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Pier Luigi D’Ambrosio, Irpinia Zinco: mi ispiro ad Olivetti, penso la fabbrica per l’uomo

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Il 4 maggio 2020 è una data che probabilmente sarà ricordata nei libri di storia, come quella della Fase 2 ai tempi del Covid-19. Ben due mesi sono trascorsi dal Decreto in cui l’Italia, totalmente zona rossa, si è fermata, ad eccezione di poche categorie, come il personale medico, gli operai del settore alimentare e alcuni impiegati.

Da ieri, si potrà godere di una passeggiata all’aria aperta, ma non si può abbassare la guardia. Come ha affermato Conte: Il governo non può assicurare in modo immediato il ritorno alla normalità. Questa fase sarà di convivenza con il virus e non di liberazione dal virus. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti. In base ai dati, si procederà a un ulteriore allentamento delle misure contenitive”.

Per le aziende, la prima riapertura c’era già stata il 27 aprile (ad eccezione della città di Piacenza) per alcuni settori, come il manifatturiero, le aziende di export e alcuni cantieri di opere pubbliche sul dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, residenziale pubblica e penitenziaria, solo se in condizione di rispettare i protocolli di sicurezza firmati dal Governo.

Ieri hanno riaperto i cantieri pubblici, le aziende del settore automobilistico, tessile, di fabbricazione dei mobili, vetro, costruzioni, commercio all’ingrosso, etc…

In Alta Irpinia, tra le aziende ripartite, l’Irpinia Zinco, che fa parte del Polo Aziendale dell’area Calaggio di Lacedonia (AV). Irpinia Zinco è l’impianto di zincatura a caldo più grande dell’Italia centro meridionale. Attiva dal 1987, si estende su una superficie coperta di 7.700 m² e 25.000 di piazzali e ogni anno registra una capacità produttiva di 50.000 tonnellate. Ad oggi, sono 67 i dipendenti presenti, inclusi gli interinali.

Abbiamo intervistato il dottor Pier Luigi D’Ambrosio, direttore generale di Irpinia Zinco

Dottor D’Ambrosio, quali misure di sicurezza sono state attuate in azienda, dopo aver avuto la notizia della diffusione del Covid-19 al Sud Italia?

Subito dopo il Decreto riguardante le misure da attuare in azienda, ho convocato una riunione per definire le procedure da mettere in atto per far fronte all’emergenza, con l’ingegnere chimico Rosa Francesca, il medico competente Franco Mazza e Bruno Pandiscia, rappresentante sindacale e RSL. Abbiamo iniziato dall’affissione di cartelli informativi riportanti le norme da rispettare, esternamente e all’interno dell’azienda, a partire da noi dell’amministrazione, ai dipendenti, fino ai trasportatori esterni. Per quel che riguarda il luogo di lavoro, abbiamo dato ordine di sanificazione e pulizia approfondita di tutti gli ambienti, adoperando lampade UV per sanificare i documenti, e di generatori di ozono, per purificare tutti gli ambienti da virus e batteri. La sanificazione approfondita avverrà ogni sabato.

Riguardo i dipendenti invece? Descriva una giornata tipo di un operaio di Irpinia Zinco

I nostri dipendenti hanno ripreso a lavorare ad aprile, la settimana dopo Pasqua, devo ammettere che, tra polemiche e difficoltà, siamo riusciti a gestire la situazione nel migliore dei modi. Abbiamo ridotto i turni in uno unico, dalle 7:00 del mattino alle 15:30 del pomeriggio. I dipendenti sono divisi in gruppi e, in questo modo, alternano lavoro a cassa integrazione.

I dipendenti già di norma sono muniti di mascherine e guanti per difendersi dalle polveri e dagli acidi: quelli che sono in prossimità della vasca dove avviene la zincatura a caldo, sono provvisti anche di visiera. Per l’emergenza Covid-19, tutti hanno iniziato ad utilizzare guanti monouso. Appena hanno ripreso a lavorare sono stati sottoposti al test rapido con pungidito e fortunatamente, sono risultati tutti negativi al Covid-19, questo test verrà ripetuto ogni 15-20 giorni.

Ogni mattina, sono sottoposti al termoscanner, uno strumento utilizzato dal responsabile di produzione per misurare la temperatura a distanza. Una volta provvisti di guanti e mascherine, i dipendenti possono servirsi degli erogatori di disinfettante che abbiamo posizionato all’ingresso dell’azienda e all’ingresso del refettorio. Nei reparti devono rispettare la distanza sociale di un metro, mentre durante la pausa possono consumare il pasto nel refettorio (non siamo provvisti del servizio mensa): ciononostante sono severamente vietati gli assembramenti. Possono usufruire dei bagni aziendali e degli spogliatoi (8 persone alla volta) aperti solo ed esclusivamente ai dipendenti, ai quali non è consentito avere contatti con l’esterno.

Abbiamo attivato delle norme anche per i trasportatori che provengono da varie parti d’Italia: per prima cosa devono presentare un’autocertificazione in cui devono dichiarare di non essere in quarantena, di non aver avuto problemi di salute, tutto ciò è registrato insieme al recapito telefonico di ognuno di loro, che ci consente di contattarli in ogni momento. Inoltre, non è consentito loro di scendere dall’automezzo e se, per urgenti necessità dovessero aver bisogno di comunicare con l’accettazione, possono farlo tramite un separatore in vetro protettivo. Possono servirsi di WC messi esclusivamente a loro disposizione, provvisti di acqua calda e fredda e di docce.

