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Napolitano: “Unità o tutto è a rischio”.

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ROMA – Una giornata tesa, in avvio, tra ultimatum e invettive. Che si raffredda però in prossimità dell’inizio dei lavori della giunta del Senato (alle 20). Quando Berlusconi annulla la riunione di domani con gruppi parlamentari del Pdl. Grazie, forse, al lavoro fatto dietro le quinte per trovare una mediazione tecnica prima della riunione. E alle parole che filtrano da una riunione tra il premier Letta e i ministri del Pdl: “Andare avanti si può”. Nel film di giornata si registrano, comunque, gli attacchi dei berlusconiani al Pd e la minaccia di una crisi di governo se, nella Giunta per le elezioni del Senato, i democratici decidessero di votare contro le tre pregiudiziali che il relatore Augello ha presentato ieri, durante la prima riunione per esaminare il caso Berlusconi. Il senatore Lucio Malan ha annunciato addirittura una quarta pregiudiziale (sulla decadenza, che secondo Malan ha natura penale e non amministrativa perché è afflittiva tanto quanto il carcere).

Vertice a Palazzo Chigi. Nel pomeriggio a palazzo Chigi si vedono anche i ministri pidiellini incontrano anche il vicepremier Alfano. Che annulla, come aveva fatto prima di lui Letta, la partecipazione alla Summer School della fondazione Magna Charta (Pdl). Parallelamente in giunta il tentativo di trovare una soluzione tecnica: con il presidente, Dario Stefano, al lavoro con gli esperti per trovare una via d’uscita che eviti lo scoglio delle questioni pregiudiziali. Mentre da Barletta il presidente Napolitano fa sentire la sua voce: “Se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio”, ha detto. Un chiaro appello all’unità. Una richiesta di scongiurare la crisi.

Le ipotesi sui lavori della giunta.
L’ipotesi che circola è far diventare le tre questioni pregiudiziali presentate ieri ‘semplici’ questioni preliminari. La proposta, che dovrebbe comunque essere approvata dalla Giunta, consentirebbe di procedere con la tempistica dettata dall’articolo 10 del regolamento del Senato (che prevede un intervento per ogni commissario per un tempo massimo di 20 minuti) e non con quella prevista dall’articolo 93 che disciplina le questioni pregiudiziali e prevede, in sede di discussione generale, un intervento a gruppo parlamentare per un massimo di 10 minuti. Un primo segnale di mediazione era d’altronde già arrivato, in tarda mattinata, da Scelta civica che – con Benedetto Della Vedova e Linda Lanzillotta – annunciava: “Non ci sia un voto preliminare sulle pregiudiziali perché questo va al di là e contro la funzione della giunta”. “In base al regolamento del Senato in giunta non si possono discutere e votare questioni pregiudiziali proprio perché la funzione della giunta è referente”. Si oppone a ogni ipotesi di rinvio il senatore grillino Giarrusso: “Se qualcuno pensa che si possano fare ‘giochettì in Giunta per le elezioni del Senato sbaglia e di grosso. Il relatore sul caso della decadenza di Berlusconi, Augello, – prosegue – ha presentato la sua relazione nei termini previsti e la stessa non presenta alcuna conclusione sulla decisione da prendere, ma pone questioni pregiudiziali”.

Allarme crisi. Per tutto il giorno, però, è continuato il rullo di tamburi. Con l’ultimatum Pdl: “Se la giunta vota, bocciando le pregiudiziali, il governo cade”. Si fa sentire il vicepremier, Angelino Alfano: “Siamo esterrefatti. Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese”. Sulla stessa linea del segretario pidiellino, il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: “Se il Partito democratico assieme ai grillini decide, già questa sera, di votare contro le pregiudiziali del relatore Augello, il Partito democratico fa decadere il governo Letta, molto semplicemente. Non fa decadere il senatore Berlusconi, perché rompe la maggioranza”. Esiste la possibilità, in caso di caduta del governo, che si formi una maggioranza con all’interno parte del Movimento 5 Stelle? Per Brunetta è un’ipotesi concreta: “Succederà certamente – ha detto -. Sono circa 20, si sanno già anche i nomi. Al Senato, quello che si prospetta è una maggioranza Pd, Sel, fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle”. E Carlo Giovanardi: “Io sono una supercolomba, ma qui ci vogliono umiliare. Lo facciano, ne subiranno le conseguenze”. Anche la Lega si unisce ai falchi: “Il governo presieduto da Enrico Letta ha le ore contate. Siamo arrivati al redde rationem”.

La replica del Pd arriva da Davide Zoggia: “Diciamo basta con questo capovolgimento della realtà. Silvio Berlusconi ha ricevuto una condanna definitiva. Il Pd non potrà che agire in base alla legalità, riconoscendo a Berlusconi il diritto alla difesa, peraltro già esercitato ampiamente in anni e anni del processo, ma senza deflettere dalla legge”, dice Davide Zoggia. Anche Luciano Violante è sulla linea dura del Pd. “Io credo che se, a parti invertite, il Pd dicesse al Pdl ‘o voti in questo modo o faccio cadere il governo’ non credo che il Pdl accetterebbe e questo è una sorta di ricatto che qualunque forza politica che abbia un minimo di dignità non può accettare.

Governo italiano sotto la lente della Ue. Le fibrillazioni italiane intanto mettono in preallarme Bruxelles. La Commissione europea “segue l’evoluzione del dibattito politico in Italia, siamo fiduciosi nella democrazia italiana e nei partiti, che sapranno dar prova di responsabilità”, ha detto Olivier Bailly, portavoce della Commissione Europea.

 

Fonte “La Repubblica”
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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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