Attualità
Martedì 24 Settembre prima manifestazione nazionale per fermare le banche e la criminalità economico-finanziaria-giudiziaria
La manifestazione intende richiamare l’attenzione sull’assoluta impunità di cui godono le caste dominanti che non pagano mai per i loro errori, in forza di vincoli occulti di stampo lobbystico-massonico-finan I «bankster», con la complicità dei governi, attraverso la deregolamentazione finanziaria, la finanziarizzazione dell’economia, l’invasione di titoli tossici nei mercati ed operazioni illecite, hanno ingenerato la crisi economica, riducendo in stato di povertà nel nostro Paese 9,5 milioni di persone e portando in completa miseria Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro e Islanda, la quale ultima si è però ribellata, arrestando i banchieri ed azzerando il debito pubblico, attraverso un referendum plebiscitario. Una rivoluzione pacifica è dunque possibile anche in Italia, dichiarando che quello che viene definito “debito pubblico” non è esigibile, poiché non contratto dallo Stato Sovrano, ma dalle banche contro gli interessi della popolazione. Molti credono ingenuamente che le banche siano istituzioni socialmente utili che investono i risparmi dei Clienti per produrre profitti. Pochi associano le crisi economiche, la disoccupazione e le guerre al sistema finanziario e quindi comprendono la vera natura del potere globale che oggi soffoca l’intera umanità. Quella che viene chiamata crisi finanziaria non è altro che il risultato di politiche programmate per realizzare l’esproprio di massa dei risparmi di miliardi di cittadini, sia nei paesi europei sia a livello mondiale. «Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischio di chi fa le leggi», affermava Mayer Anselm Rothschild fondatore della Rothschild Bank. Una vera e propria truffa concepita ed attuata dai sistemi finanziari con la complicità dei Governi e della massoneria internazionale, attraverso misure legislative funzionali a questo scopo criminoso e la tacita connivenza della magistratura che da decenni continua ad ignorare qualsiasi allarme, omettendo di mettere sotto inchiesta la Banca d’Italia e il Comitato di controllo del credito, al fine di garantire assoluta impunità a banchieri e imprenditori mafiosi anche nei casi più eclatanti (Sindona, Banco Ambrosiano, IOR, Parmalat, Antonveneta, BNL-Unipol, Banco Desio, Banca Marche, Monte dei Paschi… docet). Oggi la più grave minaccia proviene dall’attuale sistema finanziario, che assurdamente soffoca l’economia e permette ad una ristrettissima élite di agire senza alcun freno morale, politico, legislativo o giudiziario. Le banche concedono facilmente credito a finanzieri spericolati e imprenditori legati alla criminalità economica, mentre chiudono improvvisamente la borsa e sono aggressive con i piccoli imprenditori, gli artigiani e i cittadini privi di agganci, spinti nel baratro della povertà e gettati in mezzo alla strada. L’assenza di etica delle banche: indebitano gli Stati senza dare nulla. Rovesciamo i valori e azzeriamo il debito pubblico
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Attualità
Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto. A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne
Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”
È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.
A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.
Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.
Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.
La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.
“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.
Attualità
Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”
I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili.
Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.
Attualità
Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”
nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.
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