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Ariano Basket

Basket A2F – Mcs Ariano prova a sfatare il tabù Palacardito nel turno infrasettimanale con Salerno.

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Archiviato il turno di riposo, la Mcs Ariano Irpino ritorna sul parquet di casa (mercoledì ore 19.30) contro la Carpedil Salerno. Sarà il primo dei due impegni ravvicinati proposti dal calendario: sabato si replicherà a Castellammare per il secondo derby campano della stagione. L’obiettivo principale sarà quello di sfatare il tabù Pala Cardito, in questo stravagante avvio di campionato che ha visto le ragazze di coach Ferazzoli fare la voce grossa lontano da casa, fermando a domicilio anche l’attuale capolista Castel San Pietro, per poi arrendersi, non senza rimpianti, sia con Bologna che contro Roma al cospetto del pubblico amico. Una tendenza da sovvertire immediatamente. Lo impone una classifica corta, ma che comincia a delineare i primi valori: la coppia bolognese (Bologna e Castel San Pietro saranno impegnate nel derby) dimostra di avere qualcosa in più rispetto alla concorrenza. Non ci sarà Valentina Maggi. Il capitano è oramai fuori da un mese dopo aver saltato le ultime due gare. Venerdì si sottoporrà all’ecografia per verificare il pieno recupero dal problema al quadricipite. Un vero peccato alla luce delle sue prestazioni positive in questo avvio di stagione: 13 punti di media (+3,7 rispetto alla scorsa stagione) e di 16,5 di valutazione (+6,2).

L’AVVERSARIA – Salerno è reduce dalla pesante sconfitta casalinga contro la capolista Castel San Pietro in cui peraltro ha confermato la capacità di tener testa a qualsiasi avversaria per larghi tratti della gara. Coach Blanco sta provando a tirare fuori il massimo da un roster giovane. Occhio al tiro dalla lunga distanza della guardia italo-paraguayana Insfran-Gonzales (4/8 contro Castel San Pietro), alla giovane ala bolzanina, ex Vigarano, Camilla Valerio, in estate vicina all’approdo in Irpinia, ed anche essa temibile nel tiro da tre. Nella specialità la Carpedil è prima assoluta in A2 con il 39%. Sotto canestro stazionano Manfrè (59,1% da due) e la coriacea ala-pivot, Camilla Ardito, veterana a soli 25 anni di un gruppo tra i più giovani della categoria.

LE CIFRE (medie per gara):

Mcs Hydraulics Ariano Irpino: P.ti 58,3 (Narviciute 13,7); P.ti subiti 58,8; Falli C. 19,8 (Madonna 3,7); Falli S. 17,8 (Maggi 6,5); T2 36,4% (Chesta 57,1%); T3 30% (Dominguez 75%); Tl 77% (Maggi, Madonna, Dominguez e Santabarbara 100%); Rimb. 39,5 (Narviciute 12,2); Perse 18,5 (Narviciute 3); Rec. 22,3 (Madonna 3,2); Assist 5,3 (Maggi 3,5); Valutaz. 63,8 (Narviciute 17,2).

Carpedil Salerno: P.ti 56 (Infran Gonzales 14,2); P.ti subiti 67,5; Falli C. 18,8 (Ardito 3,5); Falli S. 20,3 (Valerio 6); T2 40,6% (Manfrè 59,1%); T3 39% (Valerio 41,2%); Tl 72,9% (Manfrè 87,5%); Rimb. 30 (Ardito 9); Perse 22,3 (Dentamaro 4,7); Rec. 18,8 (Insfran Gonzales 2,5); Assist 10,8 (Insfran Gonzales 2,5); Valutaz. 60,8 (Ardito 13,7).

ARBITRI: Pepe di Adelfia (BA) e Spano di Sannicandro di Bari (BA)

Fonte: www.basketariano.it


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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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