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Harambee sul referendum del 17 aprile 2016

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Da Harambee – Movimento per i Beni Comuni,riceviamo e pubblichiamo:

“Era il 2 maggio del 2012. Per primi noi di Harambee denunciammo un progetto per la ricerca di idrocarburi qui in Irpinia. Uscimmo sulla stampa a manifestare la nostra ferma contrarietà. Chiedemmo all’allora sindaco Mainiero di aderire. Oggi ci troviamo davanti l’opportunità referendaria di votare contro le deroghe per le piattaforme petrolifere marine esistenti entro le 12 miglia dalla costa. Alcuni sostengono che votare SÌ al referendum del 17 aprile potrebbe rappresentare un danno economico. Sostengono che comunque acquisteremmo energia fatta col petrolio o che comunque acquisteremmo petrolio dall’estero.
Il punto per noi di Harambee è un altro ed è di carattere generale e soprattutto politico e sociale. I cittadini e la politica devono prendere coscienza definitivamente che l’era del petrolio è finita. Opporsi al progresso è da luddisti. Il petrolio rappresenta una evidente minaccia per molti, troppi aspetti. Per primo quello ambientale. Produrre energia dagli idrocarburi sta portando il pianeta alla totale degenerazione climatica. Lo testiamo sulla nostra pelle ogni anno che passa. Inoltre cercare il petrolio devasta i territori e le economie agricole locali. Estrarre il petrolio non produce posti di lavoro in numero significativo. Il numero delle assunzioni è risibile. Sono costatazioni strutturali di fatti concreti e non una nostra opinione o posizione politica di parte.
Inoltre c’è un dato geopolitico non indifferente. La centralizzazione energetica è la prima fonte di guerre, di oppressioni e di povertà ai danni di intere comunità. Centralizzare la produzione dell’energia significa continuare ad avere degli Stati che possono aprire e chiudere i rubinetti energetici a loro comodo e piacimento e quindi imporre a Stati subalterni le loro politiche di sfruttamento. Invece le fonti rinnovabili, in particolar modo l’eolico e il fotovoltaico, sono per loro natura distribuite e sperequate. L’energia non può e non deve più rappresentare una spada di Damocle per nessuna società. L’autonomia energetica è il punto di partenza per un ordine mondiale più pacificato. Senza giustizia non c’è pace e fin quando ci sarà uno Stato o una corporazione di multinazionali che può decidere a quale Stato dare o negare l’energia noi avremo sempre situazioni destabilizzate con possibili guerre atte al controllo delle fonti energetiche.
Le ere della civiltà iniziano e finiscono sulla base della ragione, del progresso e della tecnologia. Siamo passati dai buoi ai trattori non perché fossero finiti i buoi. L’età della pietra è finita non perché fossero finite le pietre. La civiltà basata sul carbone è finita nonostante di carbone ce ne fosse ancora. Anche se di petrolio ce n’è ancora l’intelligenza e la ricerca scientifica e tecnologica ci dicono con chiarezza che è arrivato il momento di abbandonarlo e di investire tutto sul rinnovabile. Intestardirsi è da idioti. I dinosauri della civiltà, coloro i quali vogliono fare da zavorra al cambiamento si tolgano dalla strada perché non si possono fermare le stagioni così come non si può fermare il progresso. Le rinnovabili sono un pezzo importante del presente e rappresentano per intero il futuro. Solo spostando investimenti, attenzione e risorse dagli idrocarburi alle rinnovabili il cambiamento sarà compiuto. Come dimostra fra gli altri lo studio commissionato dal ministero tedesco per l’ambiente realizzato dai fisici Gerhard Knies e Franz Trieb, due membri del Trec, l’Europa può raggiungere l’auto-sufficienza energetica da rinnovabili entro il 2050 già con le tecnologie oggi presenti. Cosa serve? Semplice: investimenti e cioè volontà politica. Noi di Harambee siamo per una moratoria internazionale sugli idrocarburi e una facilitazione concreta e immediata delle rinnovabili. Ci riferiamo a una detassazione totale, una sburocratizzazione ridotta all’essenziale e decentralizzazione di tutte le fonti pulite e rinnovabili. Il resto è passato, il resto è il medioevo dell’energia. Il resto sono gli interessi capitalistici di un passato energetico destinato all’estinzione. Ogni euro impiegato e concesso al petrolio è un euro tolto alle rinnovabili, è un euro che rallenta il progresso e il cambiamento. Sia chiaro a tutti: ogni volta che si potrà esprimere un voto contro il petrolio noi di Harambee, che abbiamo le idee chiare in merito, voteremo per il futuro e per il progresso. Per questo al referendum del 17 aprile voteremo e faremo votare SÌ”.
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Attualità

La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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