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Amministrative 2020 – Il candidato sindaco ideale

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Nel 1994 Silvio Berlusconi fondò un partito che in tre mesi diventò il partito di maggioranza relativa e vinse le elezioni politiche, in quanto leader guidò il Governo.

A tutti gli italiani parve incontestabile il potere dei media, si disse: i media ci dominano, ci assalgono, ci determinano, ci manipolano. Si percepiva la personificazione del «grande fratello» orwelliano, colui che detiene il controllo e, (come nel Panoptikon di Bentham), può osservarci e controllarci.

Due anni dopo, 1996, Romano Prodi superò il partito di Arcore.

Il M5s era di là da venire però venne anche il tempo della piattaforma Rousseau. Sono trascorsi due anni dal 2018 e uno solo dall’agosto 2019.

Le Elezioni prevedono la bianca veste metaforica per porsi al giudizio del cittadino; costui/costei non può sperare di modificare o, in casi particolari, cancellare la propria storia personale.

Il Curriculum vitae.

Il giudizio che l’elettore ha di un candidato si genera e concretizza in un lasso di tempo relativamente lungo, riconosce che ogni cosa umana abbisogna di esperienza, competenza, capacità espresse quotidianamente.

L’elettore non tollera o tollera poco i cambiamenti improvvisi di ‘’percorso’’.

In epoca digitale i media hanno surclassato, quindi affiancato la politica fino a quando la politica si è impadronita della interfaccia mediatica. A suo uso e consumo.

Questo vale per le competizioni elettorali nazionali.

In ambito locale, non viene applicata la strategia, sarebbe uno spregio alla necessaria socializzazione che rappresenta il DNA delle Comunità medio/piccole.

Ho ascoltato i candidati alla carica di Sindaco di Ariano Irpino, diversi candidati alla carica di Consiglieri Comunali.

Le riflessioni mi sono state in parte suggerite dal film ‘’La candidata ideale’’ di Haifa Al Mansour, che tratta un tema importante: la funzione della donna nei processi evolutivi della società in generale e delle donne in particolare.

Una delle riflessioni attiene alla persona dei Candidati a Sindaco, alla loro storia personale. Attraverso il curriculum vitae. Cercando di intuire l’adeguatezza, senza immodestia da parte mia, delle rispettive competenze a ricoprire l’importante e delicato ruolo che l’urna deciderà di assegnare.

Soltanto due dei quattro candidati in competizione hanno reso visionabile il proprio C.V.

La Comunità Arianese ha posto all’attenzione degli elettori:

  • Marcello Luparella, 56 anni, dal 1994 Avvocato ad Ariano Irpino, curatore fallimentare presso il Tribunale di Benevento, Coordinatore della Commissione Geografia Giustizia, esperienza amministrativa quale consigliere comunale. Rimando tutta la sua storia, come l’altra, a chiunque voglia approfondirla direttamente dal curriculum pubblico. Evidente, nella chiacchierata effettuata in diretta, ho conosciuto un uomo, un professionista, moderato, ponderato, che non oscura il passato. Né il proprio né quello dell’intera Comunità, ma ne tiene conto per correggere, modificare, esplorare nuove strade per risollevare lo stato di cose di Ariano Irpino. Ha avuto modo di dire che la situazione degli scavi di Contrada S. Eleuterio, più noti come Aequum Tuticum, costituiscono uno schiaffo alla storia, alla cultura della Comunità di Ariano Irpino.
  • Enrico Franza, tra poco 37 anni, eletto Sindaco nella tornata del 2019 e dimesso a gennaio 2020. Laureando in giurisprudenza, da 17 anni vive a Roma dove studia. Gestisce, a Roma un B&B insieme alla sorella. Non ho avuto il piacere di un’intervista. Desumo la portata della sua proposta dagli scritti sui social e da quanto ascoltato nei suoi interventi pubblici. Dialettica in stile politichese, apparentemente aggressiva nell’esposizione.
  • Giovanni La Vita, 53 anni, Avvocato, impegnato nel Terzo Settore. Persona colta, pacata.
  • Marco La Carità, docente, giornalista. Rade informazioni desunte dai social.

Alcuni dei requisiti che deve possedere un addetto alla selezione del personale sono la conoscenza degli strumenti, delle teorie e delle tecniche, competenze in campo psicologico, conoscenza del mercato del lavoro, del funzionamento dell’organizzazione, attitudine al problem solving e alla risoluzione dei conflitti.

Questo aspetto è scaturito con immediatezza dalla personale esperienza e me ne scuso.

In verità è spontaneo, in ogni competizione elettorale, tentare di analizzare la congruenza tra competenze individuate/intraviste e competenze richieste dal ruolo.

La spettacolarizzazione non può sostituire un discorso politico, che tenga ben chiare le esigenze economiche, sociali, di integrazione. Di inclusione.

La campagna elettorale è soltanto un momento, uno spazio temporale per il riconoscimento e l’affermazione della propria identità. Il candidato a Sindaco, a maggior ragione, deve padroneggiare la capacità di intercettare la forma mentis dell’elettore/cittadino instillando il concetto di rete comune. Deve realizzare l’inclusione a più livelli coinvolgendo nel suo progetto, condividendolo, ambiti e zone/quartieri/fasce sociali.

Offrendo la visione ultra comunale, suggerendo l’orizzonte politico quale obiettivo generale ma rendendo visibile il progetto sin quasi a renderlo ‘’tangibile’’.

La competenza civica altro è la capacità di mettere a disposizione della comunità competenze, esperienza, capacità, comprensione. Il candidato mette in gioco, investe, il proprio patrimonio sociale se ne è dotato; mette in gioco, investe la propria storia. Investe la fiducia conquistata nel quotidiano lavoro. Il buon senso.

Costituendo in tal guisa un modello di riferimento, un punto fermo. Un faro.

Ne deriva che assume evidenza la personalità del candidato, la capacità di ascolto e di indicare soluzioni a breve/medio e lungo termine.

Alle urne la sentenza!

Attualità

Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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