Cultura Eventi e Spettacolo
S.O.S. SALVIAMO IL CONVENTO DEI PADRI CAPPPUCCINI DI ARIANO IRPINO.

Dal prof. Giovanni Orsogna riceviamo e pubblichiamo:
“LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI E ALLA CITTA’ DI ARIANO
Cari Arianesi vicini e lontani,
un altro pezzo di storia di Ariano destinato alla “damnatio memoriae”, mentre le istituzioni sono sorde e distratte.
L’ultimo convento dei Cappuccini, situato sopra una collinetta alle falde della collina della Madonna del Carmine di Ariano Irpino, da circa 100 anni i trova in stato di abbandono, incuria e a rischio distruzione e/o di vandalismo.
Vi è una contrada tra le più belle di Ariano: Contrada Paradiso, con vista panoramica da mozzafiato verso il Taburno e la Bella Dormiente. Un convento, l’ultimo rimasto dei 7 che vi erano nel passato: Sotto il titolo della SS.ma Trinità nella seconda metà del sec. XVI, per voto della città del Tricolle, il sindaco del tempo Boezio Tasso, della famiglia di Torquato Tasso, venuto al seguito della Famiglia ducale Gonzaga, a spese del Municpio comprò il terreno e volle far contribuire alla fondazione della Chiesa e convento, affidandolo ai PP. Cappuccini.
Questa famiglia monastica,è stata presente fino alla soppressione dei conventi epoca napoleonica e del 1860. Sede di studentato era provvista di una bella chiesa, oggi inesistente, con opere importanti tra le quali quelle del pittore fiammingo Giovanni de Metz. La Chiesa venne demolita nei primi decenni del novecento.
Quello che resta del convento venne acquistata dalla Famiglia del Sindaco e consigliere Provinciale Nicoletti.
Oggi il monumento conventuale è di proprietà privata. ne resta il chiostro murato in parte, il pozzo e il refettorio, adibito a stalle nel novecento.
All’interno sono ancora visibili i resti di due affreschi cinquecenteschi di S. Francesco di Assisi e di S. Antonio da Padova, altri frammenti importanti quali un frate che pesa le erbe officinali con un bilancino. Il tutto è ricoperto da cale.
Lungo la strada che conduce al Santuario di S. Liberatore, il convento è costeggiato da un muro a secco di epoca cinquecentesca con all’angolo un nicchia con statua di S. Antonio di Padova. sul lato esposto ad est, è stato sbancato per implementarte un supermercato, che andrebbe a togliere la visuale della città di Ariano.
Gli affreschi già segnalati nel PUC e al Comune e Soprintendenza competente, sono in stato di conservazione gravissimo, con rischio di distacco. Alllo stato,poichè nel PUC di Ariano, in fase di approvazione definitiva non risultano più nessuna tavola e/o proposta di vincolo, sono stati considerate opere insignificanti e destinate alla distruzione qualora i proprietari decideranno un’alienazione e/o progettazione di nuove strutture moderne quali agriturismo o altro.
Così venne decretata la istruzione degli affreschi fiamminghi mittleuropei della villa Fedele ex casina di caccia e di rappresentanza della famiglia Nicoletti. Successivamente acquistatata da altri proprietari.
RIVOLGO AGLI ARIANESI, ALLE AUTORITA PREPOSTE, ALLE ASSOCIAZIONI, ALLE SCUOLE E AI SINGOLI CITTADINI L’APPELLO:
1- Salviamo e tuteliamo queste reliquie del passato, sono stati testimoni muti di devozione, di sacrifici, e casa di educazione e crescita della città.
2- Si propone il restauro conservativo dell’immobile, la messa in sicurezza del muro del convento (costruito con le pietre del castello).
3- Al Sindaco, quale Ufficiale di governo l’intervento a che si possa convincere le istituzioni e i privati proprietari nel fare una convenzione per la valorizzazione dell’immobile con un progetto ad hoc.
3- Alla Soprintendenza, che è già a conoscenza, di vigilare e/o in mancanza di effettuare il distacco degli affreschi cinquecenteschi.
Spero che gli Arianesi escano dal torpore e promuovano azioni concrete in merito e che non si lamentino che la città perde pezzi di storia e di arte.
Ringrazio Ariano in movimento e Giovanni Maraia, unica personalità che è sempre in prima fila ed attento con uno sparuto gruppo di arianesi che vogliono che la città il suo territorio venga tutelato e opportunamente difeso
E’ in preparazione un libro bianco di documentazione sui beni artistici, storici, immobili e naturalistici, da parte dello scrivente.
Invito a sostenerci con una petizione popolare”
Attualità
Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.
Attualità
Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.
Attualità
FIERA DI VENTICANO – D’Agostino (FI): Qui l’Irpinia che resiste e innova

Avellino, 24 apr – “Oggi ho partecipato con interesse all’inaugurazione della 46^ Fiera Campionaria di Venticano, un evento che non è solo una vetrina, ma una parte pulsante dell’Irpinia e del Mezzogiorno. Con oltre 140 espositori e un padiglione dedicato al Made in Italy, la Fiera celebra l’agricoltura, l’enogastronomia e l’artigianato di qualità del Centro-Sud, dimostrando che le aree interne possono essere motore di sviluppo.
Ho incontrato produttori determinati, storie di passione e sacrificio che incarnano lo spirito di un Sud che non si arrende e punta all’eccellenza. La loro energia è la prova che, anche in territori spesso marginalizzati, l’imprenditoria di qualità può crescere e competere.
Una delle proposte più interessanti emerse oggi è la trasformazione del quartiere fieristico in un hub di servizi per la Valle del Calore. Un’idea strategica, che condivido pienamente, per valorizzare le risorse locali e attrarre investimenti. Come sindaco e imprenditore, sono convinto che iniziative come questa siano importanti per creare lavoro, contrastare lo spopolamento e unire tradizione e innovazione.
Grazie alla Pro Loco Venticanese, ai volontari e a tutti coloro che rendono possibile questa manifestazione. La Fiera di Venticano non è solo un evento, è un simbolo di speranza e un modello per l’Irpinia.”
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