Attualità
Italia – 160 anni di un Paese diviso e sperequato

L’Italia ha spento il 17 marzo le candeline per i 160 anni di Unità Nazionale. Il Presidente della Repubblica Mattarelladurante la celebrazione dell’evento elogia lo spirito di coesione mostrato durante l’emergenza sanitaria e pone l’accento sulla condivisione delle scelte democratiche fatte dal popolo italiano. Belle parole, pura retorica con il richiamo a valori sepolti nella polvere di una ex Nazione, divisa in 20 piccole patrie, che sono in competizione fra loro ma anche con lo Stato Centrale. L’esempio plastico è fornito dalla gara sulla quantità di vaccini iniettati, ogni presidente di Regione si vanta della propria capacità organizzativa, da lodare ed incentivare, senza, però, avere una visione di insieme, ognuno guarda nel proprio orticello e gli altri possono andare a farsi benedire. In questo contesto di federalismo competitivo e non cooperativo si inseriscono le scelte del Veneto presieduto da Zaia, con il voto favorevole del PD, che hanno invitato Draghi a rivedere i criteri di assegnazione delle risorse del Recovery Fund programmati dal precedente governo. Fondi assegnati al Meridione nella misura del 65% reputata eccessiva in quanto danneggia le Regioni virtuose del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che trainano il mal ridotto vagoncino del Sud. Tale tesi sarebbe suffragata dal fatto che il Meridione ha scarsa capacità di spesa dei fondi messi a disposizione dall’UE. Identico concetto è stato espresso dal ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nell’audizione alla commissione attività produttive del 17 marzo. Nemmeno velatamente ha fatto intendere che i progetti non possono rimanere sulla carta ma devono tendere al recupero della produttività. Inoltre non sono ammessi errori o ritardi nella presentazione dei progetti per i fondi di coesione relativi al recupero del divario regionale. In poche parole, il Sud non sa spendere i soldi erogati dall’Europa, allora diamoli al Nord virtuoso. Nessun cenno sul mancato turnover del personale negli Enti Locali di questa area del Paese. Parole inaccettabili espresse da un ministro della repubblica che dovrebbero essere attentamente vagliate da Draghi. Si dovrebbe rimettere al centro del dibattito politico la perequazione delle due macro aree al fine di garantire la transizione ecologica e digitale nonché la coesione territoriale. Draghi presiede il governo di unità Nazionale nel quale alberga la volontà di dividere il Paese espressa, a più riprese, dai leghisti e mai smentita, con i fatti, dal PD. L’UE ha destinato al Meridione il 65% delle risorse del Recovery Fund in quanto è un’area sottosviluppata essenziale per il rilancio economico dell’Italia e piattaforma strategica per gli scambi commerciali nel Mediterraneo con l’Africa e l’Asia. Se Draghi ed il suo governo tradiranno questo mandato hanno spergiurato sulla Costituzione.
Attualità
AREE INTERNE, D’AGOSTINO(FI): NESSUN DECLINO IRREVERSIBILE

