Attualità
Osservando il cielo di dicembre, le Geminidi e la cometa Leonard
 
																								
												
												
											

In queste sere è possibile ammirare le costellazioni di fine autunno che col cielo terso fanno ricordare le luci natalizie, che sembrano essersi spostate lassù. La costellazione di Orione, il cacciatore, è la più splendente e campeggia nel firmamento. Con un po’ di fantasia, ricorda la forma di una immensa clessidra inclinata con le tre stelle centrali incorniciate nel rettangolo formato dalle quattro stelle intorno. La parte centrale è costituita da tre stelle quasi allineate. Esse costituiscono la cosiddetta cintura con, dal basso verso l’alto, Alnitak (la «guaina») che dista 820 anni luce, Alnilam 1340 anni luce e Mintaka, 915 anni luce. Un anno luce equivale alla distanza percorsa da un fotone in un anno e cioè 9460 miliardi di chilometri, essendo la velocità della luce, c, pari a 299.792.458 metri al secondo, ma è usanza dire 300.000 km/s, perché più facile da memorizzare. Penso a quello che ha detto Einstein: nell’Universo nulla è più veloce della luce, però, mi dico: il mio pensiero sì. E sorrido. Quello che noi vediamo è un asterismo, cioè una figura che ci appare su uno stesso piano, ma le stelle in effetti sono molto distanti fra loro e non vicino come a noi sembra. I nostri occhi non riescono ad apprezzare le grandi distanze in profondità, ma solo le distanze angolari. Alla cintura è appesa la Spada del Cacciatore. Guardare col telescopio, ma anche con un buon binocolo nei dintorni della “spada”, significa guardare uno degli spettacoli più emozionanti del cielo: la Grande Nebulosa di Orione. Intorno a Alnitak vi è la bellissima nebulosa detta Testa di Cavallo per la sua caratteristica forma.
Immagine tratta da Internet

Benché abbia visto Orione migliaia di volte, ogni volta che la osservo mi sorprende, suscitando in me meraviglia, piacere e stupore. E vederla la sera quando vado a fare una piccola passeggiata nel buio, è sempre una grande emozione come quando torni da chi ami. Guardando Orione ne leggo le coordinate e mi posiziono nell’Universo sentendo la mia appartenenza ad esso. Una sensazione di legame, di appartenenza a questa immensità mi pervade. È importante capire dove siamo e cosa sta succedendo. Allora, automaticamente mi son messo a completare il posizionamento: prolungando verso l’alto la retta che congiunge la cosiddetta cintura di Orione, cioè le tre stelle centrali – secondo la cui disposizione sarebbero state costruite le tre piramidi di Giza in Egitto –, ho riconosciuto Aldebaran, la stella arancione più luminosa del Toro, detta anche l’Occhio del Toro, che dista 66,64 anni luce.
Immagine tratta da Internet
Nella stessa direzione, nella stessa zona di cielo, ma molto più distanti, a 151 anni luce, ci sono le Iadi, che si allontanano ad una velocità di circa 46 km/s – perché, secondo la teoria del Big Bang, l’Universo è in espansione. L’immensa lontananza di entrambe fanno sembrare Albebaran e le Iadivicine e un tutt’uno. Ma non è così: la realtà non è come appare. Per un attimo mi soffermo a riflettere sulla fallacia dei nostri sensi. E sulla fallacia delle teorie basate su di essi, come la teoria aristotelica-tolemaica dominatrice – in regime pressoché totalitario – per circa 18 secoli che poneva la Terra al centro dell’Universo e il resto – per quanto fosse molto esteso– finito, chiuso dal cielo delle stelle fisse, inalterabile, perenne e incorruttibile perché fatto di etere: una quintessenza pura, luminosa e trasparente –, ma che nel 1887 con il famoso esperimento Michelson-Morley, fu dimostrato che non esiste. Riconosciuta la costellazione del Toro con lo sguardo mi sposto sulle bellissime Pleiadi, che si trovano a 441 anni luce: una distanza relativamente breve nell’immensità dell’Universo. L’occhio umano vede le cosiddette Sette sorelle come se fossero tutte alla stessa distanza, ma in realtà è un ammasso di centinaia di milioni di stelle e molto distanti fra loro. La sola Via Lattea ha un diametro di circa 100.000 anni luce. E la nostra galassia è una delle centinaia di miliardi di galassie che si stimano oggi. Ecco, così, con questi riferimenti mi posiziono e mi sento a casa. Il freddo è pungente ma la visione è appagante. A sud ovest tramontano le costellazioni della Lira con la sua stella più luminosa Vega del Cigno con la brillante Deneb (La Coda), ad ovest il Sagittario, il Capricorno, e l’Acquario impreziositi dai luminosi Venere, Saturno e Giove. Sopra la testa, al centro della volta celeste, allo zenit, ci sono Perseo e Auriga con la brillante Capella. Ad est è sorto il Cancro e già si vede la testa del Leone; più tardi sorgerà Boote con la sua stella più brillante: Arturo. Prolungando la cintura di Orione verso sud est, si incontra la stella più luminosa del firmamento: Sirio del Cane Maggiore. Poi congiungendo la stella che forma la spalla sinistra del Cacciatore con Betelgeuse, che rappresenta la spalla destra, mi porto su Procione, la stella più luminosa del Cane Minore. Procione insieme a Betelgeuse e Sirio formano il Triangolo invernale. I piedi di Orione sono Shaiph (piede destro) e Rigel, la più splendente di colore tendente al blu. Prolungando la retta che congiunge Rigel con Betelgeuse incontro i Gemelli. Nella notte fra il 13 e il 14 sarà possibile ammirare il magnifico spettacolo delle Geminidi, le stelle cadenti invernali, guardano proprio verso i Gemelli. Lo sciame meteorico delle Geminidi è determinato da un asteroide a differenza di quello estivo, che è determinato da una cometa. Il 12 dicembre la cometa C/2021 A1 Leonard raggiungerà il punto più vicino alla Terra, e sarà visibile ad occhio nudo perché dovrebbe – con le comete è d’obbligo il condizionale – raggiungere la quarta magnitudine. Comunque è consigliabile guardarla con un binocolo o con un telescopio. Nelle sere dal 6 a 9 ammirate l’elegante sfilata di una Luna crescente con Venere, Saturno e Giove. Infine il 21 dicembre alle ore 16.00 avremo il solstizio d’inverno: la notte più lunga dell’anno.Dal latino solstitium: Sole immobile, stazionario, perché il suo abbassamento si arresta progressivamente per poi invertire il moto e ridarci giornate sempre più lunghe. Buona visione.
Michele Zarrella
Presidente di Astronomia Moderna
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
 
														L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
 
														Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
 
														“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
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