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Michele Ciasullo: nessun uomo è un’isola, la pandemia è una grande lezione di vita

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Com’è la situazione del virus oggi in Italia, al Sud e ad Ariano Irpino, in particolare?

“Timeo Danaos et dona ferentes”, Eneide: Temo i Greci anche se portano doni! Una domanda che ne sottintende altre: quando potremo tornare alla vita normale, liberarci delle mascherine, del distanziamento sociale, tornare ad abbracciarci e ad essere pienamente produttivi? E sconfiggere quel “timeo”, che è stato l’angoscioso vissuto collettivo degli ultimi mesi? Qualcuno ha detto che a un certo punto in Italia c’erano solo due partiti: quello della paura di morire e quello della voglia di vivere. I politici lo hanno immediatamente percepito e hanno scelto di volta in volta, da che parte stare. Certo, è una fortuna che il partito della voglia di (tornare a) vivere si sia rinvigorito e quello della paura di morire si sia indebolito. Ma resta comunque difficile dare un risposta obiettiva e non partigiana a una domanda del genere. Ci piacerebbe credere alla storia del virus”clinicamente morto” … ma i fatti dicono il contrario. Se è “morto”, come mai uccide ancora? Come mai al San Raffaele Pisana (Roma) ha provocato, fino a domenica 14 giugno, 109 contagi e 5 decessi? Non abbiamo nessuna prova che il virus sia cambiato o si sia indebolito. La situazione è cambiata perché siamo cambiati noi, i nostri comportamenti, almeno fino a questo momento, e non ultimo, c’è il fattore stagionale, che riduce notevolmente la carica virale, e fa sì che il virus circoli meno. La situazione in Campania e nel resto del sud sembra molto buona: zero contagi in Campania e in Irpinia già da molti giorni, ma durerà? Il futuro resta incerto. La maggior parte degli esperti (e persino le borse!) danno per probabile la seconda ondata, anche se con effetti meno devastanti della prima, perché saremo più preparati ad affrontarlo. Ariano Irpino ha una peculiarità unica in Italia, in questo momento. Si dispone di una fotografia sufficientemente approssimativa della realtà epidemiologica, in riferimento a numero di contagiati, di ammalati, di guariti e, (purtroppo) di morti. Sono variabili che consentono di elaborare un’equazione che prospetta una visione ottimistica di possibile ritorno a qualcosa che somiglia alla normalità.

Quali i possibili strascichi in chi ha avuto a che fare col virus?

Capire e comprendere non sono la stessa cosa e richiedono strumenti conoscitivi differenti. Capire usa lo strumento della logica e dei numeri: comprendere significa entrare nei vissuti di sofferenza che sono soggettivi e spesso incomunicabili. La comprensione profonda richiede l’intelligenza emotiva, con capacità di affrontare l’avventura dell’immedesimazione, non senza coinvolgimento e sofferenza. Quando accadono fatti terribili, molte persone restano ferite per molto tempo. In alcune, gli effetti sono talemente persistenti e gravi da essere debilitanti e costituire un disturbo invalidante con sentimenti di paura, impotenza od orrore: può derivare da qualunque esperienza percepita come intensa e potenzialmente fatale, come i vissuti provocati da un’epidemia di per sé drammatica, ma ulteriormente amplificata da una copertura mediatica ossessiva e martellante. Il disturbo post-traumatico da stress, si protrae per oltre un mese: può svilupparsi come conseguenza di un disturbo acuto da stress, oppure in un secondo momento, fino a 6 mesi dall’evento. Sebbene la depressione e l’ansia siano spesso evidenti, le persone che hanno disturbi correlati a un trauma, presentano frequentemente un’ampia sintomatologia che può non apparire palesemente correlata all’evento traumatico. Per esempio, possono diventare aggressivi, non essere in grado di provare piacere e/o sentirsi irrequieti, infelici, arrabbiati, insensibili o scollegati da se stessi e dagli altri. Vi è un collegamento stretto e ben conosciuto tra stress e aggressività, che può essere diretta verso se stessi e produrre malattia, o verso gli altri. Poi c’è il capitolo oscuro e inquietante delle possibili conseguenze fisiche. È ormai convinzione diffusa, che il 30 per cento circa dei guariti, diventino in realtà malati cronici, per le conseguenza a livello dell’apparato respiratorio, circolatori e addirittura del sistema nervoso, colpiti dal virus. Cosa realmente succederà, solo il tempo può dirlo. Certamente queste persone andranno seguite con particolare attenzione, nei prossimi anni.

