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Emergenza Covid-19 Vittorio Melito:”Zona rossa e test rapidi, ci stanno forse prendendo in giro?”

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Dal dr. Vittorio Melito, riceviamo e pubblichiamo:

Non è mio costume intervenire pubblicamente in maniera ripetuta, forse noiosa, ma sono spinto da preoccupazione e dolore per la mia Ariano, della quale ebbi l’onore di essere il primo cittadino.

Ci stanno forse prendendo in giro?

La circolare in data 3/4/2020 del Ministero della Salute avente ad oggetto “Pandemia di COVID-19 – Aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità. Aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio” distingue i test diagnostici basati sul rilevamento del virus nelle secrezioni respiratorie (i c.d. tamponi), tra i quali vi sono anche kit di diagnosi rapida virologica, dai test sierologici. I primi consistono nel rilevamento in secrezioni respiratorie, prelevate in sede orofaringea, della presenza del virus nelle secrezioni stesse tramite l’amplificazione dei geni virali con metodi di RT-PCR, ovvero (quelli rapidi) direttamente nelle secrezioni; sono analisi che possono essere eseguite soltanto in determinati laboratori, debitamente autorizzati, che dispongono di specifiche attrezzature, di personale debitamente formato ed in grado di manipolare i campioni evitando rischi di contaminazione I test sierologici sono invece analisi di campioni di sangue che rilevano la presenza (non del virus, ma) di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi, eseguibili in tutti i laboratori di analisi.

Si legge però nella citata circolare che “i test sierologici sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. Diversamente, come attualmente anche l’OMS raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa. In particolare, i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, secondo il parere espresso dal CTS, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS. Il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione della presenza degli anticorpi mediante l’utilizzo dei test rapidi non è comunque indicativo di un’infezione acuta in atto, e quindi della presenza di virus nel paziente e rischio associato a una sua diffusione nella comunità. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2. Infine, l’assenza di rilevamento di anticorpi (non ancora presenti nel sangue di un individuo per il ritardo che fisiologicamente connota una risposta umorale rispetto all’infezione virale) non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e relativo rischio di contagiosità dell’individuo.”

In parole povere, chi risulta negativo a questi test può essere ugualmente affetto da Sars-CoV2 se ha contratto l’infezione da poco tempo, oppure se essa è asintomatica e non ha dunque indotto la formazione di anticorpi, senza per questo escludere la contagiosità del soggetto.

Chi invece risulta positivo potrebbe trovarsi: 1) in fase di immunizzazione (in via di guarigione), ma essere ancora contagioso per una incompleta eliminazione del virus dall’organismo; 2) essere totalmente guarito e non contagioso per eliminazione definitiva del virus; 3) essere semplicemente venuto in contatto con altri corona virus (non il Sars Cov2), costituendo i cosiddetti falsi positivi. Quindi, per dirimere ogni dubbio relativo a queste tre possibilità, andrebbe comunque fatto il tampone per la ricerca diretta del virus (RNA).

I test sierologici sono dunque pressoché inutili a fini diagnostici o, almeno, soltanto vagamente indicativi della necessità di approfondimenti.

La stessa circolare prosegue affermando che ”l’esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o clinicamente sospetto così come indicato nella circolare n. 9774 del 20/03/2020. Per garantire la sua efficacia nella strategia di ricerca dei casi e dei contatti, l’esecuzione del test deve essere tempestiva. L’esecuzione dei test va assicurata agli operatori sanitari e assimilati a maggior rischio, sulla base di una sua definizione operata dalle aziende sanitarie, tenute ad effettuarla quali datori di lavoro.”

Inoltre, in caso di necessità dovuta ad oggettive difficoltà esemplificate nella circolare, i tamponi devono essere eseguiti dando priorità a: pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave; tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle altre strutture di lunga degenza; operatori sanitari esposti a maggior rischio; operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro; operatori, anche asintomatici, delle RSA e altre strutture residenziali per anziani; persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbilità, ivi incluse le persone vulnerabili, quali le persone che risiedono in residenze per anziani; primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse.

Dunque, se i test già eseguiti sul personale ospedaliero e dei quali si pubblicizza la prossima estensione sono di tipo sierologico, non servono a “screenare” (orribile neologismo) la popolazione, ma soltanto a fini di ricerca e valutazione epidemiologica. Nessuna tranquillità ne può derivare.

Rimane inattuata la priorità di sottoporre a tampone (non a test rapidi sierologici), fra l’altro, tutti gli operatori sanitari, tutti gli operatori ed ospiti di residenze sanitarie, tutte le persone anziane con patologie pregresse.

Dunque, non è ancora stato avviato nessun intervento di particolare riguardo per la zona rossa di Ariano Irpino.

Sono profano della materia e può darsi che stia prendendo un colossale abbaglio; se qualche sanitario mi può correggere, ne sarò lieto.

In caso contrario, al danno si aggiunge la beffa!

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Confesercenti Avellino: assegnati nuovi codici attività, imprese possono verificare rispondenza

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La Confesercenti provinciale di Avellino informa che anche in provincia di Avellino, come nel resto d’Italia, la locale Camera di Commercio ha provveduto ad effettuare l’aggiornamento d’ufficio dei codici Ateco per la classificazione delle attività di impresa e professionali con partita Iva presenti sul territorio.

Un’operazione avviata il 1 aprile, sulla scorta delle nuove classificazioni introdotte, con l’obiettivo di mappare con maggiore precisione il sistema produttivo del Paese, tenendo conto degli standard internazionali e dell’evoluzione economica e sociale che si è determinata negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2007, data dell’ultimo aggiornamento.

Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.

Nelle visure e nei certificati sono state inoltre aggiunte eventuali ulteriori informazioni relative ad alcune tipologie di attività economica come i canali di vendita e di intermediazione.

Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato tramite l’app Impresa Italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it.

Se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia pienamente la realtà dell’attività svolta, l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente fino al 30 novembre 2025, tramite l’apposito servizio presente sul sito web  rettificaateco.registroimprese.it

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Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

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La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.

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Papa Francesco: coesione e non divisione, l’invito rivolto ai potenti del mondo inclusa la Meloni

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La morte di Papa Francesco segna il passaggio verso un’era nuova della chiesa. La persona umana è il fulcro ed il motore del nuovo mondo, non vocato solo alla logica del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle risorse del pianeta, ma alla ricerca costante di un equilibrio che dia voce e dignità agli ultimi ed ai paesi più poveri, oppressi da gravosi debiti verso gli Stati ricchi. Un’ideale raccomandazione rivolta ai potenti del mondo presenti in Piazza San Pietro e intervenuti per la celebrazione dei funerali di Papa Francesco, di non escludere ma di includere, di ascoltare e decidere con provvedimenti equi che tengano conto di tutte le parti in gioco. La politica deve produrre coesione e non divisione, questo l’invito che dovrebbe essere accolto dalla Meloni, concentrata con il suo governo ad approvare lo Spacca Italia, provvedimento scellerato che ratifica le disuguaglianze per legge esistenti tra le due aree del paese, preclude a 20 milioni di meridionali i diritti civili e di cittadinanza declinati dalla Costituzione, mette la pietra tombale sulla Questione Meridionale, mai affrontata e mai risolta.Il parlamento italiano accolga le parole di Papa Francesco e crei le condizioni affinché si avvii il Paese verso la riunificazione socio-economica mairealizzata e forse, mai voluta.

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