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Poste Italiane, utili record sulla pelle dei precari?

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Riceviamo e pubblichiamo

La stampa provinciale di mezza Italia accogliendo la pubblica denuncia dell’ex postino Carmine Pascale, originario di Montella (AV), che per primo ha denunciato l’illecita condotta di Poste Italiane di non pagare gli straordinari ai giovani precari nell’illusione del posto fisso, ha aperto la strada alla denuncia sociale dello sfruttamento del precariato da parte della più grande azienda (statale) del nostro paese.

Poste avrebbe tratto giovamento – sotto gli occhi dei sindacati (sic!) – delle prestazioni lavorative dei portalettere CTD (Contratti a Tempo Determinato) che si protraevano ben oltre l’orario previsto secondo CCNL, senza registrare e dichiarare all’INPS le ore di straordinario, forte del fatto che nessuno dei responsabili autorizzava formalmente l’attività lavorativa aggiuntiva.

Finora sfuggiva forse alle Poste un dettaglio, ma non da poco: le ore lavorate sono riscontrabili attraverso la verifica delle timbrature. Da qui, la breccia aperta da Carmine Pascale e l’avvocato Rocco Bruno nella corazza del colosso giallo-blu che hanno richiesto e ottenuto il riconoscimento dello straordinario puntando sull’autorizzazione implicita allo svolgimento dello stesso.

Succube il meccanismo ricattatorio fondato sulla base del rinnovo contrattuale: “non viene richiesto esplicitamente di lavorare oltre l’orario previsto, di solito si pretende, anche sgarbatamente, di completare in giornata tutte le consegne affidate a prescindere dal tempo necessario, dunque” chiarisce l’ex postino.

Dopo circa venti giorni dall’exploit ancora nessuna risposta ufficiale da parte di Poste è pervenuta. Intanto, cresce sempre più la volontà di seguire le orme “scomode” dell’ex collega fra le lunghe fila dei precari, ma ciò non sembra destare l’attenzione della stampa nazionale, la quale si mostrava nei giorni scorsi piuttosto intenta a celebrare i fasti dell’anno “record” di Poste.

Fu vera gloria? Ai lavoratori l’ardua sentenza.

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Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

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In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.

 Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo

Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi

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Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

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L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina

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Confesercenti, Marinelli: obbligo polizze anti calamità per tutte le imprese

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“Si prospetta una nuova incombenza per le imprese irpine, che come nel resto del Paese, sono chiamate ad ottemperare l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa contro le calamità naturali”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale de Confesercenti Avellino.

“Dopo un articolato iter – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – è stata approvato ed è entrato in vigore dall’inizio di giugno il provvedimento che dispone per tutte le imprese la stipula di contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali”.

Per le aziende di grandi dimensioni, per effetto di un precedente decreto legge, l’obbligo è già in vigore dal primo aprile.

Sono state invece previste scadenze differenziate per le altre categorie di impresa, in base alla loro dimensione, secondo i criteri di classificazione delle direttive dell’Unione europea: le medie avranno tempo fino al primo ottobre 2025, quelle piccole e micro fino al 31 dicembre.

I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell’attività d’impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo riguarda anche le attività che operano in strutture e locali non di proprietà. 

Non sono assicurabili gli immobili irregolari non sanabili, che ovviamente non possono accedere acontributi pubblici  Sono escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continuano a essere soggette a regole specifiche già previste dalla normativa di settore. 

L’obiettivo della norma è garantire la continuità operativa anche in contesti di grave emergenza ambientale, attraverso un sistema di gestione del rischio condiviso tra imprese, assicuratori e Stato. Il mancato rispetto dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali comporta, come conseguenza principale, l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni di carattere finanziario erogati con risorse pubbliche, in caso di emergenza.

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