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Basket A2F – Pole promozione ad un passo l’Lpa tenta il colpo a Brindisi

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L’Lpa a Brindisi può chiudere i giochi per la qualificazione alla pole promozione con tre turni di anticipo. La penalizzazione di tre punti inflitta in settimana alle pugliesi, a causa del ritardo nel pagamento della prima rata dei parametri sui nuovi tesseramenti, le ha fatte scivolare a cinque lunghezze dalle irpine che domani sera proveranno a chiudere in bellezza il 2013.

PAROLA DI COACH – “E’ stata una settimana in cui non abbiamo potuto caricare come volevamo. Abbiamo gestito la situazione fisica non ottimale di Narviciute, Chesta e Rossi” commenta coach Agresti. “Ci proponiamo di avere attenzione per le varie zone tipiche del loro assetto difensivo. Mi auguro di vedere da subito un approccio mentale di un certo tipo. Quando un squadra oscilla in rendimento, come stiamo facendo nell’ultimo periodo, è evidente che la componente mentale ha il suo peso. Non possiamo farci trovare impreparati. Brindisi è una squadra tosta che è in casa non ha mai perso. Ha battuto Napoli e Battipaglia e nell’ultima uscita casalinga ha nettamente superato Viterbo. Le eventuali assenze credo che influiranno poco. Hanno dimostrato di saper vincere lo stesso. Se verranno confermati i tre punti di penalizzazione, per passare alla seconda fase saranno costretti a vincere almeno tre gare su quattro. Bisogna stare molto attenti”. Dall’infermeria arrivano segnali confortanti per Cuali Dominguez: “Sta meglio. La caviglia va migliorando, ma giocherà ancora con la maschera”. Nel pomeriggio l’argentina è attesa da un consulto medico che valuterà il grado di saldatura della frattura al naso.

L’AVVERSARIA – Le ragazze di coach Santini sono imbattute tra le mura amiche, dove sono cadute nell’ordine: Napoli, Salerno, Battipaglia e Viterbo. Se il forfait di Perseu sarà confermato, il back court potrà contare un misto di talento e gioventù con Manzini e Diodati. Le bocche di fuoco sono Siccardi, brindisina doc, tornata a casa dopo i fasti del Cras Taranto ed il gioiellino 17-enne Marzia Tagliamento. Sotto le plance, la leccese di colore, Nene Diene è in crescita nelle ultime gare: quattro fisica con spiccate doti di dinamismo che ben si accoppia con Gatti, centro arrivato dalla serie A1 di Chieti. A completare il quadro la 22-enne lunga lettone Sabine Egle al rientro dopo il problema al quadricipite.

LE CIFRE (medie per gara):
Futura Brindisi: P.ti 61,6 (Perseu 13,8); P.ti subiti 59,5; Falli C. 16,5 (Gatti 3,1); Falli S. 18,4 (Diene 4,2); T2 44,2% (Tagliamento 56,6%); T3 24,3% (Siccardi 36,4%); Tl 65,9% (Diodati 80%); Rimb. 35,3 (Diene 7,1); Perse 16,5 (Tagliamento 3); Rec. 22,8 (Diene 2,7); Assist 5 (Diene 1,5); Valutaz. 68,6 (Diene 11,4).
Lpa Group Ariano Irpino: P.ti 61,6 (Micovic 14,6); P.ti subiti 58,4; Falli C. 15,7 (Micovic 3,4); Falli S. 19,6 (Micovic 5,6); T2 43,2% Micovic (54%); T3 24,6 (Sarni e Dominguez 50%); Tl 66,8% (Rossi 77,8%); Rimb. 40,4 (Micovic 7,8); Perse 17,8 (Micovic 3,7); Rec. 17,4 (Dominguez 1,8); Assist 8,1 (Rossi 2); Valutaz. 71,6 (Micovic 15,2).

ARBITRI: Leggiero di Lecce, Spano di Sannicandro di Bari (BA)

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Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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