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Emergenza Covid-19 L’Irpinia piange, ma Napoli e provincia non ridono

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di Antonio Bianco

L’Irpinia piange, ma  Napoli e provincia non ridono: l’emergenza sanitaria si allarga a macchia d’olio. Un territorio densamente popolato, con circa 700 mila persone sparse intorno al Vesuvio, un unico agglomerato senza soluzione di continuità sino alla città di Napoli che conta più di 1 milione di abitanti. Situazione che consente al contagio di propagarsi indisturbato, aiutato dal mancato rispetto del distanziamento sociale da parte di anziani e giovani che continuano, indisturbati, a sostare in zone aperte al pubblico. Restare a casa è il primo obbligo per evitare di contrarre il contagio e, se già infetti, di trasmetterlo. Forti dubbi sussistono sulle notizie riferite dai media sul numero reale dei contagiati, probabilmente sottostimato considerando il rientro di persone dal Nord che potrebbero diffondere il contagio, rispetto ai 652 positivi in Campania, di cui 203 residenti a Napoli e 155 in provincia.

Nella popolazione vi è preoccupazione a causa della riduzione dei posti letto dovuta alla chiusura dei Presidi Ospedalieri che dovrebbero accogliere gli ammalati. Tutto ciò è il frutto di una politica scellerata votata al taglio lineare dei servizi finalizzato al rientro dal dissesto finanziario della Sanità campana. Negli ultimi giorni si sta provvedendo a rafforzare i reparti ospedalieri che potrebbero accogliere i contagiati da Coronavirus. In questo marasma generale non è stato attivato il servizio di assistenza psicologica e di aiuto a domicilio delle persone gravemente ammalate. Mancano i controlli capillari da parte delle forze dell’ordine in provincia e sul territorio di Sant’Anastasia, da cui vi scrivo. Non sono reputati sufficienti gli interventi di sanificazione delle strade né vengono distribuite mascherine, almeno una per famiglia, da parte della protezione civile. Non vi sono inviti rivolti con i megafoni alla popolazione a rimanere nel proprio domicilio.

Siamo un popolo di poeti, santi e navigatori incapaci di vivere in comunità.

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Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

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In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.

 Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo

Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi

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Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

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L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina

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Confesercenti, Marinelli: obbligo polizze anti calamità per tutte le imprese

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“Si prospetta una nuova incombenza per le imprese irpine, che come nel resto del Paese, sono chiamate ad ottemperare l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa contro le calamità naturali”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale de Confesercenti Avellino.

“Dopo un articolato iter – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – è stata approvato ed è entrato in vigore dall’inizio di giugno il provvedimento che dispone per tutte le imprese la stipula di contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali”.

Per le aziende di grandi dimensioni, per effetto di un precedente decreto legge, l’obbligo è già in vigore dal primo aprile.

Sono state invece previste scadenze differenziate per le altre categorie di impresa, in base alla loro dimensione, secondo i criteri di classificazione delle direttive dell’Unione europea: le medie avranno tempo fino al primo ottobre 2025, quelle piccole e micro fino al 31 dicembre.

I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell’attività d’impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo riguarda anche le attività che operano in strutture e locali non di proprietà. 

Non sono assicurabili gli immobili irregolari non sanabili, che ovviamente non possono accedere acontributi pubblici  Sono escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continuano a essere soggette a regole specifiche già previste dalla normativa di settore. 

L’obiettivo della norma è garantire la continuità operativa anche in contesti di grave emergenza ambientale, attraverso un sistema di gestione del rischio condiviso tra imprese, assicuratori e Stato. Il mancato rispetto dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali comporta, come conseguenza principale, l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni di carattere finanziario erogati con risorse pubbliche, in caso di emergenza.

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