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Covid in Irpinia-Oggi 327 persone positive in provincia

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L’Azienda Sanitaria Locale comunica su 1.705 tamponi somministrati in provincia di Avellino, sia antigenici che molecolari, sono risultate positive al COVID 327 persone:

– 1, residente nel comune di Aiello del Sabato;
– 3, residenti nel comune di Altavilla Irpina;
– 19, residenti nel comune di Ariano Irpino;
– 10, residenti nel comune di Atripalda;
– 6, residenti nel comune di Avella;
– 33, residenti nel comune di Avellino;
– 1, residente nel comune di Bagnoli Irpino;
– 3, residenti nel comune di Baiano;
– 1, residente nel comune di Bisaccia;
– 1, residente nel comune di Bonito;
– 2, residenti nel comune di Calabritto;
– 2, residenti nel comune di Calitri;
– 3, residenti nel comune di Caposele;
– 11, residenti nel comune di Capriglia Irpina;
– 2, residenti nel comune di Casalbore;
– 4, residenti nel comune di Castelfranci;
– 6, residenti nel comune di Castelvetere sul Calore;
– 5, residenti nel comune di Cervinara;
– 3, residenti nel comune di Cesinali;
– 2, residenti nel comune di Chiusano di San Domenico;
– 1, residente nel comune di Contrada;
– 1, residente nel comune di Domicella;
– 2, residenti nel comune di Fontanarosa;
– 7, residenti nel comune di Forino;
– 9, residenti nel comune di Frigento;
– 1, residente nel comune di Gesualdo;
– 2, residenti nel comune di Greci;
– 8, residenti nel comune di Grottaminarda;
– 3, residenti nel comune di Grottolella;
– 1, residente nel comune di Lacedonia;
– 1, residente nel comune di Lapio;
– 2, residenti nel comune di Lauro;
– 3, residenti nel comune di Lioni;
– 1, residente nel comune di Luogosano;
– 1, residente nel comune di Manocalzati;
– 1, residente nel comune di Marzano di Nola;
– 9, residenti nel comune di Mercogliano;
– 10, residenti nel comune di Mirabella Eclano;
– 3, residenti nel comune di Montecalvo Irpino;
– 3, residenti nel comune di Montefalcione;
– 10, residenti nel comune di Monteforte Irpino;
– 4, residenti nel comune di Montefredane;
– 1, residente nel comune di Montefusco;
– 6, residenti nel comune di Montella;
– 7, residenti nel comune di Montemarano;
– 4, residenti nel comune di Montemiletto;
– 3, residenti nel comune di Monteverde;
– 10, residenti nel comune di Montoro;
– 1, residente nel comune di Moschiano;
– 2, residenti nel comune di Mugnano del Cardinale;
– 2, residenti nel comune di Nusco;
– 1, residente nel comune di Ospedaletto D’Alpinolo;
– 2, residenti nel comune di Pago del Vallo di Lauro;
– 1, residente nel comune di Paternopoli;
– 1, residente nel comune di Pietradefusi;
– 2, residenti nel comune di Pietrastornina;
– 6, residenti nel comune di Prata P.U.;
– 2, residenti nel comune di Pratola Serra;
– 1, residente nel comune di Quadrelle;
– 3, residenti nel comune di Rocca San Felice;
– 3, residenti nel comune di Rotondi;
– 5, residenti nel comune di San Martino Valle Caudina;
– 1, residente nel comune di San Michele di Serino;
– 2, residenti nel comune di Santa Lucia di Serino;
— 5, residenti nel comune di Sant’Angelo dei Lombardi;
– 3, residenti nel comune di Santo Stefano del Sole;
– 1, residente nel comune di Savignano Irpino;
– 4, residenti nel comune di Serino;
– 1, residente nel comune di Sirignano;
– 11, residenti nel comune di Solofra;
– 3, residenti nel comune di Sperone;
– 1, residente nel comune di Summonte;
– 5, residenti nel comune di Taurasi;
– 2, residenti nel comune di Teora;
– 2, residenti nel comune di Torella dei Lombardi;
– 1, residente nel comune di Torre Le Nocelle;
– 1, residente nel comune di Vallata;
– 1, residente nel comune di Vallesaccarda;
– 1, residente nel comune di Venticano;
– 1, residente nel comune di Villamaina;
– 17, residenti nel comune di Volturara Irpina.

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La mattanza infinita

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Mattanza infinita, mattanza ripetuta per 365 giorni l’anno. A poco conta il richiamo di Sergio Mattarella pronunciato in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro – prosegue il Presidente della Repubblica – è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure”. Ogni giorno muoiono sul posto di lavoro, in media, tre persone e circa 2 mila diventano invalidi, i costi sociali ed economici sono di rilevante entità per la comunità. La mattanza non si ferma, oggi, a Palermo, sono morti 5 operai ed altri 3 sono intossicati mentre provvedevano alla manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque reflue dell’Azienda municipale acquedotti (Amap). Nella festa del 1 maggio i sindacati hanno chiesto di: migliorare la formazione degli operai, mantenere la responsabilità della società vincitrice della gara di appalto anche se sub appalta i lavori, aumentare le ispezioni. Le regole vanno applicatene, non si può considerare l’operaio un fattore della produzione sostituibile come qualsiasi macchinario, non si può puntare al massimo profitto e ridurre la sicurezza sul lavoro adducendo la motivazione che la concorrenza globale impone, per rimanere competitivi sul mercato, la riduzione dei costi del lavoro. Non può proseguire questa “macelleria messicana” È in gioco la credibilità del nostro paese, di un’intera classe politica che commemora i morti sul lavoro e girare la faccia dall’altra parte.

