Attualità
Generoso Maraia – Negligenza, omissioni, ritardi, mancata trasparenza: la Morgante deve dimettersi

Dopo un mese e 5 giorni di “zona rossa”, Ariano lunedì 20 aprile comincerà una parziale riapertura delle attività. Abbiamo fatto il punto sulla gestione dell’emergenza sanitaria con Generoso Maraia, deputato arianese del Movimento 5 Stelle, partendo dallo screening di massa di queste ore con i test sierologici.
L’indagine epidemiologica è stato il primo problema immediato che ho posto all’attenzione del presidente De Luca e del direttore generale della Asl Morgante, chiamandoli il giorno successivo all’evento del 5 marzo (n.d.r.: chiusura d’urgenza del Pronto soccorso). Ho chiesto la massima trasparenza e una collaborazione tra noi: in qualità di deputato di Ariano, potevo fornire un aiuto per superare questa fase. Ahimé, nonostante il mio invito orale, i tamponi non sono stati fatti, né dopo le dimissioni di Bellizzi, né con l’ingresso del nuovo direttore sanitario, Frieri. Quest’ultimo per non attuarli, ha menzionato addirittura normative che non ho trovato da nessuna parte. Ho segnalato per iscritto che, l’unico protocollo indicato dal Ministero della salute era fare i tamponi a tutto il personale che lavorava all’interno della struttura sanitaria e a tutti i contatti, anche asintomatici, con i presunti positivi. Nonostante le mie continue denunce, per oltre un mese, questo protocollo non è stato seguito, con il risultato dello scoppio del secondo focolaio. Sono convinto che il primo focolaio è stato l’ospedale di Ariano, com’è verificabile anche attraverso le morti avvenute in questi giorni, visto che si tratta di persone che hanno contratto il virus all’interno dell’ospedale, che ha fatto da amplificatore. Dopo un mese si è arrivati, non si sa bene come, al Centro Minerva, secondo focolaio. Questo testimonia che non c’è stata nessuna indagine epidemiologica. E lo testimonia per altri versi, la vicenda della raccolta dei rifiuti: ad Ariano più di 70 famiglie con una persona positiva in casa, per un mese non hanno ricevuto la raccolta dell’indifferenziata rifiuti poiché il Comune non aveva l’elenco dei positivi al Codid-19. La macchina della comunicazione tra Comune, servizio Sep, Asl e Prefettura, non ha funzionato, creando ritardi su tutti i fronti. Nonostante gli Arianesi siano rimasti ligi a casa, continuiamo a contare positivi, legati paradossalmente a strutture sanitarie arianesi, come l’ospedale e le RSA in cui soggiornano gli anziani. La questione tamponi è cruciale e continua ad essere affrontata male, nel mancato rispetto delle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministro Speranza, i quali dicono che nelle strutture sanitarie vanno fatti i tamponi, che ricercano il virus e, non i pre test, che ricercano gli anticorpi e spesso si sono rivelati inefficaci. Sui tamponi il lavoro da fare sarebbe stato semplice: sarebbe bastato un reagente da accoppiare al cotton fioc. Se la dr.ssa Morgante lo avesse voluto, avrebbe potuto farlo da subito, attraverso il laboratorio di analisi dell’ospedale di Ariano. La mia amarezza è nel constatare che l’Asl, anziché lavorare per potenziare il nostro ospedale, ha colto l’occasione per distruggere il lavoro degli ultimi 2 anni. Mi riferisco al lavoro che ho fatto per portare l’ospedale da presidio ospedaliero a ospedale Dea di I livello, l’unico tra due province, Avellino e Benevento, che anziché essere potenziato per garantire le cure a un bacino di circa 100.000 utenti, dedicando un’ala al Covid e l’altra ai reparti classici, è stato smantellato, riducendolo esclusivamente a Covid e peraltro, in promiscuità con altri reparti, come ad es., Oncologia. Senza garanzia di sicurezza, né per chi opera all’interno, né dei cittadini bisognosi di cure, per patologie diverse dal Covid.
