Attualità
Tienanmen e il “Rivoltoso Sconosciuto”: il ragazzo cinese che sfidò il carro armato

Il 30 Maggio 1989 in piazza Tienanmen, di fronte alla statua di Mao Tse Tung, fu eretta la statua della Dea della
Democrazia. Era alta 10 metri, in cartapesta e polistirolo, costruita in 4 giorni dagli studenti dell’Accademia Centrale di Belle Arti. Molti hanno notato la sua somiglianza alla Statua della Libertà, anche se quest’ultima non fu presa a modello, per non sembrare “filo-americani”. In realtà, quella cinese, fu influenzata dal riferimento alla scultrice russa Vera Mukhina, esponente del realismo socialista. Fu distrutta il 4 Giugno dall’Esercito Popolare di Liberazione: in quell’occasione furono uccisi un numero ancora oggi indefinito di studenti, intellettuali e operai. Il bilancio ufficiale fu di 319 vittime, ma secondo i manifestanti, furono molti di più. La protesta era iniziata il 15 aprile, con studenti provenienti da oltre 40 università, ai quali si erano uniti operai, intellettuali e funzionari pubblici, per marciare verso la piazza nella quale Mao Zedong nel 1949, aveva dichiarato la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Il 20 maggio il governo inviò truppe corazzate per disperdere i manifestanti e impose la legge marziale a Pechino: le forze governative, dapprima si ritirarono, poi, Deng Xiaoping, capo della commissione militare, diede ordine di aprire il fuoco. La repressione non finì nella notte tra il 3 e 4 giugno, ma proseguì per giorni in tutta la Cina. Molti operai, accusati semplicemente di simpatizzare col movimento studentesco, vennero uccisi alla periferia di Pechino. Le richieste degli operai riguardavano l’eliminazione delle disparità salariali e riforme economiche: un quadro percepiva 20 o 30 volte di più, di un normale lavoratore salariato. Le proteste degli studenti riguardavano soprattutto riforme democratiche: più libertà politiche e di stampa, ma anche riforme economiche, che mettessero fine alla corruzione migliorando lo stile di vita dei cittadini. In quei giorni, un ragazzo cinese è diventato famoso col nome di “Rivoltoso Sconosciuto”, per essersi parato davanti ai carri armati per fermarli. Nel 1998, la rivista Time ha incluso “Il Rivoltoso Sconosciuto” nella sua lista delle “persone che più hanno influenzato il XX secolo”. La stessa rivista, cita anche uno dei leader del movimento pre-democratico cinese: “gli eroi nella fotografia del carro cingolato sono due: il personaggio sconosciuto che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota, che si elevò all’opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota”. Per mettere a tacere i protestanti, il governo cinese attuò la più crudele repressione della sua storia.
Attualità
L’eutanasia delle aree interne del Sud decisa per legge

Il governo Meloni ha predisposto il nuovo Piano Strategico per le Aree Interne pubblicato dal Dipartimento delle Politiche di Coesione e per il Sud, struttura che coordina e pianifica l’attuazione delle politiche di coesione territoriale. Il documento messo a disposizione del Ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli D’Italia, descrive la drammatica situazione di ben 42 aggregati comunali del Sud per i quali si configura una situazione di “povertà dietro l’angolo” e individua come soluzione “l’accompagnamento allo spopolamento” ritenuto “l’obbiettivo minimo”. Il Presidente della CNA di Enna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), Valentino Savoca, denuncia il fatto e dichiara, senza mezzi termini, la scelta “inaccettabile e offensiva nei confronti di milioni di persone, della storia di tante comunità e dell’Italia dei comuni” (Ennalive.it, 2 luglio 2025). La migrazione dalle aree interne del Mezzogiorno è stata valutata irreversibile, sia dall’attuale governo che da quelli precedenti, mai contrastata con azioni concrete che avrebbero potuto invertire il trend negativo. I dati dell’Istat confermano la diminuzione della popolazione ed offrono al governo Meloni l’alibi per ridurre o azzerare le risorse finanziarie per la sanità, l’Istruzione, del fondo perequativo e infrastrutturale nonché quelle del PNRR, dirottandole verso il Centro-Nord. Con l’effetto di favorire l’accentramento della popolazione in poche aree urbane super affollate, dotate di servizi efficienti mentre le aree interne del meridione sono condannate ad un oblio programmato che le trasformerà in una riserva indiana abitata, in maggior misura, da anziani. I meridionali sono di serie B ma quelli delle aree interne appartengono ad una sotto categoria con ancora minori diritti di cittadinanza, concetto ribadito in una nota di Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd (2 luglio 2025). Nemmeno con i fondi del PNRR si è voluto ridurre il divario infrastrutturale complementare alla nascita dell’industria manifatturiera e della logistica finalizzate alla riduzione della migrazione. Hanno favorito le disuguaglianze socio-economiche che rendono il Paese diviso e disuguale.
Attualità
Convocato Consiglio Comunale – In discussione lo spostamento del mercato settimanale e riconoscimento stato di calamità

