Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

Contagio e Sanità che succede

Pubblicato

-

La Comunicazione ai cittadini poggia, ancora, sul numero dei contagi.

Il numero dei ‘’pericolosi’’ asintomatici. Nella drammatica fase acuta della pandemia il pericolo era il virus ‘’assassino’’.

Sembra che scoprire gli asintomatici, esistenti anche nei mesi della chiusura totale, sia oggi il vero problema. Quarantena ridotta a 10 giorni dall’esito del tampone.

Qualcosa non torna. Come non torna il conteggio dei posti letto per la degenza ‘’ordinaria’’. Altra scoperta odierna.

Facile rimpallare il grosso della responsabilità sul comportamento dei cittadini. Che esiste, indiscutibile.

Domandiamoci: il Sars-Cov2, uccisore di Medici, Infermieri, anziani, meno anziani, giovani, uccide oppure no? Se ancora oggi alcuni operatori sanitari ospedalieri risultano positivi (verifica tramite PCR di cui abbiamo dato comunicazione) l’ospedale non è luogo sicuro?

Domandiamoci: mancano posti letto per degenza ordinaria perché solo oggi si scopre che esistono patologie, oltre la Covid, per le quali è necessaria l’ospedalizzazione?

Continuando ad analizzare i tamponi orofaringei con la metodica citata si crea la psicosi dell’asintomatico, una caccia all’untore forse più ‘feroce’ della fase assurda vissuta tra marzo e maggio.

Perché si parla di caccia all’asintomatico?

Tutto nasce con la strategia denominata delle 3 T (tracciabilità, test, tampone). Mancano i tamponi e reagenti (versione delle Regioni), mancano i posti in terapia intensiva (versione di Arcuri, Commissario per l’Emergenza).

Tutti ricordiamo la corsa di medici e infermieri, anche appena laureati, invitati a dare aiuto nelle zone del Nord oppresse dal contagio.

Oggi mancano medici e infermieri nel Sud, in Campania (mancano 16.000..), terapie intensive e sub-intensive approntate ma non attive perché manca il personale specializzato per renderle operative.

“Alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le sub-intensive. Prima della Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive – spiega Arcuri – Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori”.

La situazione in Campania: la Regione ha disposto le ordinanze più restrittive, prima della Covid disponeva di 335 posti letto di terapia intensiva. Il governo ha inviato 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub intensive. Oggi risultano attivati 433 posti, ma dovrebbero, invece, essere 566.

La questione tamponi (altra T): è stata allargata la pletora di Laboratori accreditati per le migliaia di richieste dei cittadini, molti senza prenotazione vi si recano pur non essendo obbligati a fare il test perché ‘’non sospetti’’.

Finora in Italia sono stati somministrati oltre 13 milioni di test; alle Regioni è stato richiesto di comunicare il fabbisogno di tamponi e reagenti al fine di distribuire ulteriori 5 milioni di tamponi dal Commissario per l’Emergenza. Notare il maiuscolo della parola..

Questione mascherine: vengono venduti in ogni punto commerciale eppure si riaffaccia l’incubo della mancanza di mascherine tra i sanitari.

Da un paio di mesi è stata statalizzata la necessità della vaccinazione antinfluenzale; i vaccini sono nella disponibilità della maggioranza dei medici e delle Asl, ma molti medici non le stanno acquisendo e non stanno procedendo alla vaccinazione dei soggetti a rischio poiché mancano i dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e camici monouso), lamentela dei medici di medicina generale. Paradosso italiano: nella fase acuta mancavano per gli ‘’eroi’’ e per i medici di base figuriamoci per i cittadini. Oggi si torna indietro.

I ‘tracciatori’ (altra T), sono circa 9mila, sono gli igienisti delle Asl che hanno il compito di scovare, testare e isolare le persone contagiose (sempre secondo la metodica con la quale si analizza il tampone).

Orbene, i circa 9 mila operatori devono scovare circa 107 mila possibili positivi.

Troppi presunti malati o pochi ‘’cacciatori di virus’’?

Il Governo ne aveva previsti, all’inizio dell’emergenza, almeno uno ogni 10mila abitanti. Oggi, per ogni nuovo contagiato bisogna rintracciare in media 20 suoi contatti stretti, quindi ogni giorno c’è da scovare grosso modo oltre 170 mila persone a rischio.

E qui le cifre ballano parecchio, i rapporti numerici tra cacciatori e ‘’prede’’ variano da Regione a Regione.

In Campania il rapporto pare essere 1,1 ogni 10 mila prede, in Basilicata 7,6, in Veneto 2,8.

A confermare la situazione, scoperta, è Walter Ricciardi, consigliere del ministro della salute per l’emergenza Covid: – Le Asl non sono più in grado di tracciare i contagi, quindi la strategia di contenimento del virus non va. Il contact tracing non sta funzionando né manualmente, con le interviste ai positivi sui loro contatti, né tecnologicamente con Immuni”. Nonostante la massiva campagna pubblicitaria, l’App Immuni è stata scaricata ‘’soltanto’’ da 9 milioni di cittadini.

Utilizzano il cellulare circa 50 milioni di italiani.

E’ un indizio?..

Attualità

La scorta di Ranucci siamo noi

Pubblicato

-

L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

Continua a leggere

Attualità

Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

Pubblicato

-

Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

Continua a leggere

Attualità

Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

Pubblicato

-

“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

Continua a leggere
Advertisement

Più letti