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L’Arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia,bolla l’autonomia differenziata come un male da evitare

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Napoli come “Terra di confine” […] “tra un Sud che non parte e un Nord che non viene”. Le parole dell’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia, disegnano un paese diviso e diseguale con 20 milioni di meridionali in bilico tra la quotidianità da inventare, giorno per giorno, con servizi pubblici inefficienti a fronte di addizionali regionali e comunali imposte con l’aliquota più alta. “L’Autonomia differenziata pillola sbagliata da ricetta sbagliata”, tuona l’arcivescovo di Napoli sul giornale Today. La legge Calderoli sul regionalismo differenziato propone un paese segnato da incolmabili sperequazioni, che ignora la Questione Meridionale, derubricata da tema nazionale ad affare privato dei meridionali. Il governo vuole applicare la Costituzione ma, nei fatti, la spazza via, rende vano il principio di uguaglianza e di solidarietà ed applica la regola del più forte che divora il più debole. Teorema reso reale nei confronti dei meridionali, costretti a condizioni di sottosviluppo socio-economico causa ed effetto della spesa storica.  Il Sud ha infrastrutture obsolete che minano la possibilità di mettere in moto il secondo motore dell’economia italiana.  Solo se cadono le briciole dal tavolo della presunta locomotiva del Nord, possono essere investite nel meridione, ritenuto sprecone e dedito a rimpinguare la delinquenza organizzata. Un mantra inaccettabile, infamante, messo in piedi da una classe politica che considera il Sud la colonia dalla quale estrarre risorse economiche ed umane. Area che si spopola, i giovani migrano in cerca di lavoro e di un’affermazione professionale, sempre in maggior numero, snobbano il Nord e si recano all’estero. Bisogna avere una visione inclusiva e non lasciarci trascinare dall’egoismo, che ci conduce verso la balcanizzazione del paese.

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Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

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In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.

 Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo

Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi

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Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

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L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina

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Confesercenti, Marinelli: obbligo polizze anti calamità per tutte le imprese

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“Si prospetta una nuova incombenza per le imprese irpine, che come nel resto del Paese, sono chiamate ad ottemperare l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa contro le calamità naturali”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale de Confesercenti Avellino.

“Dopo un articolato iter – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – è stata approvato ed è entrato in vigore dall’inizio di giugno il provvedimento che dispone per tutte le imprese la stipula di contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali”.

Per le aziende di grandi dimensioni, per effetto di un precedente decreto legge, l’obbligo è già in vigore dal primo aprile.

Sono state invece previste scadenze differenziate per le altre categorie di impresa, in base alla loro dimensione, secondo i criteri di classificazione delle direttive dell’Unione europea: le medie avranno tempo fino al primo ottobre 2025, quelle piccole e micro fino al 31 dicembre.

I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell’attività d’impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo riguarda anche le attività che operano in strutture e locali non di proprietà. 

Non sono assicurabili gli immobili irregolari non sanabili, che ovviamente non possono accedere acontributi pubblici  Sono escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continuano a essere soggette a regole specifiche già previste dalla normativa di settore. 

L’obiettivo della norma è garantire la continuità operativa anche in contesti di grave emergenza ambientale, attraverso un sistema di gestione del rischio condiviso tra imprese, assicuratori e Stato. Il mancato rispetto dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali comporta, come conseguenza principale, l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni di carattere finanziario erogati con risorse pubbliche, in caso di emergenza.

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