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Harambee interviene sulla questione migranti :” Da sempre noi a favore dell’integrazione”

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Sulla vicenda immigrazione abbiamo letto tanto. Noi ad Harambee ne abbiamo discusso a lungo come nostra

abitudine in adunanza, non su Facebook ma faccia a faccia, guardandoci negli occhi, di persona con attivisti e simpatizzanti. Inutile dire che il nostro Movimento da statuto ha una posizione di solidarietà e accoglienza, tolleranza e integrazione nei confronti di tutte quelle popolazioni migranti che scappano da sciagure come la guerra, fame e povertà. Proprio come noi Italiani qualche decennio fa, emigranti in cerca di lavoro e di un futuro meno pericoloso. In merito ai migranti ci preme sottolineare il dato sociale, politico e culturale della città in cui il nostro Movimento è radicato: Ariano Irpino. Per secoli siamo stati un crocevia di passaggio. Tappa obbligata per chi viaggiava da Nord a Sud e viceversa e da Est verso Ovest e viceversa. Tutti, nel raggio di migliaia di chilometri, conoscevano questa cittadina. Ariano Irpino si è sempre contraddistinta come quello che ci piace chiamare un “porto di montagna”. Di qui passavano persone e merci provenienti dall’Oriente verso Roma, Milano, Parigi e Madrid. Di qui passavano merci e persone che dalla Russia e dagli imperi teutonici erano diretti verso il sud dell’Europa e del mondo e verso l’Oriente. Ariano era un posto dove scavallare l’Appennino. Qui si faceva sosta. Ad Ariano dormivano, si riposavano e si ristoravano uomini e cavalli. C’era chi pagava in denaro, chi con il lavoro, chi in merce. C’era chi si fermava, chi si innamorava e procreava proprio qui ad Ariano. La nostra lingua si è arricchita di termini e pensieri, la nostra cucina è diventata ibrida, variegata, contaminata e più saporita. Chi abitava ad Ariano ha parlato e discusso con culture diverse, con mentalità completamente differenti. Ariano è stata uno dei fulcri della cultura perché ha vissuto una condizione di mescolanza dettata dalla sua posizione geografica: uno snodo nevralgico. E chi vive nella mescolanza prima o poi diventa evoluto, tollerante e con una apertura mentale che gli dà un vantaggio eccezionale. Per questi e altri motivi la nostra cittadina appare come un luogo straordinario. Qui da sempre si respira aria di città. Ariano con le sue alture e la sua amalgama è sempre stata pervasa da uno spirito cosmopolita. Il numero così alto di intellettuali e uomini di pensiero che nella storia è riferito a questo territorio è una delle prove di quanto andiamo affermando. E poi arriviamo ai giorni nostri. Venti anni sono apparentemente pochi. Venti anni di bombardamento mediatico razzista su scala nazionale hanno inquinato quella meravigliosa consapevolezza conquistata lentamente nei secoli. Una consapevolezza maturata sulla concretezza e sull’esperienza per cui l’accoglienza e la mescolanza sono un valore inestimabile.

I commenti degli Arianesi sul più conosciuto social network riferiti ai migranti che stazionano qui sono un vomito di inciviltà. Una piccineria senza fine. Paure, insicurezze e sfiducia verso lo straniero. Un rigurgito razzista che stona con la nostra storia. Una laida incultura basata su menzogne populiste e bassi istinti. Ne deriva una evidente incapacità a ragionare su come rendere di nuovo questi arrivi di migranti una grande fonte di ricchezza, prima di tutto culturale ma anche, perché no, economica. Questi migranti andranno ospitati, aiutati, formati, integrati, inquadrati. Dovranno imparare l’italiano, dovranno cercare un lavoro. A conti fatti questi migranti, per lo più giovani, forti e in buona salute, pagheranno tasse, contributi e sistema sanitario, senza avvalersene. A questi migranti andrà spiegato come funziona qui da noi. Con loro bisognerà parlare, discutere, spiegare le nostre regole. Dal canto loro sapranno raccontarci le loro storie, i loro valori e le loro culture. E noi ci ricorderemo dei nostri nonni. Certo non potremo pensare di porre decine di migranti ghettizzati in stabili fatiscenti, isolati e marginalizzati dal resto della nostra comunità. Magari a spendere interi giorni fra bar, marciapiedi, senza avere nulla da fare, in attesa di qualche euro giornaliero elargito dalla Comunità Europea. Come ogni fenomeno sociale i flussi migratori vanno governati e regolamentati.

