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Politica

Questione primarie-Lello Castagnozzi interviene sul comunicato congiunto PSI_Ariano in Movimento

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Lello Castagnozzi promotore Comitato per le primarie di centro sinistra per la scelta del candidato sindaco di Ariano Irpino, è voluto intervenire sulla questione sollevata dal comunicato congiunto PSI-Ariano in Movimento.

Di seguito il suo intervento:

“La nota congiunta del Partito Socialista e di Ariano In Movimento in merito alla celebrazione delle primarie per la scelta del candidato sindaco, non mi sorprende più di tanto. Chiosando un romanzo breve di Gabriel Garcia Marquez, la vicenda potrebbe intitolarsi “Cronaca di una morte annunciata”. È da tempo, infatti, che il Partito Socialista e Ariano in Movimento insieme ad alcune frange del PD arianese stanno cercando di raffazzonare attraverso un’operazione di vera e propria lavanderia politica, un’alleanza con pezzi della precedente coalizione di centro destra che hanno, attraverso una lunga condivisione di scelte politiche, contribuito, senza mezzi termini, allo sfascio di Ariano. E’ chiaro che personaggi di tale natura politica il cui unico obiettivo è quello di riciclarsi, non hanno le credenziali per concorrere attraverso un processo democratico quali le primarie se, queste, hanno, come tratto distintivo, l’essere di centro sinistra. Ecco allora il preambolo o il ripiego della “balcanizzazione” o della resa dei conti all’interno del Partito Democratico. Può essere credibile? Può una competizione elettorale come le primarie scatenare un processo di polverizzazione politica o essere lo strumento per regolare un contesa politica interna al PD? Sono i pretesti o le scuse più banali che ci si poteva aspettare da personaggi che masticano politica da decenni senza, altresì, averla digerita appieno. Si parla nel comunicato di “progetti e idee aggreganti che spostino il baricentro della proposta politica dalle persone e dalle modalità per sceglierle al dibattito sul che fare” , come se la prima opzione escludesse automaticamente la seconda. In sintesi, gli autori del comunicato, dichiarano apertamente di poter fare una sola cosa alla volta: “o scegliamo chi ci rappresenterà alle prossime elezioni amministrative come candidato sindaco con le primarie o ci concentriamo su un programma per la Città”. A queste persone che si arrogano il diritto di decidere per la democrazia altrui, dico solamente che se Ariano continuerà a versare nelle condizioni attuali, se la crescita della nostra Città sarà sempre frenata ai blocchi di partenza, se non saremo in grado di favorire un processo democratico autentico che riesca a tirarci fuori da questa prospettiva di analfabetismo politico che viene propinata anno dopo anno ai cittadini, mascherata da opzione subordinata all’interesse popolare e, invece, rivolta esclusivamente all’interesse di pochi che, in questo frangente, sembra arricchirsi di nuove e insospettabili presenze, Ariano morirà in uno stato di vassallaggio. Anche se non richiesto mi sento di dare un consiglio al Segretario dei Socialisti e al Segretario di Ariano in Movimento: sforzatevi di non aver paura del giudizio e delle libere scelte dei cittadini, uscite dalle segrete stanze delle sezioni e mollate quell’illusione di potere che vi spinge a decidere considerando l’elettore uno strumento e non un soggetto degno, come tale, di capacità e intelligenza risolutiva”.

Lello Castagnozzi

Promotore Comitato per le primarie di centro sinistra per la scelta del candidato sindaco di Ariano Irpino

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Il Sud: razza maledetta

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La crisi economica mondiale provoca non pochi problemi al quadro macro-economico con riflessi negativi sulla locomotiva tedesca e sull’intera U. E. Il nostro paese, che esporta gran parte dei suoi manufatti in Europa, subisce un grave contraccolpo, con il PIL del Nord ridotto al lumicino mentre il Sud zoppica vistosamente. Fatti certificati dal rapporto Svimez che ha analizzato la situazione economia italiana ed ha centrato il focus sulla indispensabilità di realizzare infrastrutture nel Sud. Se tale obbiettivo politico fosse perseguito si potrebbe ridurre il gap esistente con il resto del paese e si metterebbe a frutto le potenzialità inespresse dal 40% del territorio del Mezzogiorno. Gli investimenti al Sud, secondo lo Svimez, sono vitali. Con una popolazione del 34% del totale nazionale, riceve solo il 28% delle risorse per la spesa pubblica allargata, mentre il Centro-Nord, con una popolazione del 65% incamera il 71%. Una differenza di sei punti percentuali pari a 62 miliardi calcolati in base al criterio della spesa storica: al Sud si spende di meno in servizi, in quanto mancano gli asili nido, i trasporti pubblico, le mense per i bambini, quindi riceve meno soldi. Sei povero resti tale, se sei ricco ricevi più soldi ed offri migliori servizi pubblici. Con questa modalità sono state sottratte, dal 2015 sino ad oggi, risorse per circa 62 miliardi all’anno per un totale non inferiore a 440 miliardi. Secondo le proiezioni dello Svimez, se negli ultimi cinque anni nel Mezzogiorno fossero stati fatti investimenti in spesa pubblica pari al 34% si sarebbero creati 300 mila posti di lavoro, con una riduzione dei disoccupati ed un aumento di cinque punti del PIL. Solo superando il criterio della spesa storica avremmo potuto raccontare una storia diversa, fatta di cooperazione e di solidarietà. Non si è, invece, voluto definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), dei diritti civili e sociali disciplinati dalla Costituzione all’art 117, lett. m, richiamati dalla legge Calderoli (42/2009), né i fabbisogni standard. Tali presupposti sono indispensabili per un’equa erogazione sull’intero territorio nazionale dei diritti nella Sanità, nell’Istruzione, nei Trasporti e nei servizi a favore della persona. Né si è provveduto a finanziare integralmente, ma solo al 50%, il fondo di perequazione, fatto che ha influito negativamente sulla capacità di spesa dei Comuni del Mezzogiorno con minore capacità fiscale, con la conseguente drastica riduzione dei servizi offerti alla popolazione. Non vogliamo privare di servizi efficienti nessun cittadino, però rivendichiamo legittimamente la completa equiparazione agli standard di vita goduti nelle regioni del Nord. Questo, in sintesi, è la realtà presente in Italia, plasmata sul modello economico neo-liberista che impone le sperequazioni e le disuguaglianze senza offrire soluzioni eque e credibili ai problemi dei territori più fragili. Viene praticato il principio eretto a legge, non approvato dal Parlamento, secondo il quale il Nord presunto virtuoso, offre servizi adeguati ai bisogni dei cittadini mentre il Mezzogiorno e le Isole sono figli senza Dio, destinati a diventare un territorio spopolato e condannato all’emigrazione e all’emarginazione sociale.

