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Basket A2F – Le Farine si regalano il bis grazie ad una grande Cupido

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Le Farine continuano ad essere “magiche” anche Brindisi. Le ragazze di coach Ferazzoli non brillano, si complicano la vita, palesano dei limiti sotto le plance, confermano le basse percentuali al tiro, ma riescono a spuntarla grazie alla buona intensità difensiva ed alla maggiore lucidità nelle fasi decisive del match. Dopo Ancona, la firma sulla vittoria è ancora di Rosa Cupido (21 punti) che migliora il proprio bottino dell’esordio, ma soprattutto mette a segno i canestri più pesanti del match. Non da meno Celmina, diesel per tre quarti di gara e poi turbo nei primi cinque minuti dell’ultima frazione. Suoi gli otto punti consecutivi di un match che ha visto le padrone di casa sempre alle costole delle irpine, ma mai in vantaggio (40-40 al 27’). Buono l’esordio di Perez per Brindisi schierata in deroga nonostante il mancato arrivo del transfer. A farle posto l’altra lunga Boccadamo, che nella prima giornata aveva goduto dello stesso beneficio per la mancanza dei requisiti dei quattro anni di formazione. Brindisi ha tirato meglio dal campo e preso più rimbalzi (46 a 35), ma ha pagato il saldo perse-recuperate (ben 13 palloni persi solo nel primo quarto per le pugliesi) e le percentuali ai liberi (17/32).

LA GARA –  Parte meglio Ariano: una tripla di Vargiu sembra far da preludio ad un allungo immediato che però non si concretizza. Brindisi si affida alla neo-arrivata Perez che si fa trovare pronta in attacco. Sotto le plance Brindisi tiene e resta in scia. Ariano si affida alle penetrazioni di Cupido per scardinare la difesa di casa (6-11 al 7’). Vargiu regala alle irpine una fiammata improvvisa con cui si chiude il primo quarto: cinque punti consecutivi del play sardo (3/3 dal campo nei primi 10’) illuminano l’attacco arianese (9-16 al 10’) La replica di Brindisi è immediata e porta la firma delle esterne di casa: Miccoli e soprattutto Siccardi (15-18 all’11). Ariano incassa due falli in un amen di Eleonora Zanetti, ma anche i primi due canestri dal campo di Cupido. Miccoli firma la prima tripla delle padrone di casa (18-22 al 14’). La gara si fa intensa. Ariano, come in gara-1, paga le percentuali non entusiasmanti dalla media. Una giocata da tre punti di Siccardi vale il -1 (23-24 al 16’) il sorpasso non si concretizza. Brindisi è fredda dalla lunetta (1/8 nel secondo quarto). E’ Maggi a togliere le castagne dal fuoco a coach Ferazzoli. Quattro punti consecutivi ridanno ossigeno prima dell’intervallo lungo (25-30 al 20’). La doppia cifra raggiunta da Siccardi in apertura di ripresa è un biglietto da visita eloquente di una gara che si accende improvvisamente: Vargiu e Miccoli si sfidano a suon di triple, ma è Cupido a dare il là ad un break importante: i primi punti di Santabarbara valgono il +9 (30-39 al 24’). Non basta. Brindisi non molla: una tripla di Toscano fa da preludio alle gite in lunetta delle lunghe di casa che continuano a dominare. Brindisi non va oltre il preggio che si concretizza al 27’ (40-40) grazie ad una tripla di Siccardi ed all’1/2 dalla lunetta di Toscano. Nel momento di massima difficoltà viene fuori Cupido che mantiene ancora in vantaggio le ospiti con quattro punti consecutivi (41-44 al 30’). Ma ecco la protagonista tanto attesa: Ance Celmina piazza 8 punti in apertura di ultima frazione mentre le rossoblù si ridestano a rimbalzo (44-52 al 33’). Ariano gioca d’esperienza: congela il match: si segna praticamente solo dalla lunetta con Cupido e Maggi che blindano il successo.

GUARNIERI INTREPIDA – LE FARINE MAGICHE ARIANO IRP: 53-62  

Brindisi: Toscano 8, Falcone 2, Niccoli n.e., Fersino, Perez 10, Lauria 7, Miccoli 9, Siccardi 17, Gismondi n.e., Tolardo. Coach: Ermito

Ariano Irpino: De Luca, Valerio, Falanga M., Santabarbara 2, Vargiu 11, Albanese 1, Maggi 12, Cupido 21, Celmina 13, Zanetti L., Zanetti E., De Michele 2. Coach: Ferazzoli.

Parziali: (9-16; 25-30; 41-44)

Arbitri: Leggiero di Lecce, Valzani di Martina Franca (TA)

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Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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