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In Campania mancano 11 mila unità fra medici e infermieri

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Risuonano nelle orecchie le parole di De Luca: “Mai più ultimi”. Lo slogan stride con la realtà della Sanità campana, priva di 11 mila unità, fra medici e infermieri, costretti a sottoporsi a turni massacranti e dotati di insufficienti Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), che li espone al contagio  dovuto al contatto con i pazienti asintomatici affetti da Covid-19. Le liste di attesa si allungano, con tempi che superano i 6 mesi, imponendo al cittadino esborsi extra imputabili a visite specialistiche o interventi operatori in intramoenia. Infatti, pagando migliaia di euro, in pochi giorni, si riceve la prestazione sanitaria, di fatto, negata ai cittadini con basso reddito appartenenti alle fasce deboli (anziani, disabili). Senza dimenticare che il passaggio all’assistenza indiretta per visite specialistiche e per medicinali, dovuta allo sforamento del tetto di spesa indicato dalla regione,impone al cittadino di pagare di tasca propria le prestazioni sanitarie . A questo si aggiunga che, in Campania,l’inquinamento del sottosuolo e dell’aria nonché, l’assenza di costanti screening di prevenzione delle più frequenti patologie, sono correlati alla riduzione della vita media di 3-4 anni rispetto a quella nazionale. Ciò è causa ed effetto di patologie croniche e maggiori costi sociali ed economici sostenuti dall’Inps. Di sicuro la classe politica della Campania ha prestato poca attenzione al fatto che, pur essendo previsti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), non sono state garantite identiche condizioni di assistenza sanitaria ai cittadini campani rispetto a quelli del Nord. Fatto che ha generato la migrazione, ogni anno, di circa 33 mila pazienti recatisi nel Nord per curarsi, con la conseguente spesa di 300 milioni di euro gravanti sul bilancio regionale.La classe politica campana, inclusa quella meridionale, non ha imposto con forza nella Conferenza Stato e Regioni il riequilibrio  delle risorse finanziarie assegnate in ambito sanitario. Non si è applicato il criterio della spesa pro-capite che avrebbe, probabilmente, azzerato le sperequazioni e le disuguaglianze che affliggono i campani, oggi, incolmabili unicamente con le risorse del PNRR. Se non cambia la musica saremo sempre gli ultimi nella classifica delle comunità progredite.

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Questione Meridionale ed evasione fiscale sono i fantasmi che aleggiano sul voto in Campania

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Il voto del 23 e 24 novembre in Campania metterà a nudo le intenzioni dei partiti e dei singoli candidati alla presidenza. La Campania, insieme al Sud, vive la tremenda sorte di regione ridotta al rango di sorellastra, con le infrastrutture obsolete, la sanità pubblica che arretra rispetto a quella privata accreditata, la migrazione dei giovani in cerca di lavoro. Giovani sradicati dai loro affetti, dalla loro terra, lasciata nelle mani dei vecchi in un malinconico declino senza possibilità di resurrezione. La Campania Felix è un miraggio che abbaglia ma non ristora, il suo presente rimane impigliato nella Questione Meridionale, mai affrontata, mai risolta,sopraffatta dal pregiudizio del popolo del Nord Italia che considera i campani, in particolare i napoletani,fannulloni e nulla facenti aggrappati alle mammelle del Bel Paese mentre cantano e suonano il mandolino. La realtà racconta ben altro, le risorse finanziarie sono dirottate scientemente verso il Centro-Nord, dotato di migliori servizi pubblici applicando il criterio della spesa storica, modalità adattata alle risorse del PNRR. In un momento storico così complesso, nelle regionali del 23 e 24 novembre un ruolo chiave sarà assunto dai candidati meridionalisti-progressisti e unitari presenti nelle liste di Fico Presidente. Il loro contributo con interventi in dibattiti, articoli, saggi e libri ha disvelato il grande imbroglio del Sud “pappone” e dissipatore delle risorse elargite dallo Stato Centrale. I campani vogliono risposte semplici e concrete ailoro bisogni quotidiani, l’agire politico del prossimo governo della Campania dovrà privilegiare l’equità ed il bene comune iniziando a “captare” le risorse finanziarie da coloro che evadono e foraggiano il malaffare e la delinquenza organizzata. Un ruolo incisivo e determinante dovrà essere assunto dalla Campania nella Conferenza Stato-Regioni,organismo che determina le sorti finanziarie della nostra regione e dell’intero Sud nell’ottica di riunificare il Paese. In quella sede, ed in parlamento,dovranno essere sconfitti gli egoismi ed i localismi nati con l’autonomia regionale differenziata, figlia della Questione Meridionale. I problemi della Campania sono ben noti, vanno individuate le risorse finanziarie, scanditi i tempi e le modalità per risolverli, pena lo spopolamento ed il declino socio-culturale ed economico della nostra terra.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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