Attualità
Pietro Massimo Busetta, La Rana Bollita – Perché il Sud non si ribella – Rubbettino 2024
Il Prof. Pietro Massimo Busetta è ordinario di Statistica Economica nell’Università degli Studi Palermo, ha fondato l’A.I.M. (Allenza Istituti Meridionali), è componente del consiglio di amministrazione della Svimez, del consiglio direttivo della Società Italiana di Economia, Demografia e Statistica, è presidente dell’IS.ES.ST (Istituto Esperti Territoriali) e del Centro Studi La Loggia.
Giornalista pubblicista è stato editorialista del “Il Sole 24 Ore” -Affari e Finanza”, “La Repubblica”, “La Sicilia, “Il Giornale di Sicilia” e “Il Quotidiano del Sud”. Ha pubblicato vari libri editi da Rubbettino, tutti premiati: Il coccodrillo si è affogato, con il Sele d’Oro 2019, Il Lupo e L’Agnello, con il Rhegium Juli 2023, La Rana e Lo scorpione, con il premio giornalistico e letterario 2023 Marzani.
L’ultima sua creatura è “La Rana Bollita” – “Perché il Sud non si ribella” – Rubbettino editore 2024, con prefazione di Luca Bianchi, Direttore Generale dello Svimez. Il libro è di grande respiro, è piacevole la lettura con riferimenti a dati messi a confronto che evidenziano le diseguaglianze esistenti tra il Nord ed il Sud, presenti sin dall’unità d’Italia, mai colmate.
L’autore dà voce ad un popolo maltrattato considerato debosciato e che spreca le risorse messe a disposizione dal Nord. Tale narrazione è smentita, con evidenza di prove, nel corpo del libro. I meridionali migrano “Alla ricerca di diritti” (p. 103) negati quali: lavoro, asili nido, cure sanitarie tempestive, treni ad alta velocità, servizi sociali e trasporti urbani esistenti e funzionanti.
L’autore focalizza la sua attenzione sulla “prima finta industrializzazione” ritenuta “specchietti venduti per brillanti” (p. 25), attuata a macchia d’olio con poli industriali colpevolmente collocati in aree di interesse naturalistico e turistico, oasi nel deserto, a basso contenuto di mano d’opera e con elevato tasso di inquinamento, privi di collegamenti ferroviari veloci, come ad esempio, il petrochimico di Siracusa, l’ILVA di Bagnoli e Taranto, la raffineria di Milazzo.
Con “La seconda finta industrializzazione” (p. 37) del Meridione, vengono costruiti impianti eolici che trasformano il meridionale nella batteria del Paese. “I nuovi barbari” avevano deciso di invadere Porto Empedocle” (p. 39), con la costruzione di un rigassificatore nel porto di Agrigento incuranti che è a pochi chilometri vi era il sito della Valle Dei Templi e la casa di Pirandello.
Il PNRR doveva essere il volano per risollevare il Sud e farlo incamminare verso la parificazione socio-economica con il Centro-Nord. In realtà, i fondi vengono dirottati verso il Nord e la tanto decantata alta velocità da Napoli a Reggio Calabria è solo un rimessaggio del preesistente tracciato che non consentirà di raggiungere i 300 km/h, mentre del ponte sullo stretto rimane il plastico e le penali da pagare alle imprese aggiudicatrici della gara.
In questo contesto così fosco l’autore pone la domanda:” Perché il Sud non si ribella”? Forse i meridionali reputano loro stessi e la classe politica del Sud causa ed effetto delle inefficienze e degli sprechi? Occorre tenere conto della modalità di erogazione dei fondi da parte dello Stato Centrale calcolati con il criterio della spesa storica cioè: quanto hai speso l’anno precedente tanti saranno i fondi assegnati. Tale modalità penalizza il Sud dotato di pochi e inefficienti servizi pubblici a differenza del Nord al quale, ogni anno, vengono attribuiti 60 miliardi di euro dal bilancio dello Stato sottratti al Meridione e senza possibilità di compensazione o perequazione.
Non va dimenticata la colpevole gestione della classe politica meridionale che non ha rivendicato i diritti negati ai propri cittadini ed ha costruito le proprie fortune sulle clientele, anteponendo i propri interessi personali al bene comune, con il tacito assenso dei partiti nazionali.
