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Il giro d’Italia ignora il Sud

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Lo definiscono Giro d’Italia ma non attraversa la costa tirrenica né la Calabria e le Isole.

Si lascia fuori gran parte del Sud, come già avvenuto nel 2019. Il silenzio dei media è assordante, nessuno ha fatto cenno a questo ulteriore scippo perpetrato nei confronti del Meridione. Questo territorio è parte integrate dello stivale e merita le stesse opportunità e possibilità di tifare per i campioni del ciclismo, come tutti gli Italiani. Forse questo è un ulteriore modo di affermare che il Sud è una colonia? Forse le strade sono piene di buche e renderebbero pericoloso il transito dei ciclisti? A tutte queste domande nessuno darà una risposta. Questo evento sportivo dovrebbe unire e rinsaldare il legame tra le varie aree del paese, oggi, più che mai, attraversate da tensioni ed in competizione fra loro nell’accaparrarsi i vaccini, ovvero i fondi del Recovery Plan. Guerra fra poveri che non rende vittorioso nessuno. Mi auguro che non sia l’ultimo atto che relega il Meridione fra i senza Dio. Per riunificare il Paese non bastano le competizioni sportive, occorre utilizzare al meglio la mega opportunità offerta dal Recovery Plan. Il fondo ha una chiara destinazione: va rilanciato il Meridione, oggi area sottosviluppata. L’UE ha destinato il 65% dei 209 miliardi promessi all’Italia per assicurare la coesione territoriale con la costruzione di moderne infrastrutture nel Meridione quale passerella per il rilancio degli scambi commerciali con l’Asia e l’Africa. La Svimez ha simulato due scenari: nel primo che fossero impiegate per il Mezzogiorno solo il 24% delle risorse del Recovery Plan, nel secondo il 50%. Nella prima ipotesi si avrebbe un aumento del PIL Nazionale del 7% mentre al Sud si attesterebbe all’ 8,1%. Si creerebbero 1 milione di posti di lavori di cui 600 mila al Nord e 400 mila al Sud. Il secondo scenario prevede per il Meridione la crescita del PIL sino all’11,1% e la formazione di altri 100 mila posti di lavoro con benefici significativi per le esportazioni del Centro-Nord.

Senza il Sud l’Italia non riparte.

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Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

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In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.

 Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo

Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi

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Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

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L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina

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Confesercenti, Marinelli: obbligo polizze anti calamità per tutte le imprese

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“Si prospetta una nuova incombenza per le imprese irpine, che come nel resto del Paese, sono chiamate ad ottemperare l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa contro le calamità naturali”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale de Confesercenti Avellino.

“Dopo un articolato iter – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – è stata approvato ed è entrato in vigore dall’inizio di giugno il provvedimento che dispone per tutte le imprese la stipula di contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali”.

Per le aziende di grandi dimensioni, per effetto di un precedente decreto legge, l’obbligo è già in vigore dal primo aprile.

Sono state invece previste scadenze differenziate per le altre categorie di impresa, in base alla loro dimensione, secondo i criteri di classificazione delle direttive dell’Unione europea: le medie avranno tempo fino al primo ottobre 2025, quelle piccole e micro fino al 31 dicembre.

I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell’attività d’impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo riguarda anche le attività che operano in strutture e locali non di proprietà. 

Non sono assicurabili gli immobili irregolari non sanabili, che ovviamente non possono accedere acontributi pubblici  Sono escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continuano a essere soggette a regole specifiche già previste dalla normativa di settore. 

L’obiettivo della norma è garantire la continuità operativa anche in contesti di grave emergenza ambientale, attraverso un sistema di gestione del rischio condiviso tra imprese, assicuratori e Stato. Il mancato rispetto dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali comporta, come conseguenza principale, l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni di carattere finanziario erogati con risorse pubbliche, in caso di emergenza.

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