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Elezioni Camera di Commercio Irpinia-Sannio. Non si placano le polemiche, Loffreda (Coldiretti) replica a De Vizia

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 Replica al presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia, in merito alle affermazioni sulle elezioni alla Camera di Commercio di Avellino riportate mercoledì 27 luglio 2022 sull’edizione irpina di un importante quotidiano –

Se le elezioni alla Camera di Commercio Irpinia Sannio sono avvenute alla luce del sole, probabilmente il sole e il caldo sono stati talmente forti da annebbiare la memoria del presidente De Vizia. Ad affermarlo con cognizione di causa è Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania e organizzatore delle riunioni di tutti gli incontri che hanno preceduto e che sono seguiti al voto per il nuovo presidente. Nella prima riunione – rammenta Loffreda – fu proprio Pino Bruno a chiedermi di presiedere gli incontri, che avevano in agenda il sostegno a Piero Mastroberardino. Di fronte ad un nutrito gruppo di testimoni sia Bruno che De Vizia hanno manifestato fin da principio la necessità di un percorso guidato dal noto produttore vitivinicolo irpino.

Avrei preferito tacere rispetto alla desolante vicenda a cui abbiamo assistito, ma non posso esimermi dal testimoniare la verità rispetto a chi non solo ha mentito, ma lo ha fatto sapendo di mentire. De Vizia e Bruno non hanno espresso mai alcuna obiezione sulla candidatura di Mastroberardino, né prima né dopo la prima votazione.

Ricordo i fatti, non oscuri, ma svoltisi di fronte a testimoni. Il 2 luglio il presidente De Vizia in riunione si professava massimo sostenitore di Mastroberardino e sottoscriveva insieme a Confindustria Benevento, Coldiretti Avellino e Benevento, CIA Avellino e Benevento, CNA Avellino e Benevento, il documento programmatico del professore. Circostanza comunicata alla stampa e mai smentita.

Martedì 5 luglio, alla prima votazione, stranamente invece dei 14 voti che avevamo contato come firme al documento di Mastroberardino, arrivano 11 consensi. Con il senno di poi quei 3 voti in meno spiegano che già prima del 5 luglio era in corso un’operazione doppiogiochista.

Venerdì 8 luglio, alla riunione convocata presso la CNA, Confindustria Avellino non c’è più. Ma alla riunione partecipa e interviene Oreste La Stella, che dichiara di voler convergere sul nostro progetto.

Pertanto l’8 luglio la base dei sostenitori si consolida con l’adesione di Cisl, Confcooperative, ABI-Banche, Consumatori, Confesercenti e con l’annuncio della convergenza espressa dalla viva voce di La Stella, che motiva tale orientamento in ragione della incompatibilità del suo schieramento sia con Confindustria Avellino che con Unimpresa (con le quali poi costruirà il risultato elettorale che conosciamo).

Senza una spiegazione credibile e senza avere il coraggio di un confronto a viso aperto con un gruppo di autorevoli e rappresentative associazioni di categoria, mercoledì 13 luglio De Vizia dichiara alla stampa di voler sostenere Pino Bruno, a cui la domenica si aggiungono Casartigiani Avellino, Api Avellino e Claai Benevento, per “una governance autorevole ed inclusiva, capace di garantire rappresentanza a tutte le componenti del tessuto economico e sociale delle aree interne”. Una motivazione discutibile, per non dire altro, dal momento in cui sceglieva di chiudere il confronto sia con tutto il settore agricolo, sia con metà dell’industria, del commercio e dell’artigianato.

Altro che luce del sole! Le manovre sotterranee che hanno portato all’elezione di Bruno sono state totalmente opache. Sulla scena del delitto ci sono due prove con cui il commissario Montalbano andrebbe a nozze. La prima prova è il fatto, registrato agli atti della Camera, che la candidatura di Pino Bruno non è mai stata presentata al Consiglio con un programma, neanche la mattina del 19 luglio per chiedere il voto. Il suo nome è spuntato direttamente sulle schede durante lo spoglio. La seconda prova è la dichiarazione a caldo del neo eletto presidente, che ringrazia Vigorito per il sostegno di Confindustria Benevento, salvo poi essere smentito dallo stesso che ha ribadito con un comunicato il sostegno a Mastroberardino. Una conferma che i voti sono arrivati da un blitz fatto di manovre esterne, eterogene e senza progetto.

Alle maldestre affermazioni di De Vizia si somma l’ultima presa di distanza non richiesta, excusatio non petita, che chiarisce in maniera cristallina e definitiva lo squallore umano e politico da cui si è generata la famosa quota 18 che ha eletto il nuovo presidente.

Se queste sono le premesse, se questa è l’autorevolezza di chi annuncia di voler difendere gli interessi delle imprese dell’Irpinia e del Sannio, come organizzazione siamo estremamente preoccupati. Nessuno di noi ha chiesto il voto senza cognizione di causa. Noi abbiamo sostenuto un programma serio, scritto e sottoscritto con competenza e trasparenza. Un percorso che voleva tenere unito il fronte agricolo e che avrebbe portato all’elezione di un presidente non di parte, non un dirigente di Coldiretti, ma pienamente rappresentativo dell’agricoltura.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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