Dobbiamo mobilitarci. Noi di Harambee proponiamo di creare “squadre di accoglienza” con l’obiettivo di insegnare l’italiano a queste persone e di seguirli in un percorso articolato di integrazione culturale e lavorativa. E per queste cose dobbiamo trovare i fondi necessari per lavorare al meglio con i migranti.

L’Italia vende armamenti a questi paesi, sfruttiamo le loro risorse con le nostre compagnie, destabilizziamo i loro Stati, imponiamo dazi alle loro merci. L’onda migratoria della loro disperazione è un dato del tutto normale per chi ha un minimo di intelligenza.

Qui ci vuole la politica, quella vera, quella seria, quella che sa guardare lontano e che non si muove sulla base di cento commenti razzisti su Facebook. Per cominciare la popolazione arianese ha bisogno di maggiore informazione e questo tocca alle istituzioni. Ne arriveranno ancora? Quando? Ce l’abbiamo un piano? Dove li sistemeremo? Rimarranno? Come organizzeremo l’accoglienza? Come prepareremo la nostra comunità? C’è un responsabile? Chi prenderà le decisioni? Abbiamo un nome e cognome a cui riferirci? Non possiamo restare ad aspettare. L’accoglienza e l’integrazione sono un lavoro complesso da svolgere in ogni comunità a partire dalla nostra. Non siamo un piccolo comune sperduto di mille abitanti e quindi non possiamo comportarci come una piccola comunità chiusa e razzista. Noi diciamo a ogni arianese, figlio della cultura di questa città: prima di parlare, prima di scrivere, prima di prendere una posizione, pensa a chi sei, in quale città nobile vivi, incontra un migrante, discuti con lui per un giorno, insegnagli una parola di italiano, chiedigli chi è, domanda da dove viene, quanti chilometri ha fatto, che rischi ha corso, cosa accade a casa sua, dove sono i suoi cari, ascolta la sua storia, e poi solo dopo, prova a esprimere un pensiero di senso compiuto.

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12 Ore No Stop 2025 – martedi 8 luglio conferenza stampa di presentazione

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Si informa la cittadinanza che martedi 8 luglio alle ore 18,00 si svolgerà presso la sala Ilaria Alpi (palazzo degli Uffici via Tribunali) la conferenza stampa di presentazione delle due manifestazioni organizzate dalla Asd Marathon Club Ariano Irpino a scopo benefico:

  • La 12 Ore No Stop che si terrà domenica 10 Agosto 2025;
  • La Family Run che si svolgerà nell’ambito dell’Ariano Arena 2025 il 07 Settembre 2025.

Per entrambe le manifestazioni gli organizzatori si avvarranno del supporto dell’Associazione Valentina un Angelo Per la Vita a favore della quale verranno devolute una quota delle somme raccolte per contribuire alla realizzazione di uno spazio di ascolto psicologico denominato “Diamo spazio all’ascolto”: un’attività di consulenza e di primo ascolto psicologico accessibile a tutti, che intende promuovere la cultura della salute, intesa come benessere fisico, psichico e socio-relazionale.

La 12 Ore No Stop si svolgerà domenica 10 Agosto 2025 lungo l’anello della Villa Comunale intorno alle Torri del Castello Normanno e consisterà in una staffetta di beneficenza a cui tutti potranno partecipare impegnati nella propria frazione di circa 30 minuti, nella fascia oraria che va dalle 8,00 alle 20,00.

Ciascuno potrà scegliere di correre o soltanto passeggiare secondo le proprie capacità dopo aver acquistato ed indossato la maglietta (in vendita solo il giorno della manifestazione con libera offerta).

Tutti i partecipanti saranno poi invitati a ritornare sul percorso l’ultima mezz’ora (alle 19,30)   per chiudere tutti insieme l’ultima frazione tra gli applausi di coloro che assisteranno all’evento.

       Nel corso della conferenza stampa verrà presentata la maglietta della 12 Ore No Stop.

      La Family Run si svolgerà domenica 7 settembre 2025 con partenza dalla Villa Comunale alle ore 10,15 (dopo la gara podistica ArianoArena che avrà il via alle 9.30).

