Politica
Nicola Prebenna :”Le promesse ora devono lasciare spazio ai fatti”.

I giochi appartengono al passato; il tempo delle illusioni, delle promesse, degli entusiasmi pur legittimi deve poter cedere il passo ai fatti, alle cose da fare. I toni talvolta accesi,
aspri della campagna elettorale, devono cedere ai toni persuasivi, dialoganti, costruttivi del momento propositivo che dovrebbe vedere i cittadini, pur divisi nel cuore dello scontro, ricompattarsi per intrecciare le energie in vista di obiettivi ed interessi comuni: la riqualificazione complessiva della vita della città, ed il posizionamento in ambito territoriale nel ruolo di guida e volano, e non di fanalino di coda. Gli arianesi hanno dato fiducia a Domenico Gambacorta; al di là delle critiche mossegli sia per la gestione passata come sindaco nel periodo 2004-2009, che per l’operato come assessore provinciale, non da tutti ritenuto utile alla città del Tricolle, si è accreditato come il candidato alla guida della città autorevole, determinato, competente. Non ha sfigurato il competitor, il sindacalista Michelino Caso: ce l’ha messa tutta, aveva anche idee non peregrine su come riorganizzare la vita della città, ma non ha avuto la forza sufficiente per convincere gli elettori, poco disposti a rinnovare la fiducia a Gambacorta ed alle liste da lui ispirate, a tentare con convinzione la carta del rinnovamento. A guardare la crudezza dei dati numerici, balza evidente il tasso di astensionismo che, pur non raggiungendo livelli elevati, ha comunque determinato, rispetto al primo turno, la volatilizzazione di più di tremila voti; altro dato da non ignorare per una analisi corretta dell’esito del ballottaggio è costituito dalla rinunzia all’impegno di scendere nella mischia di ben tre schieramenti. La storia, è risaputo, non si fa con i “se”, ma certo aggregazioni possibili e diverse da come non si sono realizzate avrebbero reso ancora più incerto l’esito del ballottaggio. Ciò ha indubbiamente contribuito a rasserenare il clima tra le file dei sostenitori di Gambacorta che, ad onta della sicurezza ostentata prima e dopo, non era tanto convinto di avere l’elezione a portata di mano, all’indomani del risultato del primo turno. Le incertezze e la scelta di non entrare nell’arengo da parte delle liste antagoniste della prima tornata hanno prodotto l’effetto Chirac. Quando il presidente francese andò al ballottaggio sfidando Jean Marie Le Pen, era molto soddisfatto della situazione che si era venuta a creare, pure se si sforzava di non ostentarla per non alienarsi il voto e le simpatie di quanti si opponevano al candidato del Front National. Così, a un di presso così direbbe il Manzoni, l’ha dovuta pensare Gambacorta quando non ha visto coalizzarsi intorno al suo competitor le forze del rinnovamento. Le parole in politica spesso lasciano il tempo che trovano: ha vinto la restaurazione, il cambiamento? E’ troppo presto per dirlo. Le interpretazioni vanno nell’una e nell’altra direzione. Il giudizio ora va sospeso e l’attenzione dovrà essere rivolta ai fatti. Noi guarderemo con vigile attenzione a ciò che metterà in campo il neo-sindaco: vogliamo verificare, senza indulgenza alla piaggeria e senza cedimenti alla critica preconcetta, che cosa ne sarà delle tante promesse, pubbliche e private: quante, sia pure nei tempi ragionevoli della politica, saranno le realizzazioni a cui si porrà mano. Auguriamo a tutto il Consiglio eletto, in particolare al neo.sindaco, di dare prova non solo di indubbie qualità personali e politiche in senso lato, quanto prova di una verità semplice ed a portata di mano, sforzarsi di dare coerenza alle idee nei fatti concreti, nelle scelte anche piccole ma testimoni di una sana visione della politica, se ai cittadini interessa una visione alta e nobile della politica; se saranno invece interessati solo alla politica mestierata e pasticciata, allora rimane confermato che l’ipotesi del cambiamento è, nella realtà del Tricolle, una chimera. Manzonianamente, “Ai posteri l’ardua sentenza!”. |
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