Dopo una recentissima riunione tecnica, pare che un’ala sarà dedicata al Covid e l’altra ai vecchi reparti
Finalmente una bella notizia! In questi giorni per ottenerne la separazione, ho litigato con tutti. Il 17 aprile ho avuto una discussione in merito sia con il Commissario straordinario Arcuri, che con Paolucci, capo segreteria del ministro Speranza, i quali dopo una Pec al direttore della programmazione sanitaria Urbani, si sono convinti della bontà della mia proposta. Credo siano riusciti a convincere la dr.ssa Morgante, che così va fatto: le due strutture vanno divise, così da poter assistere i pazienti che si recano in ospedale per patologie diverse. Se riaprirà effettivamente il reparto di Ostetricia e Ginecologia, da cui si è originato un po’ tutto, giacché lì avvengono le nascite, vorrà dire che si sta andando nella direzione giusta!
La Asl sta effettuando lo screening dei contatti attraverso i test rapidi: un provvedimento un po’ tardivo?
È una vera e propria omissione della Asl di Avellino, che dopo il mancato rispetto del protocollo ministeriale, sta affannosamente cercando di recuperare, grazie a un mio ulteriore intervento. Ricordiamo che all’inizio nulla era possibile, a cominciare dall’aumento dei posti in terapia intensiva, necessario: abbiamo visto tutti il video di quella povera famiglia impossibilitata a ricoverare il proprio caro, per mancanza del posto letto. Era chiaro fin dai casi della Cina, che l’ospedale andava rinforzato nell’area della terapia intensiva. Dopo un mese dall’emergenza, non solo i tamponi non si sono fatti, ma i 6 posti letto che esistevano già, non sono aumentati. Ci si potrebbe trovare nel paradosso che si potrebbero attivare prima a Sant’Angelo dei Lombardi e in seguito anche ad Ariano, creando soltanto contrapposizione tra le comunità. Andava invece seguito un altro ragionamento: si deve intervenire nella parte dell’Irpinia in cui c’è più bisogno. Sull’esperienza della Lombardia, a cui è mancato il personale, mi sono attivato da subito per sottoscrivere i contratti con medici, infermieri, Oss, autisti. Ho reperito quel personale che, secondo la Morgante, non si trovava. Dopo varie telefonate, Borrelli, che ringrazio per la collaborazione, è riuscito a far sottoscrivere alla Asl i vari contratti. Bisogna smentire le menzogne della direzione dell’Ospedale e della Asl, che hanno dichiarato che non ci sono stati partecipanti ai bandi: ce ne sono stati ben 500. La vera questione è che nel bando si prevedevano contratti con compenso di 30 € lordi, ma al momento della firma diventavano circa la metà, senza vitto e alloggio: a chi sarebbe convenuto rischiare la vita per questa cifra? Né, dopo la firma dei contratti, la Asl si era preoccupata di alloggiarli: sono arrivati un venerdì mattina alle 7,45 senza sapere dove andare. Mi sono prodigato, coadiuvato dal responsabile della Protezione civile comunale, Agostino Lo Conte e, grazie al buon cuore degli Arianesi, gli alloggi si sono trovati per oltre 20, tra medici, infermieri, Oss. La Asl non sta lavorando a favore della comunità arianese, ma contro, speculando anche su questa dotazione: su 5 anestesisti, tre sono rimasti ad Ariano e due sono stati dislocati a Sant’Angelo, dove la terapia intensiva non è ancora attiva. Bisognerebbe lavorare prima dove si è più in difficoltà: io proprio ieri l’altro ho donato 100 mascherine Ffp2 proprio all’ospedale di Sant’Angelo, per dimostrare che la lotta non è tra piccole comunità che soffrono la distanza da Napoli, ma che bisogna unirsi e pretendere il rispetto dei diritti. I cittadini devono pretendere dalla Asl trasparenza: c’è un clima di intimidazione anche verso il personale delle strutture sanitarie, affinché non dica ciò che sta soffrendo.
