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Antonio Bianco:”Per Meloni la sanità è una priorità, ma riduce i fondi per la prevenzione e la cura”

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La Meloni difende le scelte sulla sanità ma, nel contempo, con il NADEF (Nota di Aggiornamento Documento Economico Finanziario), riduce i fondi destinati alla prevenzione, alla cura ed all’assistenza delle persone. Il populismo della destra narra una realtà fantasiosa che i cittadini subiscono sulla propria pelle. La prevenzione è la chimera, si riducono i controlli del tumore alla mammella, al collo della cervice uterina e del colon-retto, tre patologie per le quali le regioni, da anni, hanno avviato screening mirati. I dati dividono l’Italia in due: i controlli effettuati al Nord, per la prevenzione, sono quasi il doppio rispetto a quelli del Sud e delle Isole. Le lunghe liste di attesa, la mancanza di personale, medico e paramedico, sottoposto a doppi turni consecutivi, inclusi quelli notturni, riduce la capacità di cura delle patologie croniche con ulteriori costi per le disastrate casse della sanità. È foraggiata la sanità privata e quella intramoenia offerta dagli ospedali pubblici, con prenotazioni a breve termine ed elevate tariffe simili a quelle dei privati, mentre si allungano le liste di attesa composte da persone fragili e con reddito basso. Un’indagine dei NAS ha portato alla luce favoritismi e manomissioni delle liste di attesa. La notizia è riportata dal Sole 24 Ore del 7 settembre 2023, sono state controllate 3884 liste di attesa e denunciati 26 medici che hanno favorito propri pazienti privati e conoscenti. Liste di attesa in Campania si allungano anche per le comuni analisi a fronte del limitato budget messo a disposizione dei centri accreditati che, sin dai primi giorni del mese, non possono erogare le prestazioni in regime di convenzione a fronte dell’esaurirsi delle somme messe a disposizione dalla regione Campania. il risultato è semplice: il privato si arricchisce, mentre alla sanità pubblica mancano lenzuola, coperte e strumentazioni funzionanti a tutto svantaggio dei cittadini campani che, in media, vivono 3-4 anni in meno rispetto alla media italiana (fonte ISTAT).

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Forza Italia Ariano incontra il Ministero della Giustizia : passi avanti per la riapertura di un secondo Tribunale in provincia di Avellino

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Roma, 17.02.2025– Una delegazione di Forza Italia di Ariano Irpino, guidata dal Segretario cittadino Avv. Giancarlo Giarnese e composta dagli Avv. Giancarlo Di Gregorio, Avv. Crescenzo Perrina e Arch. Alessandro Moschillo, è stata ricevuta questa mattina al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Dott.ssa Bertolozzi. Al centro dell’incontro, la possibilità di riaprire un secondo tribunale in Provincia di Avellino.

Durante la riunione, la delegazione irpina ha presentato una relazione dettagliata sul progetto, accompagnata dal deliberato dei Sindaci dell’Area Vasta adottato il 13 febbraio scorso. Un documento che testimonia il forte sostegno istituzionale e territoriale all’iniziativa.

Dal confronto è emersa una notizia di grande rilievo: il Governo sta lavorando a un Progetto di Legge che, oltre a stabilizzare i tribunali abruzzesi, prevederà la riapertura di quattro tribunali soppressi nel 2012 e conferirà una delega all’Esecutivo per individuare i criteri utili alla riattivazione di altre sedi giudiziarie, con particolare attenzione alle aree interne.

La volontà dell’Esecutivo di superare la riforma della geografia giudiziaria del 2012 rappresenta un segnale positivo per il territorio irpino. Il Capo di Gabinetto ha già fissato un nuovo incontro dopo l’estate per discutere più concretamente della proposta di un secondo tribunale in provincia di Avellino.

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Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI), il grimaldello per privatizzare la Sanità

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Le liste di attesa sono la fotografia del Sistema Sanitario italiano, finanziato con prelievi fiscali sui redditi dei pensionati, lavoratori e liberi professionisti, eroga prestazioni sanitarie in tempi biblici, anche otto /nove mesi, che compromettono le condizioni di salute della persona ammalata. Tant’è, che, il cittadino, per ottenere prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli, si rivolge all’Attività Libero Professionale Intramoenia (ALPI) che, in regime ambulatoriale, eroga prestazioni specialistiche e/o attività diagnostico strumentale, interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital/Surgery, prestate dal personale della dirigenza medica e sanitaria in regime di esclusività. Per incanto nello stesso ospedale, reparto, ambulatorio e l’identico medico la prestazione sanitaria viene erogata in poche settimane, imponendo al cittadino di pagare tra le 100/120 euro che in regime ordinario, se fosse esente dal pagare il ticket sanitario, sarebbe stata totalmente a carico del SSN. Forse la mancata riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche va trovata nella volontà di introdurre, in modo silente, non certo in punta di piedi, la privatizzazione del SSN? Giulio Andreotti, affermava: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Le liste di attesa sono il tema irrisolto sul quale si è cimentato in estate il governo Meloni, ben sapendo che il personale sanitario è sotto organico, sono insufficienti le risorse finanziarie per gli straordinari, è inadeguata la protezione dalle aggressioni degli operati sanitari nei reparti del pronto soccorso. Nel frattempo milioni di cittadino, pur esenti da ticket sanitario, sono sottoposti ad ulteriori esborsi di denari che il rapporto della Fondazione Gimbe/2024 e l’ISTAT/2023, hanno quantificato nella percentuale del 26%, con spese dirette o intermediate, quest’ultime erogate dalle assicurazioni sanitarie. Il piano del governo è chiaro: ridurre la presenza dello Stato a tutto vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie. Non possiamo rimanere con le mani in tasca, bisogna impedire la lenta agonia del SSN.

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Maltrattamenti in famiglia – Condannato a due anni 55enne arianese

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Nel pomeriggio del 14 febbraio, i Carabinieri della Stazione di Ariano Irpino hanno dato esecuzione all’“Ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare”, provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Benevento, nei confronti di un 55enne arianese, riconosciuto colpevole in via definitiva del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie e dei tre figli minori.

Le indagini, condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, sono scaturite dalla querela sporta dalla moglie, la quale, esasperata dalle continue vessazioni e dalle gravi minacce da parte del marito, l’ha denunciato. Successivamente, anche una delle figlie ha sporto querela nei confronti del padre per aver subito i medesimi abusi.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato accompagnato presso il suo domicilio, dove espierà la pena di 2 anni di reclusione, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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