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Dimensionamento Scolastico, Luparella:”Svelate le vere priorità dell’amministrazione”

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La Giunta Comunale di Ariano Irpino, con Delibera n. 242 del 19.09.2023, indica chiaramente alla Provincia di Avellino la sua unica opzione in tema di dimensionamento scolastico: la conservazione delle tre Dirigenze degli Istituti Comprensivi del primo ciclo (Elementari e Medie).
Tutto qua.
Nemmeno una parola sulla necessità di conservare l’autonomia di tutti e sei i plessi attualmente operanti ad Ariano.
Nemmeno una parola sulla salvaguardia del Liceo Parzanese, la cui conservazione era stata indicata come prioritaria, per ragioni storiche e strategiche, da tutte le forze politiche.
Nessuna presa di posizione chiara a favore degli altri Istituti Superiori a rischio accorpamento.
Si disattendono così, totalmente, le indicazioni emerse nel corso del Consiglio Comunale del 16 settembre, un Consiglio che l’amministrazione non avrebbe mai voluto tenere (e adesso si capisce perché) e che infatti ha boicottato fino all’ultimo.
Si disattende perfino, e questo è incredibile, il già inutile documento approvato in quel Consiglio dalla maggioranza, del tutto incompatibile con la delibera di giunta.
Uno o due plessi presenti ad Ariano rischiano seriamente di saltare, e tale rischio secondo l’amministrazione deve ricadere totalmente sugli Istituti Superiori, quelli che dovrebbero garantire una maggiore articolazione dell’offerta formativa, e attrarre studenti dai comuni limitrofi.
È una scelta che non capiamo, perché è l’esatto contrario di ciò che la logica e il buon senso suggerirebbero. Ma ancor meno capiamo la necessità di diffondere proclami, anche plateali (nel comunicato stampa del 15 settembre c’era perfino una fotografia del Liceo Parzanese, che si dichiarava di voler salvare a tutti i costi!!!) quando si è deciso da tempo di fare l’esatto contrario di ciò che si proclama. Un minimo di onestà intellettuale non guasterebbe.

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Compagni di merende

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Litigano di giorno mentre sono compagni di merenda dinotte. La storia si ripete, la segretaria del PD, Elly Schlein,lancia strali contro lo “spacca Italia” della legge Calderoli, ma in commissione Affari Costituzionali del senato viene approvato un emendamento, proposto dal PD, che rende l’accordo, tra Stato e Regione sull’autonomia differenziata,immodificabile senza il consenso di quest’ultima. L’emendamento è stato approvato con i voti della maggioranza ed il placet di Calderoli, che ringrazia. Il pallino rimane nelle mani della regione, mentre il parlamento è relegato a semplice passacarte. Le disuguaglianze, già oggi ben evidenti, diverrebbero irreversibili e ampiamente certificate dallo Svimez e dai Conti Pubblici Territoriali,elaborati dall’Agenzia per la Coesione Territoriale. Il paese marcia a due velocità: il Nord ricco ed il Sud privo di servizi scivola verso il baratro senza fondo e sopravvive, prevalentemente, con il lavoro nero e i sussidi statali.

Il parlamento unito, maggioranza ed opposizione, si cimentano a recidere il fragile filo dell’Unità Nazionale e del patto di solidarietà sancito dalla Costituzione Repubblicana. I meridionali sono stati privati dei diritti di cittadinanza, il principio di uguaglianza è una chimera e la Costituzione uno straccio consunto. Lo Stato Centrale ha abbandonato il Sud al suo infausto destino e con l’approvazione del regionalismo differenziato renderà irreversibili le sperequazioni socio-economiche e porrà la pietra tombale sulla Questione Meridionale.

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