E gli operatori sanitari?

Anche loro hanno profonde ferite. I medici morti di coronavirus sono 167, molti anche gli infermieri: più di 6.000 contagiati e decine di morti. La tipica malattia del guaritore ferito, è il Burnout, una sindrome caratterizzata da esaurimento emotivo o crollo, depersonalizzazione e riduzione delle capacità personali. Le professioni a rischio sono quelle in cui i soggetti per professione, si occupano della gente. Il Burnout va considerato un’emergenza e una priorità, poiché la sua incidenza andava aumentando drammaticamente nelle professioni sanitarie in tutta Europa, già prima del Covid. Attenzione: un mix fra demotivazione degli operatori sanitari e sfiducia dei pazienti, può produrre una catastrofe sanitaria di dimensioni ancora maggiori di quella che stiamo vivendo.

Dietro i numeri, come le 16.000 vittime della Lombardia, ci sono persone: come restituire loro un’umanità?

Ben ha detto Sir Austin Bradford Hill, decano di statistica medica: “Le statistiche sanitarie danno un quadro della popolazione dopo averne asciugato le lacrime. Per troppo tempo la medicina e il suo sistema statistico si sono affidate a un modello ormai datato di visione riduzionistica della condizione umana”. Chissà se un un giorno ci sarà qualcuno, magari un grande scrittore, che riuscirà a narrare quello che è veramente successo alle persone che sono dietro i numeri e il loro tremendo vissuto di sofferenza e di morte nella solitudine. Morire soli da una parte e il dolore di chi ha dovuto salutare i propri cari, da lontano, e vederli sparire, dall’altra. Cosa si prova? E cosa resta dopo? Quando non si sa cosa dire, un pensoso e rispettoso silenzio, vale più di mille parole.

Cosa ci ha insegnato il coronavirus?

Chi ha avuto, ha avuto, ha avutochi ha dato, ha dato, ha datoscurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!… Non si impara molto da questi eventi, perché appena si ha la sensazione che se n’è andato, cominciano i festeggiamenti, le rimozioni e lo stordimento: la gente vuole che tutto torni come prima. In fondo il ritornello all’inizio qual era? Andrà tutto bene! Ma l’ombra rimane e, come diceva Camus nella sua Peste, è una allegria minacciata. Cosa ci ha insegnato? Che nessun uomo è un’isola e che tutto è connesso. La pandemia è una grande lezione di vita che ci insegna da che cosa dipendiamo realmente. La frattura ecologica che abbiamo inferto al pianeta, dei cui equilibri siamo ormai i principali responsabili, si ritorce contro di noi. L’emergenza climatica, la serie di pandemie che ci toccherà affrontare, e gli scompensi economici e sociali che seguiranno, sono il prezzo che paghiamo ad un modello di sviluppo sbagliato, che non produce vero progresso. E non diciamo niente di nuovo, lo diceva già 42 anni fa Pasolini. Ma dubito che saremo in grado di costruire un nuovo ordine economico mondiale basato su un diverso modello di sviluppo. Le forze in campo sono troppo sbilanciate e chi ha in mano il potere vero, non ama i cambiamenti e allora, “bisogna che tutto cambi affinché tutto resti uguale”…

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Comitato contro i furti “S.Barbara-Torana”

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Appello alle Autorità per contrastare l’emergenza furti ad Ariano”

Ciò che sta accadendo da mesi ad Ariano Irpino, e in particolare nelle zone di Santa Barbara e Torana, è ormai non più tollerabile. Continui tentativi di furti, molti dei quali andati a segno.

Per questo motivo i cittadini di queste due zone residenziali, guidati legalmente dall’Avv.ta Maria Grazia Santosuosso, e rappresentati dal portavoce Arch. Massimiliano Alberico Grasso hanno ritenuto necessario costituirsi in un comitato di autotutela per sollecitare e promuovere azioni e attività volte alla soluzione del problema.

