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Ariano Basket

Basket – L’Lpa trionfa nel torneo a Latina

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Ariano trova la quarta vittoria consecutiva del suo precampionato e si aggiudica il torneo di Latina regolando in finale l’Ants Viterbo per 55-37.

Le irpine hanno ipotecato il successo grazie ad un avvio pimpante. Buona la prova difensiva delle ragazze di coach Agresti al cospetto di una delle prossime avversarie in campionato. Qualche errore di troppo invece in attacco dove ha peraltro brillato il talento di Valentina Maggi. Viterbo ha provato ad approfittarne nel terzo quarto non riuscendo però ad andare oltre le sei lunghezze di svantaggio. Nell’ultima frazione, l’uscita per cinque falli della pivot ceca, Martina Rejchova, ha di fatto chiusa la contesa consegnando il trofeo alle rossoblu.

Nella finale per il terzo posto la Mancinella Bull Latina ha superato con il punteggio di 60-41 la Virtus Albano che sabato era stata battuta in semifinale proprio dall’Lpa. Coach Agresti analizza così la due giorni: “Complessivamente sono emerse indicazioni migliori dalla difesa che non dall’attacco. Sono state due gare gestite differentemente. Siamo stati sonnacchiosi in avvio in semifinale a dispetto di un buon inizio nella gara di finale. Ci siamo complicati la vita con molti errori sotto misura. Questo non mi preoccupa, ma mi occupa, nel senso che dobbiamo trovare il modo di evitare alcuni errori banali sotto canestro. Lo scarto poteva essere sicuramente superiore”.

Confermati i segnali positivi sotto il profilo della condizione fisica. Il buon lavoro della preparatrice Cristaudo era già emerso nei match contro la Carpedil Salerno: “Le ragazze hanno risposto bene. In questo momento siamo indietro più tatticamente che fisicamente. E’ stata una scelta precisa. Un ritardo tattico in questo frangente si può compensare con il talento. Quest’ultimo però non potrebbe funzionare se non supportato da un’adeguata condizione”. Probante il confronto sotto canestro dove le arianesi si sono confrontate con un’avversaria di livello come la ceca Rejchova “Direi che siamo andati bene quando abbiamo trovato la difesa di Narviciute, ben supportata da Chesta”.

Domani si torna in palestra in vista del “Memorial Gavagnin” in programma il prossimo fine settimana al Pala Vesuvio di Napoli. In campo ci saranno anche Salerno, Napoli e Castellammare di Stabia.

Finale 3° posto: MANCINELLA BULL BASKET LATINA – VIRTUS ALBANO 60-41

Parziali: 13-10; 30-18; 53-30;

Arbitri: Graziani di Fondi (LT) e Gammella di Ardea (RM)

BULL: Pantani 14, Fantauzzi 13, Cassani 2, Cucchi 7, Montemurro, Proietti Ciolli 7, Luchena 2. Piroli M., Amato, Colabello 3, Piroli K. 10, Monaco 2. All. Biello.

VIRTUS ALBANO: Grattarola, Baldassarre 4, Bocchini 3, Ramadan 6, Rubinetti 5, Di Stazio 4, Farina 6, Magistri 7, Romitelli 6. All. Adamoli


Finale 1° posto: ARIANO IRPINO-ANTS VITERBO 55-37

Parziali: 15-9; 29-18; 42-32;

Arbitri: Graziani di Fondi (LT) e Gammella di Ardea (RM)

ARIANO IRPINO: Marciano, Santabarbara 4, Aversano ne, Rossi 10, Albanese, Chesta 4, Maggi 15, Dominguez, Mancinelli 8, Micovic 3, Narviciute 9, Sarni 2. All. Agresti

ANTS VITERBO: Riccobono, Orchi 4, Lascala 6, Romagnoli 2, Bernardini, Porcu, Rejchova 16, Serafini 8, Ndiaye, Spirito 1. All. Scaramuccia

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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