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Gentile Commissario Prefettizio, stiamo attendendo risposte

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Al posto del Sindaco Franza dimessosi, su proposta del Ministro dell’Interno, il Presidente della Repubblica, ha nominato Commissario Prefettizio del Comune di Ariano Irpino la dottoressa Silvana D’Agostino, che si è insediata il 29 gennaio 2020.

La dottoressa D’Agostino, unisce in sé tutti i poteri, ordinari e straordinari del Comune: Sindaco, Giunta e Consiglio e ha il vantaggio rispetto a un Sindaco, di non dover discutere né rendere conto alla Giunta e al Consiglio. La Dr.ssa D’Agostino dovrà amministrare il Comune finché non verrà eletto un nuovo Consiglio comunale e un nuovo Sindaco. Le elezioni avrebbero dovuto tenersi a maggio, ma il coronavirus ha sconvolto anche il calendario elettorale e pertanto, probabilmente si voterà dopo, si spera in autunno, ma potrebbe ulteriormente slittare al prossimo anno. Ma se il Commissario prefettizio ha tutti i poteri, ha anche tutti i doveri degli organi del Comune: il primo dovere è rapportarsi con cortesia ed educazione con i cittadini, ricevendo direttamente o facendoli ricevere da funzionari delegati e comunque rispondere alle lettere ed e-mail, nonché ascoltare e rispondere alle loro istanze, motivando eventuali dinieghi. Anche il Commissario Prefettizio dev’essere trasparente. Il Sindaco, come si sa o si dovrebbe sapere, è il primo responsabile della salute dei cittadini che amministra, quindi ad Ariano, lo è chi lo sostituisce, ovvero il Commissario Prefettizio, primo responsabile della salute dei cittadini. Noi non sappiamo cos’abbia fatto la dr.ssa D’Agostino per la salute dei cittadini, specialmente in questo momento, in cui la pandemia da Covid-19 ha in Campania, il primo focolaio ad Ariano Irpino. Non sappiamo se, quando ha fatto sanificare la strade di Ariano, siano stati sanificati anche i vicoli, le scalinate e gli edifici pubblici, ma riteniamo di no. Non sappiamo se, come succede in diversi Comuni italiani, anche quello di Ariano abbia intenzione di distribuire mascherine a tutti i cittadini o almeno a chi ha superato settant’anni di età, non sappiamo neanche, se sull’esempio del Comune di Avellino, si abbia intenzione di effettuare test rapidi ai medici di famiglia: eppure non avere un Sindaco ma un Commissario, non è necessariamente una disgrazia. Ci sono alti burocrati dello Stato, e burocrate non è un insulto, che sono di una efficienza straordinaria: vorrei che il nostro Commissario comunicasse cos’ha intenzione di fare, ma che soprattutto facesse! Il 29 marzo arianonews24 ha pubblicamente rivolto al Commissario, ben 10 domande sollecitate dai cittadini, sull’emergenza da coronavirus, a tutt’oggi senza risposta. È anche vero che arianonew24 il 26 marzo aveva formulato 15 domande al Prefetto di Avellino su come dovessero comportarsi i cittadini di fronte alla pandemia, ma anche questo alto funzionario dello Stato, non ha ancora risposto. Anche in questo caso, si trattava soltanto di rispondere con parole semplici e chiare.

Spazzatura Vico I Annunziata

Al nostro Commissario arianese il 30 marzo, dopo che in Comune non si è riusciti a parlare telefonicamente con nessuno, è stata chiesta, con una mail indirizzata all’ufficio protocollo, una piccola cosa: far pulire Vico I Annunziata, che non vede un netturbino da mesi, che è ormai è diventato una vera discarica, corredata persino da guanti monouso e mascherine, usati. Oltre a rischiare di infettarsi del coronavirus, si rischia di infettarsi con altre malattie dovute alla sporcizia. Ad oggi nessuno ha pulito. Riteniamo altresì che il Commissario possa, se non riasfaltare, ma almeno far tappare le enormi buche che sono nelle due strade che portano alla Contrada Cesine. Se non riesce neanche a fare queste limitate operazioni di manutenzione ordinaria, ci si domanda cosa ci stia a fare un Commissario prefettizio. Chiediamo al Commissario se è vero, come si dice, che amministri il Comune da remoto: spero possa smentire e sarebbe auspicabile che sul sito del Comune ci fosse anche il telefono del suo ufficio e la sua mail, per una questione di trasparenza. In ogni caso, riformuliamo le 10 domande che abbiamo rivolto al Commissario e le 15 che avevamo inviato al Prefetto. Attendiamo fiduciosi le risposte, per informare i cittadini arianesi.

