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Ariano Basket

Basket A2F- A Bologna per centrare l’obiettivo delle semifinali.

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Domani al palasport di Castenaso, a pochi kilometri da Bologna, l’Lpa Ariano inaugura il suo cammino nella poule promozione di serie A2.

L’appuntamento è alle 18 per un match che le ragazze di coach Agresti proveranno a far proprio nell’ottica di incrementare il vantaggio di due lunghezze nella classifica iniziale della seconda fase. L’obiettivo è quello di difendere il quarto posto per accedere alle semifinali promozione. Compito non agevole a causa dell’assenza fino al termine della stagione di Micovic, ma le rossoblu hanno tutte le potenzialità per poter allungare la stagione e continuare ad alimentare i sogni dei propri supporters. Anche oggi nella lontana Emilia una loro rappresentanza farà sentire il proprio sostegno. Dall’infermeria arrivano segnali confortanti. Lo staff composto dal dottor Molinario e dal fisioterapista Francesco Garofano è sempre all’erta per scongiurare defezioni che a questo punto potrebbero essere fatali. Dominguez ci sarà: la risonanza magnetica ha evidenziato solo una leggera infiammazione dell’articolazione. Recuperata anche Mancinelli alle prese con una tallonite.

 

L’AVVERSARIA – E’ la squadra più giovane del lotto. Coach Scanzani continua il progetto tutto italiano cominciato lo scorso anno. Il decimale nove nell’anno di nascita è il minimo comun denominatore del roster che ha visto la definitiva maturazione di Sara Crudo, ala sanremese classe ’95, già medaglia di bronzo con la nazionale italiana under 16 che ha voluto portare con sé da La Spezia già la scorsa stagione. Dalla Cestistica La Spezia sono arrivate anche l’altra ala De Pretto e l’ala-centro Tava. Bologna è una squadra dinamica che può contare su ali con il vizietto del tiro da oltre l’arco. Il back court è tutto indigeno ed è generalmente composto dal play Tassinari e dalla guardia Landi, ma dalla panca si alzano Santarelli e Cabrini. Il backup della front-line è Alice Nori: altro prodotto locale stabilmente nel giro delle nazionali giovanili azzurre.

 

LE CIFRE (medie per gara):

Meccanica Nova Bologna: P.ti 61,8 (Crudo 13,7); P.ti subiti 62,7; Falli C. 19,1 (Crudo 3); Falli S. 17,9 (Tava 3,1); T2 43,3% (Crudo 52,4%); T3 24,7% (Crudo 37,8%); Tl 67,4% (Crudo 83,3%); Rimb. 39,9 (Crudo 6,2); Perse 19,9 (Tava 3); Rec. 23,3 (Crudo 3); Assist 5,6 (Tassinari 1,7); Valutaz. 67,9 (Crudo 15).

Lpa Group Ariano Irpino: P.ti 61,5 (Micovic 13,9); P.ti subiti 58; Falli C. 15,9 (Micovic 3,3); Falli S. 18,8 (Micovic 6,1); T2 42,5% (Micovic 53,3%); T3 27,2% (Sarni 42,3%); Tl 67,4% (Rossi 81,1%); Rimb. 41,5 (Micovic 8); Perse 17,3 (Micovic 3,9); Rec. 17,2 (Dominguez 1,4); Assist 8,5 (Rossi 2,4); Valutaz. 73,3 (Micovic 15,3).

ARBITRI: Gallo e Meneghini di Padova

 

IL PROGRAMMA DELLA 01^ GIORNATA (A2 – Poule Promozione B): Bologna – Ariano Irpino (01/02 ore 18); Napoli – Vigarano (02/02 ore 18); Broni – Battipaglia (02/02 ore 18); Catania – Ancona (01/03 ore 18).

CLASSIFICA: Vigarano Mainarda 12; Battipaglia 8; Napoli, Ariano Irpino 6; Broni, Bologna, Catania, Ancona 4.

PROSSIMO TURNO: Ancona – Napoli (08/02 ore 18.30); Vigarano – Catania (08/02 ore 21); Ariano Irpino – Broni (09/02 ore 18); Battipaglia – Bologna (09/02 ore 18).

 

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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