Attualità
Emergenza Covid-19 La quarantena in Irpinia, cosa ne sarà di noi?

In Irpinia siamo arrivati quasi al secondo mese di isolamento.
Come nel resto d’Italia, la zona rossa si è espansa come una macchia di sangue da Nord a Sud: siamo tutti alla ricerca del positivo, in un mondo fatto di tanta negatività…
Un mese fa circa, la prima nevicata di un inverno troppo caldo. La neve cadeva copiosa, ma quest’anno, affacciati alla finestra con il vetro appannato dal calore del respiro, la speranza non era che la neve si posasse per uscire a giocare, ma che ripulisse l’aria. Un’aria infetta, che non respiriamo più. L’aria che non fa più parte della vita che viviamo, riflessa in un PC o sullo schermo di un cellulare, aspettando una telefonata o la videochiamata serale.
Tutti a casa, vicini ma lontani, tra un litigio e un altro, tra musi lunghi e lamentele, tra ansie e paure, tra pulizie maniacali e la spesa settimanale, senza trascurare i pomeriggi interi trascorsi a impastare: ricordavamo come si faceva?
Molte giornate volano davanti al caminetto, davanti alla TV o Internet, a leggere i titoli dei giornali che da un giorno all’altro, hanno registrato da 100 a più di 900 decessi in un solo giorno… e, tutto questo è diventato, ormai, il nostro buongiorno e la nostra buonanotte…
L’emergenza è mondiale, ma la lente d’ingrandimento, questa volta, si sposta sull’Irpinia, tra paesini che si svuotano anno dopo anno, nella terra del terremoto dell’80, dei Sanniti, dei Briganti, di gente che lavora nei campi e fa sacrifici, insomma di gente “tosta” che è abituata a soffrire…
I nostri occhi e i nostri cuori, sono tutti rivolti alla città di Ariano Irpino che, ad oggi, risulta essere il focolaio più grande di contagi.
Cosa possiamo fare noi, tutti chiusi nelle nostre calde casette? Con l’angoscia nel cuore, possiamo solo ammettere che siamo vittime di un sistema sbagliato, malato, per restare in gergo: siamo il frutto di ciò che abbiamo “seminato”: invidie, gelosie, odio e rivalsa? Abbiamo dato lauree facili a medici, infermieri e amministratori, per poi soffrire fino alla disperazione per la loro incapacità o fragilità davanti alla prima vera emergenza con cui si sono trovati a che fare, per la prima o per la centesima volta, poco importa. La parola che risuona come un macigno è “il non essere all’altezza”, una ferita che ci lascerà una brutta cicatrice…
Siamo il frutto della superficialità, di una politica che pensa ai propri interessi e non ai bisogni della collettività? Una politica che intasca soldi sporchi, per poi girare con il vestito Gucci, con la macchina all’ultimo grido, parcheggiata nella villa al mare? O, magari, va in giro a vantarsi per il figlio laureato alla Luiss grazie alle raccomandazioni? Tutto ciò accade nel silenzio, mentre c’è gente che muore ancora sola e abbandonata a se stessa nelle case, in paesi di 2.000 anime…
Siamo tutto questo? Sindaci e politici impazziti e piagnucolosi che usano l’emergenza per “beccarsi” sulle proprie dèfaillance o per cacciare gli scheletri nell’armadio dell’avversario, che non sanno se ciò che decretano sia la cosa giusta da fare e non la meno peggio, o di persone titubanti che si muovono quando la situazione precipita del tutto?
Perché non sappiamo fare il nostro dovere e il nostro mestiere? Perché non sappiamo scegliere da soli, cosa è giusto?
E gli imprenditori, che hanno delocalizzato la produzione delle loro attività in Paesi stranieri dove il costo del lavoro è molto più basso, cosicché ora ci ritroviamo a sperare nell’aiuto di altri o in accordi tra Stati, per avere quello che una volta veniva prodotto in Italia?
Ritorniamo all’Irpinia: girano sui social frasi come, “Vi abbiamo solo chiesto di stare in casa mentre, ai vostri nonni, di andare in guerra”…
I nostri nonni… al sol pensiero un nodo si stringe in gola…
Loro, la nostra vera fonte di saggezza e lucidità, le nostre perle rare che custodiscono tutti i nostri segreti, le nostre curiosità…
Loro, che per farci felici diventano bambini e si rendono ridicoli…
Loro, che nel riflesso dei nostri occhi ringiovaniscono, che vivono per noi, che ci amano incondizionatamente perché sono stati genitori e hanno messo al mondo i nostri papà e le nostre mamme.
I nostri nonni, forti come le nostre querce secolari, le nostre radici salde…
E pensare che oggi proprio loro potrebbero lasciarci da un giorno all’altro, perché questo virus potrebbe uccidere soprattutto loro: quanto è ingiusto tutto questo?
E i giovani che fino alle più pesanti restrizioni del mese scorso hanno continuato ad uscire beatamente, noncuranti di quanto avrebbero perso, una fortuna!
