Cronaca
Falsi poveri: 30 denunce a piede libero per beneficiari di prestazioni sociali agevolate

Si è conclusa ieri una lunga ed estesa indagine condotta dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Ariano Irpino nei confronti di beneficiari di prestazioni sociali “agevolate”. Questa volta, a cadere nella rete dei finanzieri del Tricolle alcuni insospettabili cittadini che, per fruire di prestazioni sociali gratuite, tra cui l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario o l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato in controversie giudiziarie da loro promosse presso il locale palazzo di giustizia, attestavano falsamente di possedere un reddito complessivo ben al di sotto della soglia di povertà. In entrambi i casi, i “furbetti” riuscivano a non pagare nulla allo Stato (da qui il nome dell’operazione “Money Free”), pur vantando cospicui redditi ed una vita agiata.
L’esito dell’indagine svolta dai finanzieri, che è sfociata nella segnalazione alla locale Procura della Repubblica – per la violazione dell’art. 76, del D.P.R. n. 445/2000 e dell’art. 42, della Legge n. 15/1968 – di ben 29 soggetti, rappresenta una sintesi fruttuosa di consolidate intese tra il Presidente del locale Palazzo di Giustizia (Dott. Rodolfo Daniele) ed il Comandante della locale Tenenza della Guardia di Finanza, finalizzate ad un più incisivo controllo della genuinità delle numerose richieste di ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato. Intese che – come ha confermato in passato il Presidente del Tribunale di Ariano Irpino in vari incontri con la stampa – ha portato negli ultimi tempi ad una progressiva diminuzione di tali richieste di agevolazione.
I finanzieri del Tricolle, su segnalazione del locale Tribunale, dell’A.S.L. o delle Amministrazioni comunali dell’hinterland, hanno passato al vaglio numerosissime posizioni di contribuenti sospettati di aver prodotto autocertificazioni false, ricostruendo i redditi effettivamente posseduti dai loro nuclei familiari sulla base delle attività lavorative realmente svolte.
Nella maggior parte dei casi riscontrati dalle Fiamme Gialle, i “falsi poveri”, pur beneficiando dell’esonero dalle spese di lite, risultavano vittoriosi nei giudizi promossi, contro l’INPS, riuscendo ad ottenere la corresponsione di assegni di pensione o accompagnamento con tanto di arretrati. In altri casi, invece, pur soccombendo venivano esonerati tal Tribunale alla rifusione delle spese di lite a favore della controparte – il più delle volte l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Per poter beneficiare dall’esonero i ricorrenti devono sottoscrivere un’autocertificazione al Tribunale adito, da allegare – a cura dell’avvocato di fiducia – all’atto introduttivo del giudizio, impegnandosi, altresì, a comunicare con tempestività ogni variazione del loro reddito o della composizione familiare. Per poter beneficiare dall’esonero delle spese di lite, infatti, è necessario tener conto del reddito di tutto il nucleo familiare: solo se questo è inferiore o pari a quanto stabilito nel D. Lgs. n. 113/2002 (all’incirca 18 mila euro più 2 mila per ogni componente del nucleo familiare) è possibile fruire del beneficio.
In effetti, i controlli svolti dalle Fiamme Gialle hanno rivelato che nella maggior parte dei casi i ricorrenti che beneficiavano illegittimamente dell’esonero dal pagamento delle spese di lite non tenevano alcun conto del reddito degli altri componenti del nucleo familiare. Sentiti dai finanzieri, alcuni cittadini hanno candidamente dichiarato di non conoscere il significato delle autocertificazioni o di averle firmate con leggerezza o addirittura senza leggere. Un dato, questo, decisamente allarmante laddove si consideri che quasi tutti i beneficiari delle prestazioni sociali agevolate erano assistiti da un proprio legale di fiducia.
Così si è scoperto, ad esempio, che un noto architetto dell’avellinese riusciva ad ottenere il gratuito patrocinio a spese dello Stato “dimenticando” di considerare il reddito del coniuge insegnante. Una disattenzione nella quale, a quanto pare, sono incorsi in molti, come un ex dipendente di una nota fabbrica di Flumeri che ha dimenticato di considerare il reddito della moglie dipendente dell’A.S.L. o come una impiegata di una nota azienda di servizi di Avellino che ha omesso di indicare nella domanda il reddito del marito dipendente delle Ferrovie, ed ancora di una ex impiegata del Ministero dell’Istruzione, di Montecalvo, che ha dimenticato di considerare il reddito del marito nonché suo collega. E non mancano all’appello dipendenti a riposo dalle pensioni d’oro, proprietari di ville o di abitazioni di lusso. Così nella rete di controlli dei finanzieri sono caduti anche noti benestanti – tranne che per lo Stato s’intende – il cui reddito annuo sfiorava i cinquantamila euro (pari quasi al triplo della soglia per l’ammissione al gratuito patrocinio) e persino un membro di una famiglia dell’hinterland arianese con tanto di titolo nobiliare. Insomma a cadere nella rete dei controlli dei finanzieri ci sono professionisti, commercianti, dipendenti pubblici ma anche insospettabili pensionati dalla vita agiata oltre che i soliti nullatenenti, del tutto sconosciuti al fisco ma con tanto di redditi e patrimoni immobiliari.
Senz’altro più fedeli, ma non meno smemorati dei primi, sono risultati i beneficiari di esenzioni dal pagamento dei ticket sanitari, anch’essi tenuti alla compilazione di autocertificazioni attestanti però lo stato di disoccupazione. Infatti, i numerosi controlli svolti dalle Fiamme Gialle del Tricolle sulle altrettante segnalazioni effettuate di routine dall’A.S.L. di Avellino sono sfociate nella denuncia alla locale Procura della Repubblica di un cittadino di Bonito (resosi responsabile della violazione dell’art. 76, del D.P.R. n. 445/2000 e della legge n. 15/68) che, per sottrarsi al pagamento del ticket sanitario, aveva prodotto un’autocertificazione falsa dello stato di disoccupazione, dimenticando di aver lavorato come bracciante agricolo. Insomma anche in questo caso la dimenticanza è costata molto cara.
Attualità
GdF Avellino – Denunciato per appropriazione indebita indennità di accompagnamento

