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Intrighi: una tragedia dai punti ancora oscuri

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Carlo Gesualdo era consapevole del tradimento della moglie e, gli importava? É una delle molteplici domande, che un figlio rivolge a suo padre, studioso ed esperto della vicenda, in un impianto narrativo che si snoda in una lunga intervista e ci conduce, avvincendoci nel racconto, nell’opera Intrighi, di Giovanni Savignano. “Penso che Carlo sapesse, però non cercò alcuna strada alternativa di ricomposizione del matrimonio, al quale era solo minimante interessato. Voleva o forse doveva soltanto salvare l’onore della sua famiglia. Tutte queste pressioni, comunque lo distrassero violentemente dalle sue abitudini musicali e fu anche costretto, con profondo dolore, a immedesimarsi e misurarsi con istinti, impulsi e pseudo-emozioni nuove. Infatti Carlo aveva indossato l’abito e l’occhio, oltre che la mentalità vigente e gli obblighi che la sua classe nobiliare prevedevano gli toccavano fare, familiarizzando con spioni, ruffiani, guardoni, soggetti vendicativi, mercenari“. L’autore, che è anche medico, ricostruisce da un’ottica nuova, che passa anche per l’analisi delle condizioni psico-fisiche del protagonista, le dinamiche e le ragioni, più politiche e di altrui vendetta, che di onore leso, per le quali Carlo Gesualdo, principe di Venosa, fu costretto a tendere la trappola mortale alla moglie Maria d’Avalos e al suo amante, Fabrizio Carafa, duca di Andria. “Colpire e smascherare i due amanti, due esponenti delle più illustri famiglie del regno non è cosa da poco. Bisogna pianificare, organizzare tutte le mosse e nulla – niente può essere lasciato al caso. Ci vogliono menti lucide, razionali, scaltre, persino fidate“. Così dal vendicativo zio Giulio, di cui Maria aveva respinto le avances, fu promossa a casa di Carlo, una riunuione con alcuni fedelissimi: il segretario “prevetariello”, Abate Adinolfi, i collaboratori domestici, i de Vicario e Abbruzzese, lo staffiere Ascanio Lama, l’esperto di archibugio De Filippi e il guardarobiere Pietro Maliziale, detto Bardotto. Tutti si mostrarono pronti a collaborare per difendere l’onore di casa Gesualdo. Era solo una farsa, per dare a Carlo l’idea di essere il protagonista di una decisione che altri in realtà, avevano già preso al suo posto. Ruolo decisivo ebbe il cinico e furbo pretucolo amico e confidente, che conosceva carattere, umori e debolezze del Principe, tanto da farsi portavoce dei veri ideatori e promotori dell’azione delittuosa, come colui che meglio di tutti, avrebbe potuto convincere Carlo a metterla in pratica. L’efferato delitto ci fu, dunque, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 1590, poi i due martoriati cadaveri, furono esposti all’ingresso del palazzo (Sansevero), per cercare nei napoletani, accorsi numerosi, comprensione e un “giudizio favorevole”, per il misfatto compiuto. La maggioranza del popolo però, scelse la pietà, schierandosi a favore degli sfortunati amanti barbaramente trucidati per il loro amore. Carlo capì allora che ormai Napoli gli era ostile e gli conveniva lasciarla, come gli consigliò lo stesso viceré, non tanto per sfuggire alla legge, che non considerava quel tipo di omicidio un vero crimine, quanto piuttosto un “diritto”, ma soprattutto, per non accrescere il risentimento e la possibile vendetta delle famiglie dei due assassinati. Nella società di fine Cinquecento, un marito o un padre poteva uccidere la moglie o la figlia scoperta adultera: il delitto d’onore del resto, anche nel nostro ordinamento è stato abolito soltanto nel 1981! Carlo aveva appena 24 anni quando si isolò nel castello di Gesualdo, cominciando a manifestare i sintomi di una malattia mentale maniaco-depressiva, che lo avrebbe portato a diventare bipolare. La sua malattia fu l’alibi per appartarsi, in un suggestivo scenario montano, in meditazione interiore ed impegno creativo, sempre in compagnia però dei suoi numerosi ricordi e fantasmi. Malattie fisiche, senso di colpa, disturbi mentali, non impediranno al Principe, soprattuto dopo la morte di Alfonsino, il figlio avuto da Eleonora D’Este, di creare una notevole quantità di componimenti musicali, che pur non rinunciando all’impianto polifonico del madrigale cinquecentesco, gli permisero di essere un innovatore del lingaggio musicale. Attraverso l’arte musicale, Carlo di Gesualdo cercò di raggiungere l’assoluto: con la sua musica, tra luci e ombre, è riuscito quasi a far superare il ricordo del suo efferato delitto, e a svelare nel contempo l’ineffabilità del dolore e della speranza.

Breve scheda dell’autore Giovanni Savignano, docente incaricato presso l’Università di Napoli Luigi Vanivitelli, è nato e vive a Gesualdo (AV). Medico, da sempre interessato alla sanità e alla storia della Medicina, è specializzato in Radiologia e da novembre 2019 lavora presso l’azienda ospedaliera AORN San Pio di Benevento. Collabora con quotidiani e riviste medico-scientifiche e ha pubblicato vari articoli per IlSole24ore, tra cui, Codice rosso: discussione su sanità, medicina e ricerca in Italia, 2008; La Bussola del Sindaco, tragedia in 5 atti, Il Papavero – 2014; Il Caso Penicillina[…], Il Papavero, 2016.

Giovanni Savignano

INTRIGHI

Carlo Gesualdo tra musica, amore e morte

Il pendolo di Foucault

Pagg.162 € 12,50

Floriana Mastandrea

Attualità

Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

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Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.

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Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

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La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.

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FIERA DI VENTICANO – D’Agostino (FI): Qui l’Irpinia che resiste e innova

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Avellino, 24 apr – “Oggi ho partecipato con interesse all’inaugurazione della 46^ Fiera Campionaria di Venticano, un evento che non è solo una vetrina, ma una parte pulsante dell’Irpinia e del Mezzogiorno. Con oltre 140 espositori e un padiglione dedicato al Made in Italy, la Fiera celebra l’agricoltura, l’enogastronomia e l’artigianato di qualità del Centro-Sud, dimostrando che le aree interne possono essere motore di sviluppo.

Ho incontrato produttori determinati, storie di passione e sacrificio che incarnano lo spirito di un Sud che non si arrende e punta all’eccellenza. La loro energia è la prova che, anche in territori spesso marginalizzati, l’imprenditoria di qualità può crescere e competere.

Una delle proposte più interessanti emerse oggi è la trasformazione del quartiere fieristico in un hub di servizi per la Valle del Calore. Un’idea strategica, che condivido pienamente, per valorizzare le risorse locali e attrarre investimenti. Come sindaco e imprenditore, sono convinto che iniziative come questa siano importanti per creare lavoro, contrastare lo spopolamento e unire tradizione e innovazione.

Grazie alla Pro Loco Venticanese, ai volontari e a tutti coloro che rendono possibile questa manifestazione. La Fiera di Venticano non è solo un evento, è un simbolo di speranza e un modello per l’Irpinia.”

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