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Ariano Basket

Lpa Ariano strepitosa: è semifinale!

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Il titolo questa volta lo hanno fatto i tifosi. Lo striscione con la scritta “Hic sunt leones” è stato quanto mai profetico. Le leonesse si sono rivelate tali nella prova più difficile di tutta la stagione. Ariano vola in semifinale play-off al cospetto di oltre mille spettatori accorsi al Pala Cardito, estromettendo la candidata numero alla promozione, la Carispezia La Spezia. Dopo l’exploit di mercoledì, anche gara-2 ha palesato la completa metamorfosi di una formazione mai così matura nel saper gestire le situazioni da un punto di vista tattico e nervoso, convivendo con i propri limiti ed esaltando le proprie qualità. Vittoria del gruppo che ha saputo soffrire e dominare mentalmente l’avversaria. Vittoria del coach che ha imbrigliato nuovamente nella ragnatela della zona le bianconere. Vittoria di un pacchetto lunghe dominante con Micovic e Narviciute che hanno sfoderato una prestazione da categoria superiore. Trascinante la serba, in continua evoluzione la lituana autentica mattatrice sotto le plance. Alla fine la gioia incontenibile in casa irpina, ma anche le lacrime di una formidabile Templari e la rabbia di Reke la dicono tutta sul grande pathos che ha avvolto il confronto.

LA GARA – L’avvio delle ospiti è determinato. La Carispezia mette la giusta intensità in difesa creando non pochi problemi alla fluidità offensiva delle arianesi. La zona ordinata da Agresti ed i due falli di Tripalo e Giorgi mascherano solo temporaneamente i problemi offensivi delle padrone di casa. Costa e il tiro mortifero di Templari (6 triple alla fine) propiziano l’unica fuga delle ospiti (8-19 al 11’). Narviciute e Micovic le riprendono con due triple consecutive poi la zona fa il resto. Solo Templari non sembra risentirne infilando la quarta tripla della serata (22-24 al 20’). Le ufitane svoltano definitivamente nella ripresa. E’ Paparo a destarsi dal torpore. Una tripla della play seguita da una di Narviciute propiziano il sorpasso (28-27 al 24’). Le rossoblu sono in fiducia e si esaltano trascinate da Micovic. Agresti catechizza Maggi che risponde sul campo firmando i primi punti della serata. Il massimo vantaggio arriva ad opera della guardia argentina (39-29 al 28’). L’ultima frazione è un concentrato di emozioni. Le ospiti si affidano a Reke, ma la situazione falli si fa pesante. La triade delle lunghe arianesi esalta i mille del Pala Cardito blindando il risultato dopo una frazione serratissima sotto il profilo fisico e mentale.

VERSO BATTIPAGLIA – In tribuna c’era anche il presidente Rossini soddisfatto dopo aver chiuso la serie ad Ancona. Saranno proprie le sue ragazze le prossime avversarie dell’Lpa nel derby tutto campano di semifinale. Si tratta della prima volta per entrambe. Le salernitane avranno il vantaggio del fattore campo. Si parte sabato al Pala Zauli per gara-1 (orario da definire). Da definire anche la data di gara due al Pala Cardito che potrebbe non essere infrasettimanale. Date possibili sabato 20 o domenica 21 aprile per consentire alle tante cestiste del Minibasket Battipaglia di poter disputare le gare del Concentramenti Interregionali under 19 che si svolgeranno dal 15 al 17 aprile. Se ne saprà di più nelle prossime ore.

LPA ARIANO IRPINO – CARISPEZIA LA SPEZIA: 57-49

Lpa Ariano Irpino: Paparo 7, Calandrelli n.e., Marciano, Aversano, Albanese n.e., Ferazzoli, Maggi 5, Grasso 9, Micovic 19, Narviciute 17. Coach: Agresti.

Carispezia La Spezia: Devoto n.e., Reke 14, Templari 18, Giorgi 2, Russo 2, Costa 5, Tripalo, Zerella, Piastri n.e., Tava 8. Coach: De Santis.

Arbitri: Capoziello e Leggiero di Brindisi

Parziali: (8-16); (22-24); (41-36)

Uscite per 5 falli: Tripalo e Zerella

 

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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