La Morgante ha diramato una nota disciplinare che vieta al personale di rilasciare dichiarazioni…
Questo dovrebbe farlo anche Frieri, così come il direttore del Pronto soccorso, solerti a rispondermi per accusarmi di dire falsità. Non altrettanto solerti a rispondermi, però, quando chiedo per iscritto al direttore del Pronto soccorso, ad es., dov’è finita la Tac inaugurata pochi mesi fa. Ariano ha subito un saccheggio sistematico a favore di strutture sanitarie private: l’ultimo saccheggio è stato di 4 milioni di euro destinati alla Radioterapia di Ariano, che il distretto arianese ha dirottato a Sant’Angelo per il Centro autismo. Chiedere le dimissioni della Morgante è il minimo: nonostante le sue censure, gli atti ufficiali parlano. La questione delle mascherine l’ha detta lo stesso Naddeo, quel direttore della Farmacia, che davanti alle telecamere dice che tutto va bene. Lui stesso il 19 marzo, scriveva a Frieri che ogni giorno gli giungevano richieste di mascherine, e che tutte le segnalazioni che gli aveva inviato fino a quel momento, risultavano inevase. C’è inoltre un documento ufficiale indirizzato a Frieri e alla Morgante, firmato da 13 medici che lamentano l’organizzazione del reparto Covid, dove stanno inviando medici non idonei, nonostante ci siano anestesisti e medici di altre branche, disponibili. Ho scoperto che le mascherine ci sono: io stesso sono entrato in ospedale e ne ho distribuite 300, ma ho capito che il problema non è la loro mancanza, visto che sono chiuse in alcuni uffici dell’ospedale, bensì la distribuzione tra i vari reparti. Guarda caso, chi smentisce il direttore del Pronto soccorso, non sono io, ma il risultato di un tampone di pochi giorni fa su un infermiere che lavorava lì ed è risultato positivo. Possiamo quindi stare tranquilli e dire che va tutto bene?
La Asl ha avviato un’inchiesta interna, dopo il servizio dell’Espresso sull’ultraottantenne con Covid-19…
A inizio crisi lanciai l’appello “aiutateci”, perché avevo raccolto questa e molte altre segnalazioni. Quando vedi che la gente sta per morire e nessuno la prende in carico, abbandonando le famiglie a se stesse, puoi concepire nel 2020, che chiami un’ambulanza e non ti soccorra? Sapremo dopo molte più cose, c’è ancora silenzio, ma si potevano salvare molte più vite, visto che non avevamo i numeri della Lombardia. Siamo di fronte a un ospedale che ha dimesso persone senza porsi il dubbio se fossero positive, infettando i loro cari. Dalla Asl è mancata la trasparenza e la collaborazione. I suggerimenti non sono stati colti, anzi stravolti, così com’è accaduto per l’assunzione di 47 medici, occasione per metterci le mani sopra. C’è stata troppa superficialità. Ho elaborato un esposto per omicidio colposo e ho già inviato qualcosa in Procura per pandemia colposa: giudicherà la magistratura, ma le cose vanno chiamate come sono. Lo scenario è deprimente, ma non mi arrendo e credo che l’ospedale possa uscire dall’emergenza ritrovando la sua completa funzionalità e inaugurando reparti come Neurologia, Oculistica. Restituendo un buon servizio alla comunità, ci riscatteremmo anche nei confronti dei paesi limitrofi, senza essere più considerati degli untori. Un’altra questione vorrei segnalare: ci sono famiglie arianesi che mi contattano lamentando un vero e proprio sequestro di persona dei familiari. I loro cari si trovano ad Avellino tra il Moscati e Villa Santa Rita, lasciati in un limbo, chi da un mese, chi da due, senza ricevere i due tamponi. Si sarebbero potuti far avvicinare, magari trasferendoli alla clinica Villa Maria o in strutture alberghiere, dove almeno sarebbero stati in ambienti sani. Evidentemente, in barba a qualunque senso di umanità, si preferisce farli stare lì, visto che per ogni giorno di permanenza, si incassano 280 euro.
