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Visita di Florio ad Ariano Irpino. Florio controbatte alle accuse.

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Il direttore generale dell’Asl Av , Sergio Florio, controbatte in modo deciso alle critiche su un suo presunto intento di penalizzare con la sua azione l’ospedale «S. Ottone Frangipane», che ormai da tempo farebbe registrare con preoccupazione una paurosa carenza di sanitari, di personale infermieristico e di attrezzature tecnologiche, tanto da indurre l’utenza a servirsi sempre di più fuori regione o presso centri sanitari privati. L’ospedale è classificato Dea di secondo livello e tale rimane. Ma non solo. Anche le critiche che piovano da più comuni per la gestione della sanità sul territorio, sono da considerarsi strumentali e prive di fondamento. Così come la polemica per il mancato utilizzo sul territorio delle risorse provenienti dall’avanzo di bilancio, restituite ormai da due anni alla Regione Campania e sicuramente utilizzate per coprire i buchi della sanità nel Napoletano e Salernitano. Insomma, per il manager Sergio Florio, che ha incontrato ad Ariano Irpino diversi sindaci del territorio, il consigliere regionale Gennaro Muccioli e i rappresentanti dell’Osservatorio sulla Sanità, per i disagi e le carenze che si registrano nel sistema sanitario locale, c’è un solo percorso da fare: investire direttamente la politica, istituzioni e partiti, affinchè facciano fino in fondo il proprio dovere a favore del territorio. Fino a quando non si chiude il capitolo relativo al rientro dal deficit non si va da nessuna parte. Il confronto sollecitato dal Comune di
Ariano e dall’Osservatorio sulla sanità con il manager Florio non ha mancato di
far registrare momenti di tensioni. A porre interrogativi sul futuro
dell’ospedale arianese e sulla gestione della sanità territoriale sono stati
tutti gli intervenuti: il sindaco di Ariano, Antonio Mainiero, l’ex manager
dell’Asl di Caserta, Antonio Gambacorta, il sindaco di Zungoli, Armando Zevola, i consiglieri comunali Antonio Ninfadoro, Gaetano Bevere, Pasqualino Santoro e Giovanni La Vita, il presidente del Comitato Tutela del territorio, Anselmo La Manna, il sindaco di Montecalvo, Carlo Pizzillo, il dottor Pasquale Molinario della Cgil Medici e il consigliere regionale Gennaro Muccioli. Nei vari interventi sono state manifestate, tra l’altro, anche preoccupazioni per l’Atto Aziendale, che sebbene già predisposto dal manager e presentato alla Regione, non sarebbe stato discusso dai territori. A tal proposito il manager Florio, che era accompagnato dal Direttore sanitario, Mario Ferrante, e dal direttore
ospedaliero, Oto Savino, ha voluto sgombrare il campo da alcuni equivoci.
L’Atto Aziendale non è stato ancora pubblicato sul bollettino regionale e può
essere esaminato dagli organi previsti per legge, vale a dire la Conferenza dei
sindaci. Ma non ci sarebbe nulla da temere. E’ stato improntato per assicurare
più prevenzione sul territorio, più servizi per gli ammalati oncologici a casa,
per implementare e potenziare anche l’ospedale di Ariano.

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Attualità

Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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