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Ariano Basket

Basket A2F – Ariano serve il pokerissimo. Bologna cede alla distanza

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Gruppo L.P.A. Ariano – Meccanica Nova Bologna 63 – 53

Gruppo L.P.A. Ariano Irpino – Meccanica Nova Bologna 63 – 53(13-13, 29-25, 45-35)
GRUPPO L.P.A. ARIANO IRPINO: Santabarbara M. 2 , Aversano M. 7 , Rossi C. 8 , Albanese V. NE , Chesta A. 9 , Maggi V. 6 , Dominguez C. 6 , Mancinelli E. NE , Narviciute G. 17 , Sarni S. 8 , All. Agresti Claudio
MECCANICA NOVA BOLOGNA: Nori A. 7 , Landi A. 5 , Tassinari E. 7 , Crudo S. 15 , Cabrini A. , De Pretto V. 2 , Tava A. 16 , Santarelli F. 1 , Capelli E. NE , Cordola I. , All. Scanzani Maurizio
ARBITRI:Giuseppe Petrone, Nicola Tammaro,
NOTE:  Gruppo L.P.A. Ariano Irpino tiri liberi 8/14 (57,1%),Meccanica Nova Bologna tiri liberi 12/15 (80%),

Prova di grande maturità dell’Lpa Ariano che mantiene l’imbattibilità e la vetta nella poule promozione di serie A2. Il sesto successo consecutivo, l’ottavo nelle ultime nove uscite, arriva alla distanza. Bologna è costretta a cedere il passo all’intensità e all’efficacia difensiva delle ufitane. Dominate a rimbalzo e limitate nelle percentuali, le felsinee hanno retto per poco più di un tempo. Ariano, pur non brillando, in attacco ha dimostrato ancora una volta tutta la sua solidità. A fine gara, emblematico il commento di coach Agresti: “Oggi la nostra è una formazione che non può ammazzare nessuna gara, ma può vincere con tutti. Il prossimo week-end turno di sosta: si tornerà in campo il 16 marzo a Broni. Ultima chiamata per le pavesi per i primi quattro posti, gara fondamentale per Ariano per strappare una delle prime due piazze.
LA GARA – In avvio è l’Lpa a farsi apprezzare per la manovra ordinata (7-2 al 3’), ma Bologna ci mette poco a trovare le giuste contromisure sfruttando la scarsa vena del pick and roll delle padroni di casa (9-10 all’8). L’inserimento prima di Dominguez, poi di Santabarbara, restituisce vivacità all’attacco arianese (13-13 al 10’). La zona delle irpine paga dazio a qualche penetrazione di troppo finalizzata da De Pretto e Crudo (13-18 al 12’). Sarà il massimo vantaggio esterno della serata, perché Ariano comincia a trovare le giuste contromisure. Nonostante Agresti centellini l’impiego di Rossi e Maggi sia spuntata, le leonesse rientrano inesorabilmente. Bologna trova nel dinamismo di Nori sotto le plance il giusto antidoto alla zona, ma il finale di tempo è tutto di marca irpina grazie a due canestri ad una tripla di una volitiva Aversano e ad un canestro sulla sirena di Narviciute (29-25 al 20’). La gara sale di intensità e qualità nella ripresa. Narviciute e Crudo danno spettacolo. Ariano comincia a macinare in difesa ed arriva il primo canestro di Maggi (36-30 al 24’). Ariano trova una protagonista inattesa. Manuela Aversano in cabina di regia difende e detta i tempi con personalità. Dominguez si procura il terzo fallo di Crudo mentre Narviciute, fondamentale in attacco, trova il quarto fallo di De Pretto ed un gioco da tre punti. Il +10 all’ultimo mini intervallo fa da prologo all’azione più bella della gara, finalizzata da Dominguez e che vale il +12 (49-37 al 32’). Bologna tenta la carta del pressing a tutto campo. Tava trova il primo squillo da oltre l’arco. I suoi liberi e quelli di Landi dimezzano lo svantaggio 51-45. Ariano c’è e trova le triple decisive al momento giusto prima con Maggi poi con Chesta. Si fa festa sugli spalti con Narviciute che esce tra la standing ovation del pubblico arianese.

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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