Il Governatore De Luca ha detto che se le altre regioni aprono in fretta, chiuderà la Campania
Dopo la proclamazione dello stato di emergenza, si è creato il paradosso che i governatori hanno assunto maggiori poteri. Ognuno ha fatto ciò che ha voluto in ogni regione: non è positivo per un Paese che deve uscirne unito. Se fossi in De Luca, darei un’occhiata al Veneto, anche se Zaia è un mio avversario, considerando che lavorare a contatto coi dipartimenti universitari e gli scienziati, è meglio dell’uso dei lanciafiamme e dell’esercito: ci consentirebbe di aprire in sicurezza. De Luca si sarebbe dovuto attrezzare per i posti letto in terapia intensiva, per la rete epidemiologica, i tamponi, le mascherine, accettando l’offerta di Federfarma dei laboratori privati sul territorio, per fare le analisi. Mi sto interessando all’IIA (Industria Italiana Autobus) facendo attrezzare l’azienda per la sicurezza di chi ci andrà a lavorare. Sarebbe da incoscienti riaprire rischiando un aumento dei casi, che ci porterebbe a richiudere con enormi danni. Vorrei sapere inoltre dalla Asl, perché continua ad agire in modo familistico: perché si fanno i test all’azienda Ema, che è legata a una potente famiglia di Avellino che fa politica da decenni e non ad altre nostre arianesi, come la Vitillo per dirne una, o altre imprese che non sono da meno.
La sanità alle regioni o allo Stato?
Ciò che proporrò al Governo è di investire in un modello che concepisce i beni e servizi di prima necessità come l’acqua, la sanità, la scuola, come pubblici, senza cogestione privata, perché quest’ultima ha determinato confusione e sprechi di denaro. Lo Stato con la riforma del titolo V della Costituzione, non controlla nulla di tutto ciò. Dopo questa crisi, il Governo deve fare investimenti nella sanità pubblica, che non può essere intesa come un ufficio di collocamento. La politica dal canto suo, deve fare un passo indietro: molte competenze devono essere riportate allo Stato, padre di famiglia che deve assumersi le responsabilità, senza delegare a Regioni e Province. Il modello sanitario che abbiamo visto in Lombardia è stato fallimentare e ci costringe a cambiare rotta: molte competenze vanno riportate allo Stato. La sanità dev’essere affidata a chi è capace: medici, scienziati, vincitori possibilmente, di concorso pubblico.
A proposito di disservizi, è stato risolto il problema degli uffici postali chiusi?
Ho chiamato l’amministratore delegato di Poste Italiane, il quale mi ha rivelato che il problema era nella mancanza di blindatura degli uffici: gli ho proposto di acquistare noi i plexiglass. La riapertura di Cardito non era prevista a breve poiché era provvisto di bancomat: gli abbiamo spiegato le distanze che intercorrono tra le zone e la popolosità dei vari quartieri. Prima di Pasqua hanno aperto per un solo giorno a settimana, con code notevoli: li ho ricontattati e finalmente abbiamo ottenuto spiragli. Calvario da lunedì 20, riaprirà 6 giorni su 6 e, gradualmente riapriranno anche Palazzisi e La Manna. Si sta approntando il servizio di igienizzazione dei locali, che una volta concluso, consentirà la riapertura continuativa.
Attualità
Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.
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Confesercenti Avellino: assegnati nuovi codici attività, imprese possono verificare rispondenza

La Confesercenti provinciale di Avellino informa che anche in provincia di Avellino, come nel resto d’Italia, la locale Camera di Commercio ha provveduto ad effettuare l’aggiornamento d’ufficio dei codici Ateco per la classificazione delle attività di impresa e professionali con partita Iva presenti sul territorio.
Un’operazione avviata il 1 aprile, sulla scorta delle nuove classificazioni introdotte, con l’obiettivo di mappare con maggiore precisione il sistema produttivo del Paese, tenendo conto degli standard internazionali e dell’evoluzione economica e sociale che si è determinata negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2007, data dell’ultimo aggiornamento.
Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.
Nelle visure e nei certificati sono state inoltre aggiunte eventuali ulteriori informazioni relative ad alcune tipologie di attività economica come i canali di vendita e di intermediazione.
Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato tramite l’app Impresa Italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it.
Se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia pienamente la realtà dell’attività svolta, l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente fino al 30 novembre 2025, tramite l’apposito servizio presente sul sito web rettificaateco.registroimprese.it
Attualità
Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.
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