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Ariano Basket

Basket A2F – Cuore e difesa: Ariano ora ci crede.

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Gruppo L.P.A. Ariano IrpinoOMC Broni 5450
(22-18, 31-32, 47-42)

GRUPPO L.P.A. ARIANO IRPINO: Santabarbara M. 9 , Aversano M. NE , Rossi C. 6 , Albanese V. NE , Chesta A. 8 , Maggi V. 10 , Dominguez C. 7 , Mancinelli E. NE , Narviciute G. 6 , Sarni S. 8 , All. Agresti Claudio
OMC BRONI: Bergante F. , Zamelli E. 9 , Besagni V. NE , Accini D. 5 , Carù S. 4 , Borghi E. 3 , Corradini L. 13 , Zampieri A. 12 , Bona G. 2 , Laterza M. 2 , All. Giroldi Giancarlo
ARBITRI:Luigi Gaudino, Giuseppe De Prisco,
NOTE: Gruppo L.P.A. Ariano Irpino tiri liberi 8/12 (66,7%), OMC Broni tiri liberi 0/0 (0%),

Prova di grande spessore tattico ed agonistico dell’Lpa Ariano che conquista due punti pesantissimi in chiave play-off. Le ragazze di Agresti contengono il dinamismo, le penetrazioni ed il gioco sotto le plance di Broni confermandosi al secondo posto della poule promozione, ma soprattutto scavano un solco di quattro lunghezze sul quinto posto. Prestazione corale delle ufitane in cui spicca il contributo di una fantastica Dominguez in campo nonostante un taglio al sopracciglio sinistro, la crescita costante di Santabarbara, ma anche il lavoro nel pitturato di Sarni e Narviciute. Le lunghe irpine hanno tirato giù 21 rimbalzo lasciando le briciole alla temuta Laterza.

LA GARA – Gara punto a punto sin dall’avvio. Assoluto equilibrio nel primo quarto in cui le ospiti partono a tutta trovando subito soluzioni efficaci dalla lunga distanza con Accini (unica tripla dell’incontro) Corradini e Zampieri (migliore tra le ospiti). Ariano risponde con tre lunghe Chesta, Sarni e Narvicute che riescono a concretizzare una manovra ben orchestrata sebbene Rossi non sia in serata di gran vena. Ciononostante la play rovigiana piazza due zampate nel finale di quarto in cui Ariano si esalta grazie al solito energico ingresso sul parquet di Dominguez, a bersaglio anche con una tripla (22-18 al 10’). Broni resta pericolosissima da oltre l’arco (6/12 nel primo tempo): a segno va anche Zamelli in uscita dalla panchina. La seconda tripla di Chesta però regala alle padrone di casa il massimo allungo (29-23 al 15’). Le rossoblu tirano il fiato e Broni rientra mettendo la freccia in chiusura di primo tempo (31-32 al 20’), mentre Dominguez incassa una gomitata da Laterza. L’argentina rimedia un taglio al sopracciglio sinistro che la costringerà in panchina per buona parte del secondo tempo. La ripresa inizia nel segno di Maggi. Il capitano si sblocca dalla lunga distanza. Broni fatica sotto le plance ma ritrova il vantaggio con altre due triple di Zampieri e Zamelli (39-40 al 26’). Ariano si scuote: l’impatto di Santabarbara sul match è decisivo. Le irpine volano sul +8 in avvio di ultima frazione grazie a sette punti della guardia casertana ed ai liberi di Maggi (50-42 al 31’). Qui la gara assume un’altra piega, le rossoblu vanno lentamente spegnendosi in attacco, ma in difesa si esaltano con il rientro di una stoica Dominguez. L’argentina è la dea Kalì: non si segna più, Ariano fa 2/15 dal campo, ma recupera 8 palloni fondamentali. Corradini e Zamelli si regalano gli ultimi due squilli da oltre l’arco che valgono il -2 (52-50 al 38’). Il finale è vibrante: Dominguez trova un sottomano sul filo dei 24 secondi che fa saltare il banco. A venti secondi dalla fine è rimessa in attacco per Broni. Le pavesi non concretizzano: Sarni recupera un pallone d’oro che vale oro quanto pesa.

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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