      Consisterà in una passeggiata sportiva (con possibilità anche di correrla) di 4,5km, aperta a tutti: non c’è bisogno di certificato medico sportivo in quanto non competitiva. L’organizzazione si occuperà anche di stipulare idonea copertura assicurativa.  Dopo un primo giro in Villa Comunale il percorso si snoderà lungo Via Giulio Lusi, Viale Tigli, Piazza Mazzini, Via Giacomo Matteotti, Via Nazionale S. Antonio, Contrada Accoli, Rione Martiri, Via della Ginestra, Arena Mennea.

     All’Arena Mennea ci sarà l’arrivo anche della gara podistica e tutti i partecipanti ad entrambe le manifestazioni potranno usufruire del ristoro ed assistere alle premiazioni.

      A conclusione dell’evento alcune navette messe a disposizione dall’organizzazione riporteranno i partecipanti alla partenza.

     Nel corso della conferenza stampa verrà presentata la maglietta della Family Run con possibilità di acquisto in prevendita al costo di 10€.

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L’Asd Sandro Abate Five Soccer  dà il benvenuto a Pasquale De Luca

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L’Asd Sandro Abate Five Soccer comunica di aver acquisito per la stagione 2025-2026 il diritto alle prestazioni sportive di Pasquale De Luca, classe 1982, pivot, nato Napoli. 

De Luca è un calcettista di grande esperienza e tecnica, ha iniziato la carriera nel Real Briganti in C1, poi lo Stabia Amalfi con cui ha ottenuto tre promozioni fino ad arrivare in Serie A1, ed ancora il Napoli Vesevo, Scafati, Saviano, Lausdomini e Napoli Partenope.

«Inizia una nuova avventura, sono felice di giocare nuovamente nella massima serie ed in particolare di approdare alla Sandro Abate – spiega il nuovo pivot del club irpino – ringrazio il presidente e la dirigenza per aver creduto in me e per avermi dato questa grande opportunità. E’ un onore far parte di questa squadra, prometto che darò tutto me stesso per la nostra maglia. Giocare al Pala Del Mauro sarà spettacolare, saluto con grande affetto tutti i nostri tifosi e la città di Avellino».

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L’eutanasia delle aree interne del Sud decisa per legge

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Il governo Meloni ha predisposto il nuovo Piano Strategico per le Aree Interne pubblicato dal Dipartimento delle Politiche di Coesione e per il Sud, struttura che coordina e pianifica l’attuazione delle politiche di coesione territoriale. Il documento messo a disposizione del Ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli D’Italia, descrive la drammatica situazione di ben 42 aggregati comunali del Sud per i quali si configura una situazione di “povertà dietro l’angolo” e individua come soluzione “l’accompagnamento allo spopolamento” ritenuto “l’obbiettivo minimo”. Il Presidente della CNA di Enna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), Valentino Savoca, denuncia il fatto e dichiara, senza mezzi termini, la scelta “inaccettabile e offensiva nei confronti di milioni di persone, della storia di tante comunità e dell’Italia dei comuni” (Ennalive.it, 2 luglio 2025). La migrazione dalle aree interne del Mezzogiorno è stata valutata irreversibile, sia dall’attuale governo che da quelli precedenti, mai contrastata con azioni concrete che avrebbero potuto invertire il trend negativo. I dati dell’Istat confermano la diminuzione della popolazione ed offrono al governo Meloni l’alibi per ridurre o azzerare le risorse finanziarie per la sanità, l’Istruzione, del fondo perequativo e infrastrutturale nonché quelle del PNRR, dirottandole verso il Centro-Nord. Con l’effetto di favorire l’accentramento della popolazione in poche aree urbane super affollate, dotate di servizi efficienti mentre le aree interne del meridione sono condannate ad un oblio programmato che le trasformerà in una riserva indiana abitata, in maggior misura, da anziani. I meridionali sono di serie B ma quelli delle aree interne appartengono ad una sotto categoria con ancora minori diritti di cittadinanza, concetto ribadito in una nota di Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd (2 luglio 2025). Nemmeno con i fondi del PNRR si è voluto ridurre il divario infrastrutturale complementare alla nascita dell’industria manifatturiera e della logistica finalizzate alla riduzione della migrazione. Hanno favorito le disuguaglianze socio-economiche che rendono il Paese diviso e disuguale.

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