Vico I Annunziata

I cittadini hanno diritto di sapere: 10 domande al Commissario Prefettizio di Ariano Irpino

I cittadini arianesi hanno diritto di sapere: vengono invece tenuti a corto di informazioni, in una costante incertezza, che genera inquietudine, com’è facile verificare “affacciandosi” sulle piattaforme social, dove si sta invece dando luogo a un’accesa discussione aperta e franca. Ma soprattutto, carica di dubbi, dai quali si generano almeno 10 domande, che attendono risposte urgenti e che inoltriamo al Commissario prefettizio di Ariano, dr.ssa Silvana D’Agostino sia da questo sito che al suo indirizzo:

1 E’ possibile sapere dalla ASL quali sono le misure adottate per l’emergenza sanitaria dell’Ospedale Frangipane?

2 La dirigenza ASL di Avellino, ha fatto un censimento dei contagiati sul territorio e disposto il loro isolamento?

3 Quali sono le misure di protezione adottate dalla ASL per il personale sanitario?

4 Lo smantellamento dei reparti dell’Ospedale Frangipane, sono forse un’azione per depotenziare definitivamente la struttura?

5 E’ stata prevista, di concerto con i dirigenti della ASL una forma di quarantena centralizzata, per i contagiati?

6 Si è fatto un censimento su quante persone stiano seguendo una terapia domiciliare?

7 Quali sono i motivi per i quali l’ufficio centrale delle Poste (Via Calvario), è chiuso da oltre una settimana?

8 Il Commissario prefettizio, in qualità di ufficiale sanitario, può fare richiesta di tampone gratuito per tutti i cittadini, a spese del Comune?

9 E’ possibile richiedere una copia del rapporto fatta dagli ispettori della Regione, inviati dal governatore De Luca, per verificare la gestione dell’emergenza?

10 Ci risulta che ogni giorno vengono respinti dall’Ospedale Frangipane malati gravi che arrivano attraverso il 118. Anche quando sono i familiari a chiamare allarmati il 118 perché i parametri dell’ossigeno li avvicinano al precoma, il servizio va sul posto e li invita a rimanere a casa, e curarsi lì nonostante le loro gravissime condizioni. Viene chiesto ai familiari o persino ai malati stessi, di firmare una liberatoria. E’ questo il grado di efficienza della nostra sanità in questo drammatico momento? E che cosa dobbiamo dunque aspettarci?

 

I cittadini hanno diritto di sapere: 15 domande al Prefetto di Avellino

Molti cittadini rispettosi del DPCM e dell’ordinanza del Presidente della Regione Campania, ci hanno contattato per porre domande su come comportarsi nei loro spostamenti dovuti a: comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Abbiamo cercato di sintetizzarle, per inoltrarle al Prefetto di Avellino, in qualità di rappresentante del governo e dell’ordine pubblico, nonché interprete delle norme emanate:

1 Ho un orto nella campagna di Avellino su terreno di proprietà di mia suocera:posso recarmi a raccogliere le verdure che ho seminato, a zappare e irrigare?

2 Sono residente ad Ariano Irpino, ma ho un lavoro da dipendente a Grottaminarda. Posso andare tutti i giorni a lavoro, usando la mia auto?

3 Ho bisogno di medicinali prescrittibili con ricetta rossa: come faccio ad avere la prescrizione senza recarmi dal medico?

4 Devo recarmi in banca per fare delle operazioni, c’è una procedura da seguire?

5 Mia madre è molto anziana, è residente nella campagna di Ariano Irpino, ma da qualche tempo vive nella mia casa di Ariano: posso accompagnarla in macchina a casa sua per prelevare ciò che le occorre e riportarla poi a casa mia?

6 Come si fa a farsi portare la spesa a casa?

7 Quando si potranno acquistare le mascherine presso le farmacie di Ariano, che attualmente ne sono sprovviste?

8 È obbligatorio indossare mascherina e guanti per fare la spesa al supermercato?

9 Qual è il prezzo di una mascherina? Se qualcuno ci specula, si deve chiamare la Guardia di finanza?

10 Edicolanti e tabaccai dovrebbero tener aperti i loro negozi, ma se qualcuno invece tiene chiuso, come ci si comporta?

11 I cittadini devono obbligatoriamente indossare mascherine e guanti? E se non si trovano in commercio?

12 Per quanto tempo si può utilizzare una mascherina senza che perda la sua efficacia?

13 Sono domiciliato ad Ariano, ma residente in una città del nord, posso raggiungere la mia città in auto o in treno?

14 Sono residente in una contrada e coltivo la terra nei pressi della mia abitazione: posso continuare a farlo e a raccogliere i prodotti che ho seminato?

15 Per questioni di necessità, posso spostarmi in auto con mia moglie?

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Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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