 31 milioni di euro l’anno. Vi sembra una cifra che possa far collassare un sistema indebitato per più di duemila miliardi di euro? Ma, al di là delle uscite, delle passività, questi Tribunali non generavano nulla in termini di tasse, in termini di redditi, in recupero di capitali illeciti, ecc, ecc? Non orbitava intorno al palazzo di giustizia un indotto fatto di studi legali, di segretari/e, di negozi che rifornivano materiale di cancelleria, di ristoranti, bar, di professionisti che svolgevano la loro opera come CTU, di giovani laureati in legge che svolgevano il praticantato e sicuramente ricevevano un minimo salariale? Un sistema economico falciato con la scusa del contenimento della spesa pubblica. Dov’è il risparmio per lo Stato e dove sta la convenienza per il cittadino? Se i tribunali in questione sono stati chiusi per risparmiare è una sacrosanta bugia.

In questi ultimi mesi a causa di diversi lutti in famiglia e il coinvolgimento ereditario di minori, ho dovuto, obtorto collo, frequentare il Tribunale di Ariano. È stata un’occasione utile per capire in quale stato di super lavoro opera una struttura periferica: immagino che per una sede tipo Napoli o Avellino il problema sarà decuplicato. I giorni in cui mi sono recato in tribunale a svolgere le pratiche riguardanti faccende di eredità, cose di normale amministrazione, ho trovato il sistema come immerso in una bolgia gigantesca, impiegati, cancellieri, dirigenti, soffocati dal lavoro, dalle richieste del pubblico e dei professionisti, ho trascorso mattinate intere nel tentativo di ricevere ascolto e, in tutto questo, sono riuscito a essere ricevuto, con cortesia, anche se ho letto sulle facce e negli sguardi degli impiegati, una fatica indescrivibile dovuta a un ritmo di lavoro incredibile, svolta in locali progettati per gestire un quinto e forse meno del carico di lavoro attuale. Poco personale, ambienti inadatti e vetusti, apparecchiature rare e sovrautilizzate, sedi distaccate in altri edifici per far fronte alla richiesta sempre più incessante e pressante di giustizia. Tutto questo carico di lavoro si riverserà sul Tribunale di Benevento che, a quanto ne so, non versa in condizioni migliori del Tribunale di Ariano.

Sempre, di fronte a considerazioni di questo tipo, mi sento un imbecille, perché non riesco a trovare il nesso logico, il trait d’union, tra una scelta, un progetto che si traduce in un decreto e gli effetti che tale valutazione produce. Così, di notte, quando c’è meno confusione e il silenzio aiuta l’elaborazione del pensiero, spesso mi trovo a pensare a cose di questo tipo e non riesco onestamente a trovare una soluzione, credo di essere inadeguato, di non aver capito nulla. Ma come, la gestione del Tribunale non costa quasi nulla, produce, invece, un circolo economico prezioso per queste aree dimenticate da tutti, in più smaltisce una quantità di lavoro tale che se non esistesse questo Tribunale, andrebbe ad aggravare ancor più la drammatica situazione della Giustizia in Italia per cui siamo stati condannati anche dalla Comunità Europea a causa dei tempi dei processi penali e civili, e la decisione del Governo, quindi di gente che quando ti dice una cosa guarda l’uomo della strada dall’alto in basso ma in termini di chilometri di altezza perché il rapporto di conoscenza dei problemi fra noi e il palazzo è siderale, è quella di indebolire ancor più il sistema, di farlo funzionare peggio? La conclusione è che mi sento un idiota e ultimamente mi capita sempre più di frequente. Ne volete un’altra? Ariano ha una struttura ospedaliera classificata come DEA di secondo livello che per i profani significa che l’ospedale di Ariano è una struttura molto importante sul territorio secondo i criteri del Servizio Sanitario Nazionale: oltre a garantire il pronto soccorso dovrebbe gestire reparti di alta qualificazione come la traumatologia, la neurochirurgia, la terapia intensiva e altro, ebbene, qualche anno fa la ASL 1, allora di Ariano, decise finalmente di dotarsi di una macchina per la Risonanza Magnetica Nucleare, uno strumento eccezionale per la diagnosi e attualmente presente in quasi tutte le strutture ospedaliere. Dovete sapere che il manager di allora della ASL 1 di Ariano decise che invece di dotare l’Ospedale di Ariano (DEA di II livello e quindi con reparti di alta qualificazione e, dove afferiscono pazienti in gravi condizioni che necessitano di una diagnosi particolarmente rapida e accurata) della Risonanza Magnetica, la fece collocare nell’Ospedale Di Sant’Angelo dei Lombardi che svolge e svolgeva un ruolo di minore importanza sul territorio, cosicché i pazienti in gravi condizioni che arrivavano e arrivano al Pronto Soccorso di Ariano sono trasportati nuovamente in ambulanza a trenta Km di distanza per effettuare la Risonanza e poi ritornare nuovamente ad Ariano per le cure del caso se il paziente e il personale sopravvivono al viaggio dato che in inverno le temperature da noi, specialmente di notte, sono polari. A proposito quel manager ha guadagnato parecchie centinaia di migliaia di euro l’anno come stipendio. Purtroppo le vie della politica e le scelte operate da queste super intelligenze sono misteriose e a noi, uomini della strada, non è dato sapere più di tanto.

Lello Castagnozzi

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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La disumanità dei governi imbelli

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È caduto il velo delle menzogne, la Flotilla mette a nudo la disumanità dei governi imbelli, interessati a mantenere attivo e florido il mercato delle armi, riconvertendo quello delle automotive, in grave crisi in Europa. La Meloni aveva criticato l’azione della Global Sumud Flotilla reputandola inopportuna e affermava: “è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi” e riferendosi alla Flotilla, proseguiva e rincarava la mano: “ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità” (Ansa e L’Espresso1 ottobre 2025).

Eppure, nei confronti di Israele, la Meloni non esprime alcuno sdegno diversamente manifestato per la Flotilla. Dimentica che era un’azione umanitaria, svolta da persone di diversa nazionalità, disarmate, indirizzata a creare un corridoio sicuro al fine di alleviare le sofferenze del popolo Palestinesedovute alla mancanza di cibo e di medicinali,provocate dalla disumanità del governo genocidario di Israele. Nulla potrà rimanere come prima, la Flotilla ha avuto il merito di aver attirato l’attenzione mediatica su ciò che accade a Gaza e sulla pulizia etnica operata da Israele. Atto esecrabile e frutto avvelenato che affonda le sue radici nel lontano 1948, costellato di odio e morte che avvelena l’esistenza degli israeliani e dei palestinesi, senza soluzione di continuità e senza una via d’uscita. Sin ad oggi, l’UE, gli USA, la Comunità Internazionale non sono riusciti a proporre una pacifica ed unitaria soluzione al tema dei due Stati e dei due popoli. Le immagini di Gaza distrutta, delle donne che piangono i bambini morti per fame o colpiti dalle bombe, hanno ferito la carne viva di milioni di persone chespontaneamente sono scese in piazza gridando lo slogan: “blocchiamo tutto”. Spero che, tutto ciò indurrà i singoli governi e la Comunità Internazionale a rimettere al centro dell’agenda politica il bene comune, oscurato dai ciechi nazionalismi e dalla ricerca del benessere personaleedonistico. I popoli hanno indicato la strada: si dia voce e speranza al senso di umanità, si dia voce e dignità ai popoli del Sud del mondo.

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