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ALLUVIONE SANNIO, MASIELLO (COLDIRETTI): “DANNI PER CIRCA 120 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE AGRICOLE. SALVE PRODUZIONI VITIVINICOLA E AGROALIMENTARE”

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BENEVENTO – Il vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello ha convocato questo pomeriggio gli Organi di Informazione per illustrare la ricognizione effettuata sul territorio dopo l’alluvione che ha colpito duramente il Sannio.

 

“Occorre serietà in questo momento – ha spiegato Masiello – per affrontare la difficile opera di ricostruzione del tessuto economico provinciale. Una vasta area che comprende circa 50 Comuni è stata investita con vari livelli di intensità da esondazioni di fiumi e dilavamento dei terreni di colline e montagne a seguito delle piogge intense. Coldiretti ha verificato tramite le sue strutture territoriali, confrontandosi con gli Enti locali, la reale condizione. Fango e detriti hanno colpito circa il 10% dei vigneti su circa 11.000 ettari totali. Una condizione preoccupante per cui occorreranno anni per rimettere a posto, ma che lascia intatta la capacità produttiva di Aglianico e Falanghina. Stimiamo che i danni alla produzione agricola ammontano a circa 100 milioni di euro, 50 per il vitivinicolo e 50 per le altre produzioni. Sono valutabili in circa 10 milioni di euro i danni alle strutture aziendali e altri 10 milioni circa alla viabilità poderale ed interpoderale. Una corretta quantificazione del danno torna utile per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza”.

 

Passata la fase emergenziale – sostiene Coldiretti Campania – ora è il momento di gestire il rischio. Occorre guardare in prospettiva per evitare che le aziende colpite possano collassare. Un intervento rapido ed immediato può evitare una beffa ulteriore. Proprio questa mattina Coldiretti Campania ha incontrato a Palazzo Santa Lucia lo staff della Presidenza della Giunta Regionale per illustrare proposte concrete e percorribile su dove reperire le risorse necessarie.

 

Tra le proposte che Coldiretti ha lanciato ci sono inoltre: il rinnovo automatico per altri dodici mesi delle cambiali agrarie; l’istituzione alla Camera di Commercio, attraverso un fondo perequativo di UnionCamere, di risorse cospicue quali fondo rotativo o conto interessi (come nel caso dell’alluvione di Genova ed altri); proroga della scadenza delle rendicontazione dei PSR; deroga alle autorizzazioni per la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti che hanno invaso i terreni; una moratoria sui pagamenti degli oneri contributivi per gli agricoltori e per i braccianti agricoli assunti.

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Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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