I finanzieri del Comando Provinciale di Avellino hanno denunciato un soggetto per indebita percezione dell’indennità di accompagnamento e dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Avellino, per il blocco del sussidio e delle somme indebitamente percepite per l’importo di euro 13.850,50.
Le indagini, condotte dal nucleo mobile del Gruppo di Avellino, hanno consentito di accertare, allo stato delle indagini, che il soggetto beneficiava della provvidenza pubblica riconosciutagli all’esito della visita medica decorrenza dall’anno 2023, nella quale era stata riconosciuta l’invalidità al 100%, con diritto all’indennità di accompagnamento essendo stato il soggetto giudicato invalido, ultrasessantacinquenne con necessità di assistenza continua e non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Il soggetto era stato anche riconosciuto portatore di handicap in situazioni di gravità ex legge n. 104 del 1992, attesa l’accertata riduzione dell’autonomia personale, correlata all’età in modo da rendere permanente l’assistenza.
L’esecuzione di osservazioni e di pedinamenti ha permesso, ai finanzieri del Gruppo di Avellino, di appurare che le condizioni fisiche del soggetto e la quotidianità degli atti svolti erano in netto contrasto con i requisiti richiesti per fruire della prestazione assistenziale dell’accompagnamento erogata dall’Istituto previdenziale. Infatti è stato accertato che il soggetto si muoveva in maniera agile ed autonoma, era in grado di deambulare, di condurre l’auto, da cui scendeva in maniera disinvolta, si recava a fare la spesa, caricandola addirittura sul proprio veicolo, che guidava con regolarità.
Attualità
Spara al drone del vicino, ritirato porto d’armi a un 37enne

I poliziotti del Commissariato distaccato di Pubblica Sicurezza di Ariano Irpino hanno dato esecuzione a provvedimento di revoca del Questore di Avellino della licenza di porto di fucile uso caccia ad un cittadino arianese trentasettenne precedentemente denunciato all’Autorità giudiziaria per accensioni ed esplosioni pericolose. Il predetto, infastidito dalla presenza, aveva esploso un colpo di fucile contro un drone in volo appartenente ad un vicino di casa che faceva intervenire le forze dell’ordine determinando il sequestro dell’arma utilizzata per l’abbattimento del velivolo e il ritiro cautelare delle restanti armi ai sensi dell’art.39 Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Il provvedimento questorile di revoca del titolo autorizzatorio consegue ad un evidente giudizio negativo in termini di prognosi sull’affidabilità in materia di armi ed è finalizzato principalmente alla prevenzione di ogni possibile abuso o uso distorto che possa compromettere l’incolumità delle persone. L’attenzione della Questura resta sempre alta circa la verifica dei requisiti dei detentori di armi nonchè sulla corretta custodia ed uso di quest’ultime e sui relativi titoli di polizia, effettuando regolarmente controlli in Città e in Provincia tramite i Commissariati di pubblica Sicurezza distaccati.
Attualità
Auto in fiamme in pieno centro storico

Auto in fiamme lungo la centralissima via Tranesi di Ariano. Una Mini Countryman è stata avvolta dalle fiamme, probabilmente a causa di un corto circuito, ed è stata danneggiata nella parte anteriore, per fortuna senza conseguenze per persone o altre autovetture parcheggiate nelle vicinanze. Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Grottaminarda, insieme alla polizia municipale ed ai carabinieri delle locali stazioni.
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