Una vera rivolta pacifica vi è stata con il voto al M5S (p. 146) che aveva promesso di difendere i più poveri inserendo nel programma elettorale il reddito di cittadinanza collegato al lavoro. Il consenso elettorale fu elevatissimo, soprattutto nel meridione, però pochissime furono le occasioni di lavoro e, tale strumento, è diventando solo un sostegno al reddito delle persone meno abbienti.
“Che fare, quali prospettive”? (p.157)
Nel libro sono proposte alcune soluzioni che potrebbero offrire risposte concrete a bisogni reali.
L’autore ritiene che vi sarà il cambiamento “quando l’intellighenzia del Sud si convincerà di essere stata colonizzata e colpita nella sua carne viva” (p. 156). Infatti non solo le classi povere vedono emigrare i propri figli ma anche quelle agiate subiscono il distacco e l’allontanamento dei propri cari dalle terre natie.
Forse l’ipotesi più convincente è quella della nascita di un movimento/partito che abbia a cuore l’unità e la coesione territoriale. “Una forza politica che imponga un approccio corretto, con risorse sufficienti e adeguata attenzione sistematica al progetto di sviluppo” (p. 159). Ad esso deve essere associato il ricambio generazionale in parlamento e la consapevolezza che la mancata risoluzione della Questione Meridionale è il vero ostacolo alla riunificazione politica, economica e sociale necessaria per la crescita di tutto il paese.
Alla fine del mio piccolo contributo, solo poche parole. Il Prof. Pietro Massimo Busetta è l’eroe civile dei nostri tempi che spende il proprio tempo scrivendo libri e girando la penisola per dare voce a 20 milioni di meridionali ritenuti stranieri in patria. Lo ringrazio per avermi consentito di conoscere fatti e circostanze che mi hanno aperto gli occhi sui motivi delle disuguaglianze esistenti tra le due aree del paese.
Attualità
Questione Meridionale ed evasione fiscale sono i fantasmi che aleggiano sul voto in Campania
Il voto del 23 e 24 novembre in Campania metterà a nudo le intenzioni dei partiti e dei singoli candidati alla presidenza. La Campania, insieme al Sud, vive la tremenda sorte di regione ridotta al rango di sorellastra, con le infrastrutture obsolete, la sanità pubblica che arretra rispetto a quella privata accreditata, la migrazione dei giovani in cerca di lavoro. Giovani sradicati dai loro affetti, dalla loro terra, lasciata nelle mani dei vecchi in un malinconico declino senza possibilità di resurrezione. La Campania Felix è un miraggio che abbaglia ma non ristora, il suo presente rimane impigliato nella Questione Meridionale, mai affrontata, mai risolta,sopraffatta dal pregiudizio del popolo del Nord Italia che considera i campani, in particolare i napoletani,fannulloni e nulla facenti aggrappati alle mammelle del Bel Paese mentre cantano e suonano il mandolino. La realtà racconta ben altro, le risorse finanziarie sono dirottate scientemente verso il Centro-Nord, dotato di migliori servizi pubblici applicando il criterio della spesa storica, modalità adattata alle risorse del PNRR. In un momento storico così complesso, nelle regionali del 23 e 24 novembre un ruolo chiave sarà assunto dai candidati meridionalisti-progressisti e unitari presenti nelle liste di Fico Presidente. Il loro contributo con interventi in dibattiti, articoli, saggi e libri ha disvelato il grande imbroglio del Sud “pappone” e dissipatore delle risorse elargite dallo Stato Centrale. I campani vogliono risposte semplici e concrete ailoro bisogni quotidiani, l’agire politico del prossimo governo della Campania dovrà privilegiare l’equità ed il bene comune iniziando a “captare” le risorse finanziarie da coloro che evadono e foraggiano il malaffare e la delinquenza organizzata. Un ruolo incisivo e determinante dovrà essere assunto dalla Campania nella Conferenza Stato-Regioni,organismo che determina le sorti finanziarie della nostra regione e dell’intero Sud nell’ottica di riunificare il Paese. In quella sede, ed in parlamento,dovranno essere sconfitti gli egoismi ed i localismi nati con l’autonomia regionale differenziata, figlia della Questione Meridionale. I problemi della Campania sono ben noti, vanno individuate le risorse finanziarie, scanditi i tempi e le modalità per risolverli, pena lo spopolamento ed il declino socio-culturale ed economico della nostra terra.
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