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Autonomia differenziata e premierato, sciagure da scongiurare                                                                         

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A Lacedonia l’incontro-dibattito, lunedì 6 maggio                                                                                                                       

Se il disegno di legge 615 Calderoli, in questi giorni all’esame della Camera, sarà approvato, l’autonomia differenziata diverrà legge e consentirà alle Regioni che ne faranno richiesta, di gestire in maniera autonoma 20 materie oggi in concorrenza con lo Stato e 3 di esclusiva competenza di quest’ultimo. Si concretizzerebbe, in sintesi, una redistribuzione di poteri, in seguito a una diversa allocazione delle risorse pubbliche, dallo Stato centrale verso quei territori che lo richiederanno. Ispirata alla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione, la proposta, che da anni sta a cuore alla Lega, consentirà a quelle Regioni che ne faranno richiesta, di concordare con il Governo la “devoluzione” di competenze e risorse. L’autonomia differenziata prevede infatti la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Una vera e propria rivoluzione silenziosa che assomiglia più a una bomba a orologeria, fortemente voluta dal partito del Nord, che si sta portando avanti da anni e che con l’attuale Governo, vedrebbe il compimento, anche in virtù di uno scambio tra il partito della Lega e quello di Fratelli d’Italia, il quale in cambio otterrebbe il nulla osta sul premierato, che alla Meloni sta particolarmente a cuore. L’autonomia differenziata comporta una sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche come i trasporti, la distribuzione dell’energia, l’istruzione, la sanità, che per il loro ruolo nel funzionamento del sistema Paese, dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale. Sebbene le prime Regioni che hanno chiesto un maggior protagonismo economico-legislativo siano tra le più ricche d’Italia (Lombardia, Veneto ed Emila Romagna), anche loro potrebbero ricavarne degli svantaggi: sia perché il Sud è un mercato essenziale per il Nord, sia perché le ampie differenze interne alle stesse Regioni verrebbero aumentate dall’allocazione delle risorse, che premierebbe le parti più ricche e meglio organizzate. La sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione su tutti i territori, violerebbe inoltre il principio di solidarietà economica e sociale contenuto in Costituzione, aumentando le disuguaglianze tra Nord e Sud, con un conseguente crollo sociale ed economico dei territori più svantaggiati, che potrebbe mettere in crisi l’intera Italia. Delle conseguenze che comporterebbe l’attuazione del progetto, non si parla abbastanza, sia perché respingente nei suoi 11 articoli pieni di farraginosa burocrazia, sia perché i media principali sembrano “distratti” da altro. Se l’autonomia andrà in porto, dunque, la distanza tra il Nord e il Sud potrebbe diventare incolmabile, mentre l’Italia sarebbe divisa in tante repubblichette con leggi e regole diverse, guidate dai governi locali di turno, che su molte materie potranno decidere i destini dei territori e dei loro abitanti, senza nessun ente sovraordinato a fare da contrappeso e garante. E forse si potrà persino realizzare il sogno di una macroregione del Nord, insinuatosi dagli anni Ottanta in tanti cittadini separatisti che considerano una zavorra i territori del sud e delle zone più svantaggiate.                                                                                                                                                 L’ANPI Provinciale di Avellino, La CGIL di Avellino, l’Auser di Avellino, La Via Maestra-Insieme per la Costituzione, stanno promuovendo una serie di incontri sul territorio irpino volti a informare sulle criticità dell’autonomia differenziata e del premierato, e sui motivi per cui sarebbero sciagure, che però, si possono ancora respingere.                                                                                                                                                               Lunedì 6 maggio a Lacedonia (AV) alle 17,30 presso il MAVI (Via Tribuni), coordinati da Rocco Pignatiello, parleranno di  autonomia differenziata, premierato e stravolgimento della Costituzione: il sindaco Antonio Di Conza, il prof. Luigi Famiglietti, docente di Diritto degli Enti locali presso l’Università di Cassino, Giovanni Capobianco, presidente provinciale ANPI, l’on. Tony Ricciardi, deputato del Partito Democratico, l’on. Michele Gubitosa, deputato, vice- presidente M5S, l’on. Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Franco Fiordellisi, Segretario generale CdLT CGIL Avellino.                                                                                                                             Si invita caldamente la popolazione a partecipare, perché è importante conoscere per poter scegliere con consapevolezza.              

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Ad Ariano Irpino  un dibattito  su “La Scuola e la Bussola”

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Venerdì 3maggio 2024 ore 17,30 al Palazzo degli Uffici.

L’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino ha organizzato per  domani, venerdì 3 maggio alle ore 17,30 presso la Sala Conferenza del Palazzo degli Uffici,  un dibattito pubblico sui confini e gli orizzonti della libertà di insegnamento, dal titolo “La Scuola e la Bussola”.

Dopo i saluti del Sindaco Enrico Franza, introdurrà i lavori l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili Grazia Vallone.

Il dibattito proseguirà con  il dirigente Scolastico prof. Franco Di Cecilia e la psicoterapeuta dott.ssa Flavia Morra.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

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