Una comunità intera, quella Arianese, è ormai estenuata da una situazione ossessionante. I furti sono stati più frequenti dall’ottobre 2023 e sono cresciuti in maniera esponenziale. Nel periodo ottobre /marzo 2023/24, le forze dell’ordine sono state contattate in tutte le situazioni e, nei limiti del personale a disposizione, hanno svolto un lavoro di controllo delle aree maggiormente sensibili. Sono aumentati i pattugliamenti per scoraggiare i malviventi che sembravano aver preso di mira il territorio.

Risulta imprescindibile e improrogabile a nostro avviso un ulteriore potenziamento del personale in queste zone.

Questo fenomeno ha come risvolto un’ansia insopportabile che ha ripercussioni sulla salute dei cittadini singoli e sulla salute pubblica, compromettendo la qualità della vita con condotte cosiddette di evitamento, impossibilità a svolgere una vita normale specialmente per i cittadini di Santa Barbara e Torana.

Anche i movimenti delle persone sono limitati in quanto la paura fa in modo che le famiglie si organizzino affinché un componente rimanga sempre in casa per evitare di lasciare incustodito l’immobile.

Questo però non sempre è bastato. I malviventi sono entrati in abitazioni in cui vi erano gli abitanti. 

La situazione, per farla breve, è invalidante. Diversi cittadini sono caduti in depressione e hanno dovuto ricorrere a cure psicologiche e psichiatriche.

Dopo un periodo di stasi, durato circa due mesi, febbraio /marzo 2024, ad oggi si sono nuovamente incrementate le segnalazioni e le denunce per furti in appartamento.

Il fatto che il fenomeno continui costantemente da più di 10 mesi ci indica che è necessaria la collaborazione dei cittadini con le forze dell’ordine attraverso segnalazioni pertinenti e utili a scovare questa banda di rapinatori. 

Il comitato crede che sia arrivato il momento di sedersi ad un tavolo tecnico nel quale poter discutere e provare a trovare soluzioni adeguate alla problematica che attanaglia la comunità.

Ciò posto, il comitato per mezzo dell’Avv.ta Santosuosso chiede che venga messa in atto una programmazione idonea a tutelare i territori residenziali in cui viviamo.

La rete tra cittadini è molto importante ma deve essere supportata dalle autorità competenti. Per questo motivo ci rivolgiamo al Prefetto di Avellino, al Procuratore di Benevento e al Sindaco di Ariano Irpino affinché si fissi insieme un appuntamento per meglio delineare la situazione e trovare la soluzione opportuna.

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Venticano-Ultimo giorno tra gli stand della Campionaria

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Ciarcia: «Grande partecipazione»

Venticano, 28 aprile 2024 –  Si conclude oggi la 45esima edizione della Fiera Campionaria di Venticano, un evento che per cinque giorni ha trasformato il comune in un vivace crocevia di cultura, commercio e innovazione. Migliaia di visitatori, provenienti da tutta la regione e oltre, hanno percorso gli stand espositivi, rinnovando l’appuntamento con una delle manifestazioni più attese e storicamente ricche della Campania.

Emanuela Ciarcia, Presidente della Pro Loco Venticanese che ha organizzato l’evento, ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’edizione 2024: «Siamo estremamente contenti di come si è svolta questa edizione della Fiera Campionaria. Ogni anno, il nostro obiettivo è quello di superare le aspettative, portando novità e confermando la tradizione. Quest’anno, con più di 200 espositori e un programma ricco di eventi collaterali, abbiamo offerto una piattaforma eccezionale per le aziende locali e non solo, consolidando il ruolo di Venticano come centro di scambio culturale e commerciale».

La Fiera di quest’anno ha visto una significativa partecipazione, con stand dedicati all’agricoltura, all’innovazione tecnologica, all’enogastronomia e all’avicoltura. Particolare attenzione è stata dedicata alla sostenibilità, con l’introduzione di iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche di consumo responsabile.

«In questi giorni di Fiera, abbiamo avuto l’opportunità di dimostrare che è possibile coniugare tradizione e innovazione, offrendo al tempo stesso un’esperienza attraente per ogni tipo di pubblico», ha aggiunto la Presidente Ciarcia. 

La nostra fiera è un esempio di come eventi di questa scala possano essere un motore di sviluppo economico e culturale, contribuendo significativamente all’attrattività del nostro territorio».

Anche oggi, per la serata finale, spazio alla musica, con il dj set a cura di Cosmo Radio Taurasi.