Ad Ariano Irpino il Presidente del Consiglio ha convocato il Civico Consesso nella Sala Consiliare “Giovanni Grasso” di Palazzo di Città, in seduta ordinaria, in unica convocazione per il giorno 8 luglio 2025 alle ore 17,00 per la trattazione dei seguenti argomenti:
- – Richiesta riconoscimento stato di calamità e costituzione di un tavolo tecnico per il monitoraggio dei danni subiti e l’individuazione degli agricoltori danneggiati;
- – Spostamento del mercato settimanale in località Cardito. Discussione ed esame della possibilità di revoca del provvedimento e di ripristino della sede originaria.
Attualità
AREE INTERNE, D’AGOSTINO(FI): NESSUN DECLINO IRREVERSIBILE

Il segretario provinciale di Avellino scrive alla Premier e al Ministro per la Coesione: “Per i nostri territori occorrono infrastrutture, accesso al credito, agevolazioni fiscali e valorizzazione del turismo sostenibile, non rassegnazione.”
Roma, 2 lug – “Le aree interne non sono un capitolo chiuso della storia economica del Paese, né un peso morto destinato al declino. Sono un potenziale straordinario di sviluppo, lavoro e qualità della vita. Serve il coraggio politico di scommettere sul loro rilancio, non la rassegnazione istituzionale”. Lo dichiara l’on. Angelo Antonio D’Agostino, responsabile nazionale del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia e segretario provinciale del partito ad Avellino, commentando il contenuto del Piano strategico nazionale per le aree interne, dove si parla di “struttura demografica compromessa” e di una condizione di difficilissima reversibilità per molti territori.
“Sono valutazioni che mi permetto di respingere con determinazione – prosegue D’Agostino – perché rischiano di cristallizzare una visione rinunciataria, che finisce per deresponsabilizzare la politica e scoraggiare le comunità locali. L’Italia non può permettersi di archiviare un terzo del proprio territorio come se fosse perso per sempre. Per questo ho scritto una missiva alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro per le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, per chiedere di rivedere le parti del Piano che fanno riferimento a una presunta irrimediabilità del declino, sostituendo questa impostazione con un impegno chiaro per politiche di rigenerazione e investimento.”
D’Agostino sottolinea come il rilancio delle aree interne debba passare per interventi concreti: “Dalle infrastrutture materiali e digitali all’accesso al credito, da agevolazioni fiscali per chi investe alla valorizzazione del turismo sostenibile e dell’industria di trasformazione, è possibile creare le condizioni per invertire la tendenza. Come imprenditore a capo di un gruppo nato proprio nelle aree interne del Mezzogiorno, so che questa sfida può essere vinta se si abbandonano le vecchie ricette e si adottano politiche innovative, ambiziose e territorialmente mirate.”
“Sono certo che Forza Italia, grazie al lavoro certosino del nostro capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello, e del nostro Segretario nazionale e Vice Premier, Antonio Tajani, continuerà a lavorare in Europa, in Parlamento e nel Governo per restituire dignità e futuro ai nostri borghi e ai nostri comuni. Nessun territorio deve sentirsi condannato al declino: questa – conclude D’Agostino – è la nostra responsabilità e la nostra sfida.”
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