Che nonno era Adriano Trevisan? La prima vittima del Covid-19, o i defunti di Ariano, nonni e genitori, o tanti e tanti altri che stanno lasciando questo mondo soli, impauriti, in un ospedale, circondati da uomini e donne “bardati” come alieni… Bel paradosso: nascere in una casa povera e fredda, ma circondata da amore e morire al caldo, pensando di stare quasi su un altro pianeta, dove è vietato il contatto umano, o dove il prete ti dà l’estrema unzione dietro un vetro e tua figlia ti saluta piangendo dietro uno schermo di un cellulare, lontana km e km da te…
Una vita magari spesa a lavorare in un campo o in una fabbrica, per trovare la morte per caso, forse per aver bevuto davanti ad un bicchiere infetto, giocando a carte dopo una vita di sacrifici, in un baretto, magari poco pulito, come molti bar, ma un luogo dove, sicuramente, si può trovare qualcuno con cui confidare l’esito dell’ultima visita medica, la nascita della nipotina, la laurea della pronipote, o un luogo per scappare dalla solitudine che affligge gli anziani tutti i giorni e che sembra scemare in un bicchiere di grappa e qualche risata con amici di vecchia data.
Si può morire così? Si può mai scegliere tra la vita di un anziano o di un giovane nel 2020?
Ritorniamo all’Irpinia e ai sacrifici che dobbiamo fare restando in casa, mentre i nostri nonni andavano in guerra…
Un confronto che non regge nemmeno in una dimensione surreale; i nostri nonni sapevano cosa significa quando lo stomaco brontola perché è vuoto, stare al freddo per ore, non vedere la nonna per mesi a causa della guerra, perdere i figli per una banale febbre, campare con poco, contare i soldi che non bastavano mai, loro sapevano della fatica del lavoro dei campi…
Cosa ne sarà di noi? Di noi abituati ad avere tutto e subito, di amori che iniziano e finiscono, giusto il tempo di una sigaretta, di “incazzature” per niente, magari perché i genitori non ci hanno dato la paghetta mensile o non ci hanno comprato il cellulare come il nostro migliore amico.
Noi che allo studio sui libri, preferiamo il PC, noi: la generazione del copia e incolla, del fast food, dell’happy hour, dell’attimino, del caffettino, del cappuccino, del toy boy, delle Milf, dei reality, dei social, dei selfie e dei killfie, della corsa a fare l’influencer come mestiere, anziché studiare…
Come sarà uscire di casa dopo mesi? Riusciremo a dare quell’abbraccio che a stento riuscivamo a dare prima? Riusciremo a guardare i nostri amici con sincerità o continueremo a uscirci perché ci conviene, e a lasciare l’amicizia fuori dalla porta una volta rientrati a casa? Continueremo a voler essere i più bravi della classe a tutti i costi, anche se siamo consapevoli che il compagno di banco è migliore di noi? Riusciremo a chiedere scusa ai nostri genitori dopo una litigata o per aver alzato troppo la voce? Riusciremo a dire un “ti amo” puro, senza loschi segreti o confusione nella testa? Riusciremo a credere nell’amore dei nostri nonni, in cui l’amore era unico, vero e per sempre, o continueremo a sposarci senza consapevolezza e al primo litigio correremo dal primo che ci mostra un interesse fittizio?
E i nostri nonnini? Continueremo ad abbandonarli nelle case di riposo, dove vengono spesso maltrattati, o finalmente riusciremo ad amarli come davvero chi ha paura di perdere qualcuno, come la cosa più bella che abbiamo mai avuto e che la vita ci abbia donato?
Cosa ne sarà di noi? Gli Irpini riusciranno a risollevarsi anche questa volta anche se, in questo caso, non si tratta di costruire una casa distrutta, ma una piramide di valori che vacillava da anni… ci voleva questo “esserino” invisibile per farci crollare? O eravamo già sul baratro e serviva una spinta?
È arrivata più forte di un terremoto, di uno tsunami. Nessuno ci ridarà tutti questi mesi di vita perduti. Ora possiamo sapere cosa prova chi non può uscire per malattia o depressione o altri motivi: impariamo da questo isolamento forzato, che c’è chi soffre davvero nella vita e le nostre sono solo banalità, dettate dal benessere che non sappiamo più apprezzare, visto che ci siamo abituati…
Impariamo a non privarci di vivere una vita vera, autentica.
Dobbiamo imparare a respirare di nuovo e ne avremo di tempo per farlo, impariamo a farlo bene, senza scuse, perché, quando usciremo, inizieremo la giornata proprio da un respiro di aria pulita…Finalmente!
Attualità
Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica, con nota assunta a protocollo dell’Ente n. 17749 di oggi 16 giugno 2025, che, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi lunedì 16 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (17 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina.
Attualità
Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.
Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi
Attualità
Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina
-
Attualità4 settimane fa
Auto in fiamme in pieno centro storico
-
Attualità4 settimane fa
Referendum 8 e 9 giugno, pubblicato l’elenco scrutatori di seggio
-
Attualità2 settimane fa
Lavori Centro Storico – Il Presidente UCA Manfredi D’Amato: Sollecito per contributo straordinario a favore delle attività commerciali del centro storico.
-
Attualità2 settimane fa
L’ Amministrazione Comunale di Ariano, premia il GSA Pallavolo Ariano ASD
-
Attualità4 settimane fa
Referendum 8 e 9 giugno: i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza
-
Attualità3 settimane fa
Referendum, gazebo informativo del PSI domenica 1 giugno in Piazza Plebiscito
-
Attualità1 settimana fa
Spara al drone del vicino, ritirato porto d’armi a un 37enne
-
Attualità1 settimana fa
Da domani 8 giugno, riaprono le strade chiuse nel centro storico ad Ariano