La Pro Loco Venticanese ringrazia tutti gli sponsor, i partecipanti, gli espositori e i volontari che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante evento. 

Un ringraziamento speciale va alle autorità locali, alle forze dell’ordine e ai servizi di sicurezza, che hanno garantito lo svolgimento della fiera in un clima di serenità e sicurezza.

La Fiera Campionaria di Venticano gode del patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Avellino e del Comune di Venticano e del sostegno di Rubicondo, Bcc Flumeri e Gruppo 1NVPItalia.

La Fiera si svolge nel quartiere fieristico, in via del Foro a Venticano, su una superficie di oltre 30mila metri quadrati

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Faccetta nera a scuola – Parla il legale del docente di musica

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L’avvocato Gianluca Grasso, a seguito di mandato ricevuto, ha emesso il seguente comunicato stampa a difesa del suo assistito.

La tempesta mediatica che ha investito il mio assistito, purtroppo, non accenna ad arrestarsi, anche in occasione dei festeggiamenti per il 25 Aprile la vicenda continua a essere in risalto e non risulta più tollerabile una narrazione dei fatti completamente distorta della realtà.

A distanza di molti giorni dall’evento, il Preside continua a ribadire, nelle interviste rilasciate alla stampa, di aver bloccato il docente (non si capisce in cosa!). Anche la convocazione di un dibattito pubblico per discutere “sulla scelta poco felice della canzone fascista” fa capire che, nonostante gli sforzi del docente, i fatti, per come realmente si sono svolti, continuano a essere travisati e distorti.

Dunque, ricostruiamo la vicenda

Innanzitutto, bisogna chiarire che non c’è stata alcuna richiesta didattica di cantare né suonare la canzone, così come non era prevista alcuna esecuzione della canzone in nessun ambito né pubblico né privato. Durante le lezioni di educazione musicale dal Professore vengono trattati diversi argomenti sia di natura tecnica (notazione, tempo, ritmi, e molto altro) che interpretativa (dinamiche e agogiche principalmente). Nel corso delle lezioni di pratica musicale durante l’ascolto e lo studio di canzoni dello stesso periodo, oltre a canzoni di epoca risorgimentale, nonché l’inno nazionale, è emersa la curiosità, da parte dei ragazzi, di ascoltare questa canzone “incriminata” non in programma.

L’utilizzo del brano “Faccetta nera” ricade in un contesto didattico di confronto sugli argomenti summenzionati in relazione alla struttura naturale del brano e all’orecchiabilità della melodia che, così come altre, viene considerata in funzione della propria struttura musicale, svuotandola e deprivandola completamente del contenuto ideologico/politico che generalmente viene associato alla melodia.

Gli stessi studenti, per poter avere un riferimento sullo studio di queste differenze, hanno chiesto lo spartito con il testo e il docente ha provveduto a scaricalo da internet e inviarlo sul gruppo whatsapp degli studenti insieme a un altro brano, proprio come esempio di ritmi e metriche in contrapposizione a quelli di altri brani studiati nel corso dell’anno.

Questi sono i fatti. Pertanto, ancora oggi, non si capisce quale blocco avrebbe posto il preside nei confronti del docente, visto che, preme ribadirlo con fermezza, nessuna esecuzione del brano era stata richiesta dal mio assistito agli studenti.

Il professore, con molti anni di docenza alle spalle, organista religioso, persona impegnata nel sociale, non può che essere notevolmente rammaricato da tutto questo clamore mediatico. Ovviamente, conoscendo le dinamiche giornalistiche, sappiamo bene che associare quanto accaduto al 25 Aprile ne fa risaltare il clamore, ma sarebbe opportuno ricondurre la vicenda nei limiti della verità e contestualizzarla.

Con l’occasione, il Professore, mio tramite, vuole ringraziare i numerosi messaggi ricevuti da parte dei suoi studenti i quali gli hanno manifestato solidarietà e vicinanza; gli stessi, conoscendo realmente i fatti, hanno espresso il loro stupore per quanto sta accadendo.

Il mio assistito, inoltre, per il tramite del mio Studio Legale, si riserva tutte le azioni a tutela della propria reputazione e onorabilità. Tanto si doveva per chiarire la vicenda e ristabilire la verità dei fatti.  

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