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Conferenza stampa del COORDINAMENTO IRPINO ACQUA PUBBLICA – manifestazione del 12 febbraio

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Il Coordinamento Irpino Acqua Pubblica, in concomitanza con la conferenza stampa tenutasi ieri per presentare l’evento “L’ACQUA APPARTIENE AL POPOLO”
ha presentato la propria petizione.
Per poter aderire alla petizione di può compilare il form sul sito del coordinamento: http://ciap2016.wix.com/ciap#!manifesto/c161y

dove si può trovare la lista dei promotori e sostenitori, aggiornata in tempo reale.
in alternativa, la petizione è ospitata anche dalla piattaforma change.org <http://change.org/> a questo indirizzo: https://www.change.org/p/amministratoti-irpini-presidente-della-provincia-di-avellino-presidente-della-regione-campania-l-acqua-appartiene-al-popolo?recruiter=401377620&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink 
Vi chiediamo la massima esposizione possibile, per consentire a tutti i cittadini di venire a conoscenza della petizione e di dar modo loro di poterla firmare e condividere.
in allegato il link della conferenza stampa, di copia della petizione e della locandina dell’evento del 12 febbraio al centro sociale di Montella (AV).
Appello Acqua Pubblica:

Noi firmatari del presente appello, riconoscendoci nei seguenti principi:

 

l’acqua rappresenta una fonte di vita essenziale ed insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi, pertanto l’acqua è un bene comune universale ed appartiene a tutti;

 

 il diritto all’acqua è un diritto inalienabile, pertanto l’accesso alla risorsa idrica va assicurato a tutti, senza distinzioni e discriminazioni, secondo il quantitativo utile a garantirne la vita, almeno 50 litri al giorno, come sancito dall’Onu. L’acqua è un diritto delle generazioni future. L’acqua è una risorsa limitata e per questo deve essere gestita in modo equilibrato, a garanzia di chi verrà dopo di noi;

 

l’acqua non può essere proprietà di nessuno, le comunità locali ne sono custodi. La gestione della risorsa mediante servizio pubblico ne garantisce la fruizione equa, universale e sostenibile, è garanzia democratica e di pacifica convivenza, pertanto non è mercificabile, va sottratta alla logica del profitto e alla corsa all’accaparramento, come espresso da 27 milioni di cittadini italiani con il Referendum del 12 e 13 giugno 2011;

 

riteniamo che, alla luce della recente Legge Regionale n. 15/2015, “Riordino del Servizio Idrico Integrato ed istituzione dell’Ente Idrico Campano”, sia necessaria una rinnovata iniziativa di tutte le pubbliche istituzioni che riaffermi che la risorsa idrica vada gestita come bene comune e non come merce condizionata dal mercato. Il nuovo dispositivo regionale, discusso e approvato comprimendo quello che sarebbe dovuto essere un largo dibattito democratico, presenta notevoli criticità perchè non tiene conto della volontà referendaria ed esautora, di fatto, gli amministratori locali, e quindi le comunità, dai processi decisionali attraverso l’attribuzione di tali funzioni all’EIC.

Consideriamo perciò necessario contrastare il progetto di aggregazione tra Alto Calore e GE.SE.SA. che, in base a quanto previsto dall’art. 21 della richiamata legge regionale, si sta cercando di attuare nel distretto Irpinia-Sannio. Questa aggregazione, tra ACS società pubblica e GE.SE.SA. società partecipata dal privato e che vede al suo interno ACEA, realizza nei fatti l’ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico. In pratica, si privatizza passando sulla testa dei sindaci e si privatizza, favorendo una ben individuata parte privata, senza nemmeno passare attraverso la gara ad evidenza pubblica che è prevista dalla legislazione nazionale.

Riteniamo, altresì, che limitarsi a contrastare il progetto di aggregazione dell’esistente di per sè non sia sufficiente. Questa prospettiva, così come ogni altra ipotesi di privatizzazione, si contrasta se in campo agisce un forte impegno per il rilancio della gestione pubblica. Si tratta di conseguire una gestione capace di non ripetere i guasti dell’esistente e di realizzare un governo efficace ed efficiente dell’intero ciclo (acqua, fognature, depurazione). La via che indichiamo e per la quale chiediamo il consenso dei cittadini, degli utenti, degli amministratori e dei Sindaci è quella di una gestione virtuosa da conseguirsi attraverso la costituzione di una Azienda speciale consortile, seguendo il modello dell’AQP in Puglia e di ABN (ex ARIN) a Napoli.

Pertanto, ci appelliamo ai Sindaci e ai Consiglieri comunali del territorio provinciale, in rappresentanza dei cittadini e nel rispetto dei principi costituzionali di autonomia e sussidiarietà, affinché, attraverso gli strumenti democratici di cui i Consigli dispongono, adottino una deliberazione che rappresenti le volontà sopra descritte, rispettando così la sovranità popolare referendaria.

Ci rivolgiamo, inoltre, al Presidente della Provincia di Avellino, affinché investa della questione il Consiglio provinciale e affinché promuova e si faccia garante, attraverso l’Assemblea dei Sindaci, delle funzioni degli EELL, fortemente compresse dalla Legge Regionale n.15/2015.

Infine, investiamo i rappresentanti istituzionali regionali e nazionali affinché, attraverso interpellanze presso il Governo regionale e nazionale, intervengano sulla Legge regionale al fine di restituire ai Comuni, e quindi ai cittadini, pieni poteri decisionali relativi alle scelte strategiche, alla programmazione e alla gestione del Servizio Idrico Integrato.

I sottoscritti firmatari si coordineranno con quei cittadini, amministratori e movimenti che vorranno partecipare all’azione di informazione, sensibilizzazione e attuazione di quanto sopra descritto presso le nostre comunità.

 

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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Il 15 aprile ad Ariano intervento di derattizzazione

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Si informa la cittadinanza che lunedì 15 aprile 2024  dalle ore 7,00  è previsto un intervento di derattizzazione su tutto il territorio comunale.

L’intervento di bonifica ambientale sarà realizzato, come di consuetudine, da un’impresa incaricata dall’Asl, con la collaborazione ed il controllo del personale comunale.

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