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Ariano Basket

Ariano espugna Siena. Maggi out, Grasso e Micovic protagoniste.

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Missione compiuta per LPA Ariano a Siena. Le ragazza di coach Agresti, non senza qualche difficoltà, chiudono la porta ai venti di crisi, conquistando due punti che permettono di affrontare il prosieguo con maggiore tranquillità. Le concomitanti sconfitte di Salerno (dopo tre tempi supplementari) e Viterbo consentono alle leonesse di recuperare addirittura due posizioni. Peraltro le toscane non si sono calate nel ruolo di vittime sacrificali. Il fanalino di coda ha reso la vita dura alle avversarie nel primo tempo prima di cedere il passo alle ospiti sulla lunga distanza. Ariano ha pagato l’assenza di Valentina Maggi, ferma ai box in settimana per le solite noie muscolari che periodicamente l’affliggono, e percentuali non esaltanti dal campo che hanno parzialmente vanificato lo strapotere a rimbalzo. In avvio Siena tiene bene il campo affidandosi alle sorelle Fabbri e chiude in vantaggio la prima frazione (13-12). Agresti prova a mascherare l’assenza di una guardia di ruolo ricorrendo prima a capitan Ferazzoli, poi al doppio play con Calandrelli al fianco di Paparo quindi al “quintettone” con Narviciute,Grasso e Micovic contenporaneamente sul parquet. Siena non demorde e nonostante 5/23 dal campo e 10 rimbalzi in meno delle avversarie , è addirittura in vantaggio ( 19-18) al 16′. Ci pensa Paparo con un gioco da tre punti a dare la scossa decisiva. Anche Micovic si sblocca dal campo (la serba chiuderà con 11/11 dalla lunetta) e le irpine allungano all’intervallo lungo (22-28 al 20′). Tutt’altro ritmo nel secondo quarto. Le locali trovano le triple di Bozzi e di un apositiva Laura Fabbri, ma sette punti consecutivi di Micovic propiziano l’allungo che risulterà decisivo. Dominguez rompe il ghiaccio da oltre l’arco ed arrivano anche i primi due canestri di Narviciute per il +13 all’ultimo mini intervallo. L’ultimo sussulto per le toscane lo regala il play Bozzi con una tripla ed aggiuntivo (45-52 al 32′). Ariano trema ma ha l’intelligenza di affidarsi alle mani di Grasso e Micovic sotto le plance. E’ Paparo a chiudere i giochi con la sua unica tripla della serata (51-64 al 39′). Domenica ancora una trasferta al Pala Rossini di Ancona per continuare la risalita in classifica.

 

Risultati 15^ giornata (2^ rit.): Elite La Spezia-Viterbo 87-44; Salerno Carispezia La Spezia 78-79 (dopo 3 TS); Bologna-Reggio Calabria 66-48; Siena-Ariano Irpino 54-64; College Italia-Napoli (oggi); Ragusa-Ancona (oggi), riposa Battipaglia.

Classifica : Ragusa 26; Carispezia 22; Elite SP 20; Napoli 18; Ancona Battipaglia Bologna 16; Ariano Irpino e Salerno 12; Viterbo 10; Reggio Calabria 6; College Italia 2; Siena 0.

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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