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Sardine formato A4

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Di Antonio Bianco

L’incontro di Provenzano con le Sardine ha messo in luce le difficoltà del Movimento di far proposte coerenti con la complessa situazione economica. Non bastano i mini spot vergati su un foglio formato A4, né proposte dal sapore goliardico, come quella dell’Erasmus interno al fine di favorire l’incontro tra studenti del Nord con quelli del Sud. Il rapporto Svimez è esplicito ed i numeri sono impietosi, circa il 25-30% degli studenti diplomati al Sud si iscrive in Università del Nord.

Le Sardine si accontentano di vaghe promesse.

Boccia chiarisce che: “Il Sud non deve essere spazzato via”, nel contempo spinge per l’immediato varo dei progetti di Autonomia Regionale Differenziata avanzati dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nulla dice, anzi si rinvia, sine die, la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni dei diritti sociali e civili, in tal modo si continuerà ad applicare il criterio della spesa storica per il finanziamento dei servizi pubblici quali asili nido, assistenza ai disabili, infrastrutture, sanità, viabilità, ecc., fatto che ha trasformato il Sud nel territorio più povero dell’U.E. Frutto indigesto consegnatoci in eredità dalla riforma del Titolo V della Costituzione che ha trasformato le Regioni in piccole Patrie, con una visione fortemente territoriale, senza tener conto del principio di uguaglianza e compromettendo, forse irrimediabilmente, l’Unità e la coesione Nazionale a cui si appellava Mattarella durante gli auguri di fine anno.

Le Sardine forse ben sanno che l’Italia riparte se il Sud è dotato di infrastrutture e servizi efficienti.

Il Meridione si spopola, viaggia a scartamento ridotto, anzi è fermo, con strade, treni, aeroporti e servizi alla persona indegni di una Paese inserito nel Gotha delle Nazioni più ricche.

Sardine, siamo 20 milioni di cittadini italiani, fateci sognare, date anche a noi qualche speranza, create un clima fecondo fra le due Italia, battetevi per ogni persona, al di là della sua collocazione geografica, al fine di garantire, ad ognuno, un vivere civile ed una dignitosa esistenza.

Ben venga il Piano per il Sud con i suoi ipotetici 123 miliardi in 10 anni, ma dovrebbe essere restituito, in egual misura di tempo, lo scippo degli 840 miliardi (fonte Marco Ascione, Eurispes) dirottati negli ultimi 17 anni verso il Nord, territorio che, oggi, vede aumentare la popolazione di 1,4% rispetto al resto dell’Italia.

Le soluzioni sono nelle mani di questo Governo, solo facendo crescere il Sud l’Italia tutta ne trarrà beneficio. Ad oggi, l’unico cantiere di importo considerevole nel Meridione è la linea ferroviaria Napoli-Bari. Parlare dell’alta velocità tra Reggio Calabria e Napoli con un piano di 3 miliardi, quando ne occorrerebbero 20, senza un progetto, sembra una presa per i fondelli.

Care Sardine, se vorrete essere la classe dirigente del futuro, organizzate manifestazioni in tutte le piazze italiane, inclusa Reggio Calabria, per imporre al Governo una visione unitaria del Paese nel rispetto dei principi costituzionali a cui vi appellate.

Cari, attendiamo la vostra adesione, anche in formato A4.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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Il 15 aprile ad Ariano intervento di derattizzazione

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Si informa la cittadinanza che lunedì 15 aprile 2024  dalle ore 7,00  è previsto un intervento di derattizzazione su tutto il territorio comunale.

L’intervento di bonifica ambientale sarà realizzato, come di consuetudine, da un’impresa incaricata dall’Asl, con la collaborazione ed il controllo del personale comunale.

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