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Floriana Mastandrea:”Il centro storico abbandonato un vero e proprio scempio”.

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Una città che non recupera né valorizza il centro storico è destinata a morire. Ad Ariano lo scempio continua: il rione Santo Stefano è dei tanti, uno tra gli esempi concreti: demolizioni e ricostruzioni continue che non rispettano le opere com’erano anteriormente all’abbattimento, per rifare tutto in cemento armato, un’attività peraltro che è cominciata e si protrae da molti, troppi anni. Avrà mai una conclusione? Altro emblema del centro storico in abbandono è Via Annunziata, così chiamata per tradizione orale, visto che mancano targhe che ne indichino l’intitolazione, così come sono carenti in molte altre zone di Ariano. Ormai molti anni fa, è iniziata la sua manutenzione straordinaria, si è attuato un primo lotto cominciando da Via del Conservatorio, in seguito con la Giunta Mainiero se ne è realizzato un secondo, che si è però fermato poco prima del Museo Diocesano. Con l’avvento, nel 2014 della Giunta Gambacorta, non si è fatto più nulla. Quelle che potrebbero essere attrattive turistiche, come il Museo Diocesano e quello della Ceramica, sono collegati da Via Annunziata, che dovrebbe presentarsi come biglietto da visita della città, mentre è un monumento al degrado, all’incapacità di saper amministrare. Il sedime stradale nella notte dei tempi era stato realizzato in pietra lavica: alcune lastre sono rimaste disconnesse e traballanti, altre sono state sostituite, ma la pavimentazione è diventata un poutpourri di strane pezze: di asfalto a grana grossa, di asfalto a grana fine, di cemento con sabbia, cemento con ghiaia, cemento con calce, sabbia e terra sparsa. Via Annunziata dovrebbe trovare posto nei manuali di ingegneria e architettura come esempio da non seguire! Ai bordi della strada crescono rigogliose le erbacce, ma appena si arriva in Vico I Annunziata, dove non è neanche previsto un servizio di pulitoria, si aprono praterie di erba parietaria, una fatiscente casa abbandonata fa “bella mostra” di sé con finestre spalancate, porte sfondate, canali di gronda asportati, una vera oasi per topi e scarafaggi che sguazzano tranquilli tra la spazzatura che viene buttata all’interno e all’esterno. Vistose crepe sono il preludio di un suo possibile crollo. Una scalinata, conduce da Vico I Annunziata a Via Angeriano: delle cinque lampade che dovrebbero illuminarla, non ne funziona una! Finalmente in Piazzetta Scola troviamo una fontana, ma non butta né scarica l’acqua, si riempie con la pioggia e si prosciuga per evaporazione col sole, nel frattempo l’acqua stagnante è rifugio delle zanzare! Questo è soltanto un esempio di come il dr. Gambacorta Domenico, detto Mimmo, ha “curato” il centro storico. E pensare che già nel febbraio del 2017 avevamo segnalato con tanto di raccolta firme, lo stato di abbandono di Via Annunziata e chiesto “una verifica immediata e la sistemazione del tratto viario, al fine di scongiurare danni irrimediabili”! Nessuna risposta è però mai giunta. L’ambizioso Gambacorta chiede ancora di amministrare Ariano: tutti coloro che vogliono cambiare si uniscano, per contrastare un’ulteriore sciagura a questa cittadina già fin troppo bistrattata!

 

 

 

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Parcheggio gratuito al “Silos Calvario” (3° livello)

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Misura straordinaria per sostenere il commercio e agevolare l’accesso al centro

Per sostenere le attività commerciali e agevolare l’accesso al centro cittadino durante i lavori di riqualificazione delle Piazze, l’Amministrazione comunale ha disposto la sospensione temporanea della sosta a pagamento al terzo livello del parcheggio “Silos Calvario”.

La decisione è stata formalizzata con la Delibera di Giunta comunale n. 91 del 29 aprile 2025 e rappresenta una misura concreta a favore della cittadinanza, dei visitatori e degli esercenti, in un momento in cui il centro storico è interessato da importanti interventi di miglioramento urbanistico.

La sospensione della tariffazione riguarda esclusivamente il terzo livello del parcheggio e rimarrà in vigore per tutta la durata dei lavori, con l’obiettivo di incentivare la fruizione del centro e limitare eventuali disagi.

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Il primo maggio porta con sé una scia di sangue

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Il primo maggio porta con sé una scia di sangue, nel 2024 vi sono stati 1090 decessi di lavoratori con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente che ne ha registrati 1041. Sono aumentati del 17,8% gli infortuni in itinere che fanno riferimento ailavoratori che si spostano da casa verso il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro ovvero per la consumazione del pasto, ritenuto dall’INAIL infortunio sul luogo di lavoro. Le regioni con maggiore incidenza di mortalità sono: la Basilicata, la Campania, la Sardegna, Valle D’Aosta quelle a minore incidenza sono il Veneto e le Marche. Il rischio maggiore di mortalità per età in riferimento ad un milione di occupati è così ripartito: gli ultrasessantacinquenni con 138,3 decessi, i lavoratori tra 55 e 64 anni 54,5, fascia di età maggiormente colpita da mortalità sul posto di lavoro. Mentre i settori lavorativi maggiormente colpiti sono: le costruzioni, il trasporto, il magazzinaggio, le attività manifatturiere, il commercio. Vi è stato anche un incremento dello 0,7% degli infortuni denunciati all’INAIL, passati da 585.356 del 2023 a 589.571 del 2024. Non si può morire per mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, questa scia di sangue proseguirà sin tanto che non si considererà la persona umana sacra e inviolabile, non possiamo sottostare alla deregolamentazione per ottenere il bene o servizio al minor costo per battere la concorrenza. Una società civile punta sulla formazione del lavoratore e del datore di lavoro, attua controlli costanti e capillari dei luoghi di lavoro da parte dell’ispettorato e commina pene certe e senza scappatoie. I richiamidel Presidente della Repubblica ai salari bassi ed aimorti sul lavoro, sono un atto di accusa indiretto alla mancanza della volontà politica volta a garantire ladignità al lavoratore ed alla sua famiglia, il primo maggio deve essere la festa del lavoro non il necrologio su cui si scrivono i nomi dei lavoratori morti.

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Confesercenti Avellino: assegnati nuovi codici attività, imprese possono verificare rispondenza

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La Confesercenti provinciale di Avellino informa che anche in provincia di Avellino, come nel resto d’Italia, la locale Camera di Commercio ha provveduto ad effettuare l’aggiornamento d’ufficio dei codici Ateco per la classificazione delle attività di impresa e professionali con partita Iva presenti sul territorio.

Un’operazione avviata il 1 aprile, sulla scorta delle nuove classificazioni introdotte, con l’obiettivo di mappare con maggiore precisione il sistema produttivo del Paese, tenendo conto degli standard internazionali e dell’evoluzione economica e sociale che si è determinata negli ultimi anni, in particolare rispetto al 2007, data dell’ultimo aggiornamento.

Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.

Nelle visure e nei certificati sono state inoltre aggiunte eventuali ulteriori informazioni relative ad alcune tipologie di attività economica come i canali di vendita e di intermediazione.

Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato tramite l’app Impresa Italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it.

Se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia pienamente la realtà dell’attività svolta, l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente fino al 30 novembre 2025, tramite l’apposito servizio presente sul sito web  rettificaateco.registroimprese.it

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