Il segretario provinciale di Avellino scrive alla Premier e al Ministro per la Coesione: “Per i nostri territori occorrono infrastrutture, accesso al credito, agevolazioni fiscali e valorizzazione del turismo sostenibile, non rassegnazione.”
Roma, 2 lug – “Le aree interne non sono un capitolo chiuso della storia economica del Paese, né un peso morto destinato al declino. Sono un potenziale straordinario di sviluppo, lavoro e qualità della vita. Serve il coraggio politico di scommettere sul loro rilancio, non la rassegnazione istituzionale”. Lo dichiara l’on. Angelo Antonio D’Agostino, responsabile nazionale del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia e segretario provinciale del partito ad Avellino, commentando il contenuto del Piano strategico nazionale per le aree interne, dove si parla di “struttura demografica compromessa” e di una condizione di difficilissima reversibilità per molti territori.
“Sono valutazioni che mi permetto di respingere con determinazione – prosegue D’Agostino – perché rischiano di cristallizzare una visione rinunciataria, che finisce per deresponsabilizzare la politica e scoraggiare le comunità locali. L’Italia non può permettersi di archiviare un terzo del proprio territorio come se fosse perso per sempre. Per questo ho scritto una missiva alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro per le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, per chiedere di rivedere le parti del Piano che fanno riferimento a una presunta irrimediabilità del declino, sostituendo questa impostazione con un impegno chiaro per politiche di rigenerazione e investimento.”
D’Agostino sottolinea come il rilancio delle aree interne debba passare per interventi concreti: “Dalle infrastrutture materiali e digitali all’accesso al credito, da agevolazioni fiscali per chi investe alla valorizzazione del turismo sostenibile e dell’industria di trasformazione, è possibile creare le condizioni per invertire la tendenza. Come imprenditore a capo di un gruppo nato proprio nelle aree interne del Mezzogiorno, so che questa sfida può essere vinta se si abbandonano le vecchie ricette e si adottano politiche innovative, ambiziose e territorialmente mirate.”
“Sono certo che Forza Italia, grazie al lavoro certosino del nostro capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello, e del nostro Segretario nazionale e Vice Premier, Antonio Tajani, continuerà a lavorare in Europa, in Parlamento e nel Governo per restituire dignità e futuro ai nostri borghi e ai nostri comuni. Nessun territorio deve sentirsi condannato al declino: questa – conclude D’Agostino – è la nostra responsabilità e la nostra sfida.”
Attualità
Antonio Bianco:”Giornalismo scrivano, megafono del potere”

Giornali, TV, social media raccontano della volontà del governo italiano di aumentare la spesa militare al 5% del Pil. Oggi è al 2% e si spendono circa 37 miliardi annui ai quali si aggiungerebbero altri 40 miliardi annui (somma superiore all’ultima legge di bilancio di 30 miliardi) che graverebbero il bilancio di 400 miliardi in 10 anni.
Con il Pil che segna aumenti da prefisso telefonico, il mega debito pubblico da far tremare i polsi ed una scarsa propensione del governo a colpire gli evasori fiscali, per reperire i soldi si profilano tagli alla spesa pubblica.
Viene prospettata l’ipotesi di distrarre le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, destinati per l’80% al Meridione ed il 20% al Centro-Nord, a favore del riarmo. Se ciò fosse, non solo il Meridione, privo di infrastrutture moderne e quasi inesistenti diritti di cittadinanza, ma pure l’area settentrionale andrebbe in sofferenza senza l’apporto del FSC. I giornalisti dei media nazionali e della TV di Stato, in modo acritico scrivono del riarmo senza analizzare le ricadute socio-economiche dovute ai tagli alla spesa pubblica che incideranno maggiormente sui meridionali, oppressi dall’emigrazione endemica e dal reddito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Centro-Nord. Il giornalista dovrebbe operare con etica e obiettività nel rispetto della verità garantendo al cittadino il diritto all’informazione e non solo alla notizia. Pedagogia dell’asservimento al padrone di turno con la narrazione del pericolo futuro privato dall’esame, a tutto tondo, sia dei risvolti positivi che di quelli negativi. In tal modo il cittadino è l’agnello sacrificale al quale è negato il diritto di scegliere con obbiettività e, sotto l’influenza degli eventi drammatici degli ultimi anni, sarà indotto ad accettare, non solo, la riduzione degli spazi di democrazia diretta ma pure tagli al welfare, alla scuola, alla sanità. La democrazia richiede che i giudici siano sottoposti solo alla legge ma anche giornalisti che non siano solo il megafono del potere.
Attualità
Servizio Trasporto Scolastico Anno Scolastico 2025/2026. Aperte le iscrizioni

Il Comune di Ariano Irpino informa che sono aperte le iscrizioni al servizio di trasporto scolastico per l’anno scolastico 2025/2026.
Il termine di scadenza per la presentazione delle domande è fissato al 01/08/2025.
Tutte le informazioni sono reperibili nell’allegato avviso pubblico, oltre al relativo modello di domanda da presentare al Comune di Ariano Irpino con le modalità indicate.
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