Cosa è cambiato in azienda da aprile ad oggi?

Dal punto di vista delle norme aziendali anti contagio, proprio ieri (4 maggio) sono stati portati distributori di bevande e snack solo per i trasportatori esterni, in modo da ridurre a zero ogni contatto con i nostri dipendenti. Il cambiamento si avverte sicuramente, c’è uno spirito diverso: prima c’era molta paura, ora c’è molta più apprensione e attenzione verso tutto ciò che si fa, attenzione per se stessi e gli altri. I camionisti usano tutti la mascherina rispetto all’inizio dell’emergenza. Sicuramente, siamo preoccupati per la nostra salute ma anche per il lavoro, su cosa succederà non solo alla nostra azienda, ma a molte aziende in Italia. Temo che molte falliranno e, lo dico a malincuore. Riprenderci non sarà facile, ma non ci perdiamo d’animo, il mio monito da sempre è Adriano Olivetti e concludo con una sua frase: “La fabbrica non può solo guardare all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica”.

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Confesercenti Avellino: assegnati nuovi codici attività, imprese possono verificare rispondenza

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La Confesercenti provinciale di Avellino informa che anche in provincia di Avellino, come nel resto d’Italia, la locale Camera di Commercio ha provveduto ad effettuare l’aggiornamento d’ufficio dei codici Ateco per la classificazione delle attività di impresa e professionali con partita Iva presenti sul territorio.

Un’operazione avviata il 1 aprile, sulla scorta delle nuove classificazioni introdotte, con l’obiettivo di mappare con maggiore precisione il sistema produttivo del Paese, tenendo conto degli standard internazionali e dell’evoluzione economica e sociale che si è determinata negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2007, data dell’ultimo aggiornamento.

Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.

Nelle visure e nei certificati sono state inoltre aggiunte eventuali ulteriori informazioni relative ad alcune tipologie di attività economica come i canali di vendita e di intermediazione.

Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato tramite l’app Impresa Italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it.

Se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia pienamente la realtà dell’attività svolta, l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente fino al 30 novembre 2025, tramite l’apposito servizio presente sul sito web  rettificaateco.registroimprese.it

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Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti

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La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. Maria Sofia Ortu torna in libreria con un nuovo titolo dedicato agli adolescenti. La scrittrice irpina presenterà il suo nuovo lavoro, ‘ Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’, sabato 10 maggio, alle ore 18.30 , al Teatro delle Arti di Minori, nell’ambito della rassegna in costieraamalfitana.it, Festa del Libro in Mediterraneo. La presentazione del nuovo libro di Maria Sofia Ortu, edito da Polis Sa Edizioni, illustrato da Chiara Savarese, è inserita in un cartellone di eventi dedicati ai più piccoli, all’interno della Festa del Libro in Mediterraneo. ‘Racconti per ragazzi curiosi. Al di là della realtà’ è un volume composto da due racconti: ‘Il soffio del demone ‘ e ‘ Le anime smarrite’ ed è rivolto a ragazzi di terza media – primo superiore. Questo è il terzo libro di Maria Sofia Ortu che sempre con Polis Sa Edizioni ha pubblicato nel 2021 la fiaba ‘ Alì e il mondo sommerso ‘, che ha vinto il Premio Speciale della giuria Costa d’ Amalfi Libri 2021, e nel 2022 ‘Il segreto di Mattia ‘ , che ha ricevuto la menzione speciale della giuria nell’ambito del Premio Costa d’ Amalfi Libri 2023 e la segnalazione particolare della giuria nell’ambito della XXXI edizione del concorso nazionale di letteratura per ragazzi ‘ C’era una volta…Vasco Francesco Fonnesu, sezione 2, testi editi.

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Papa Francesco: coesione e non divisione, l’invito rivolto ai potenti del mondo inclusa la Meloni

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La morte di Papa Francesco segna il passaggio verso un’era nuova della chiesa. La persona umana è il fulcro ed il motore del nuovo mondo, non vocato solo alla logica del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle risorse del pianeta, ma alla ricerca costante di un equilibrio che dia voce e dignità agli ultimi ed ai paesi più poveri, oppressi da gravosi debiti verso gli Stati ricchi. Un’ideale raccomandazione rivolta ai potenti del mondo presenti in Piazza San Pietro e intervenuti per la celebrazione dei funerali di Papa Francesco, di non escludere ma di includere, di ascoltare e decidere con provvedimenti equi che tengano conto di tutte le parti in gioco. La politica deve produrre coesione e non divisione, questo l’invito che dovrebbe essere accolto dalla Meloni, concentrata con il suo governo ad approvare lo Spacca Italia, provvedimento scellerato che ratifica le disuguaglianze per legge esistenti tra le due aree del paese, preclude a 20 milioni di meridionali i diritti civili e di cittadinanza declinati dalla Costituzione, mette la pietra tombale sulla Questione Meridionale, mai affrontata e mai risolta.Il parlamento italiano accolga le parole di Papa Francesco e crei le condizioni affinché si avvii il Paese verso la riunificazione socio-economica mairealizzata e forse, mai voluta.

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