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Basket A2F – LPA PROIETTATA ALLA SFIDA PLAY OFF CON BATTIPAGLIA

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Battipaglia, ancora tu? Ariano Irpino ritrova dopo un anno esatto le avversarie di sempre nello stesso luogo, il Palazauli, e per la stesso motivo, gara-1 di semifinale. L’anno scorso fu Ariano ad infliggere l’ultima sconfitta casalinga alle salernitane che poi si aggiudicarono la serie fermandosi in finale. C’è grande attesa sul Tricolle. Saranno in tanti gli appassionati arianesi ad affollare (domenica, ore 18) le gradinate dell’impianto battipagliese. Le ragazze di coach Agresti (tre le ex, Maggi, Dominguez e Chesta) si sono messe alle spalle la battuta d’arresto di Vigarano e proveranno a ribaltare il pronostico. Il presidente Cirillo in settimana ha avuto un confronto con le cestiste che hanno palesato la volontà di regalarsi un risultato importante. “Si affrontano due squadre di grande caratura per la categoria – afferma il massimo dirigente – è un vero e proprio spot per tutto il movimento cestistico femminile campano. Non sarà facile, ma crediamo nelle nostre possibilità e nell’apporto nei nostri tifosi a cui chiedo di dare un supporto importante in questa serie a partire da domenica sera”.

 

L’AVVERSARIA – La sfida con la formazione del presidente Rossini è ormai una classica del campionato di serie A2. Nel secondo campionato nazionale il bilancio recita un severo 5-2 in favore delle salernitane. Giovani e forti, ad eccezione di Riccardi, lunga dalla tripla facile, il termine “senior” in casa Battipaglia significa essere nemmeno ventenne. Secondo attacco dell’intera serie A2 (dietro Catania) può contare sulla migliore giocatrice del campionato, l’olandese Kourtney Treffers. Sul perimetro gravitano il play Orazzo, l’ala Ramò, entrambe argento agli europei under 20 con la nazionale di coach Molino con assistente proprio coach Riga, e con una Ferretti in più giunta dalla A1 di Pozzuoli. Il presidente Rossini ha poi fatto incetta di giovani prospetti in giro per l’Italia: la play-guardia Russo da Bologna, l’ala Marchetti da San Raffaele, le lunghe Mirra, Minali e Diouf provenienti da College Italia. In corsa è arrivata la guardia-ala Hernandez, per ora solo nella formazione under 19 che disputerà le finali nazionali a Rimini.

 

LE CIFRE (medie per gara):

PB63 Lady Battipaglia: P.ti 69,3 (Treffers 21); P.ti subiti 63; Falli C. 17,9 (Ferretti 3,1); Falli S. 19,6 (Treffers 7,3); T2 45,1% (Treffers 52,7%); T3 29,7% (Riccardi 35,6%); Tl 71% (Orazzo 78,6%); Rimb. 38,5 (Treffers 8,1); Perse 17,1 (Treffers 3,8); Rec. 18,9 (Orazzo 2,9); Assist 6,2 (Ferretti e Treffers 1,4); Valutaz. 77 (Treffers 26,9).

Lpa Group Ariano Irpino: P.ti 60,2 (Rossi 10,9); P.ti subiti 56,6; Falli C. 14,9 (Chesta 2,4); Falli S. 18,2 (Rossi e Dominguez 3); T2 41,2% (Rossi 45,8%); T3 28,7% (Maggi e Sarni 37,5%); Tl 65,6% (Santabarbara 77,8%); Rimb. 40,8 (Narviciute 7,2); Perse 16,2 (Rossi 2,3); Rec. 18,1 (Maggi 1,8); Assist 8,5 (Rossi 2,1); Valutaz. 72,6 (Narviciute 12,2). 

N.B.: Tra i leader statistici di squadra non si è tenuto conto delle cifre di Marija Micovic. ARBITRI: Raimondo e Spinelli di Roma

 

MEDIA: E’ possibile seguire in diretta gli aggiornamenti del punteggio sul sito www.legabasketfemminile.it

 

IL PROGRAMMA DELLE SEMIFINALI (gara-1): 

Play-off A: Paddy Power Sesto San Giovanni – Piramis Torino (13/4 ore 18); Calligaris Triestina – Almo Nature Genova (12/4 ore 18).  

Play-off BPB63 Lady Battipaglia – Lpa Ariano Irpino (13/4 ore 18); Vassalli Vigarano Mainarda – Olympia Catania (12/4 ore 21).

 

FORMULA PLAY-OFF: Ai due tabelloni di play-off partecipano le squadre classificatesi dal primo al quarto posto in ciascuno dei due gironi di poule promozione. Le serie sono al meglio delle tre gare con la sequenza CASA-FUORI-CASA. Il vantaggio del fattore campo è per la formazione meglio piazzata nella Poule Promozione. Le vincenti di ciascun tabellone saranno promosse in serie A1 insieme alla vincente dello spareggio tra le due perdenti.

 

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Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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