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Attualità

Usura bancaria, Federitalia: da Avellino oltre 30 richieste di aiuto da parte di imprenditori

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Bonvicini: “L’usura bancaria viene accertata nel 99% dei casi che trattiamo”

‘Usura bancaria e di Equitalia – Come difendersi prima di essere aggrediti’, grande successo per il convegno organizzato dall’associazione Guida la tua vita in sinergia con Federitalia e con il patrocinio dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili della provincia di Avellino e per la presentazione dello sportello arianese di Federitalia. L’evento, ideato da Alberto Scaperrotta, sarà replicato ad Avellino, a Benevento e a Salerno. Fioccano le richieste di analisi dei conti corrente da parte di cittadini e imprenditori da tutta la provincia di Avellino; in due giorni, il neonato sportello di Federitalia di Ariano Irpino è stato letteralmente sommerso di richieste di assistenza legale per problemi legati alle banche. “La provincia di Avellino sta adesso reagendo a fenomeni quali l’usura bancaria e l’anatocismo. Sono già oltre trenta le richieste di aiuto da parte di imprenditori avellinesi a Federitalia. Da questa provincia, inoltre, sono numerose le segnalazioni di assistenza per analizzare le cartelle di Equitalia, che presentano un difetto di trasparenza: il cittadino da solo non riesce a capire quale tasso paga e su quale capitale, spiega Wally Bonvicini, imprenditrice, presidente nazionale di Federitalia, giunta ad Ariano Irpino con il suo staff per il convegno organizzato da ‘Guida la tua vita’ e per l’inaugurazione dello sportello dell’associazione, che si occupa di fornire assistenza legale e tecnica alle persone in difficoltà con le banche e con Equitalia. In che modo Federitalia aiuta semplici cittadini ed imprenditori? Così Wally Bonvicini: “Attraverso perizie econometriche accertiamo l’usura bancaria, che viene riscontrata nel 99% dei casi che trattiamo. Dopo aver accertato l’usura, può scattare la procedura prevista dal fondo antiusura, che immediatamente blocca i termini di pagamento alle banche, consentendo alle persone di ripartire e di riprendere in mano la propria vita. In pratica, quando scatta la legge antiusura, i cittadini devono restituire alle banche soltanto il capitale mentre gli interessi non devono essere più pagati. Ciò che noi consigliamo sempre ai cittadini è di analizzare i conti e verificare quanto realmente hanno pagato il denaro; se viene superato il tasso soglia, calcolato ogni tre mesi, si è in usura. Inoltre, Federitalia assiste i cittadini relativamente alla scelta della forma giuridica più opportuna per ogni impresa”, conclude Bonvicini.

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Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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